IL PADRE DELLE SPOSE
Riccardo (Lino Banfi) vive in un piccolo paese della Puglia, solo con sua sorella dopo che la moglie è morta e sua figlia è fuggita in Spagna per disaccordi con lui. Recatosi a Barcellona come membro di una giuria internazionale per un concorso di olio di oliva, decide di andare a trovare la figlia dopo 15 anni di separazione. Grande è la sua sorpresa quando scopre che Aurora (Rosanna Banfi) vive in casa di Rosario (Mapi Galan), una donna divorziata con due figli. Al momento però non gli viene il sospetto che le due ragazze si sono sposate in base alla legge vigente in Spagna, anche se stranamente i genitori di Rosario lo trattano come se fosse un parente....
Valori Educativi
Due donne credono e vogliono imporre agli altri l’equivalenza della loro relazione al matrimonio e allevano due ragazzi senza la figura paterna. Presenza di un sacerdote con le idee un po’ confuse.
Pubblico
14+Per la carica ideologica del messaggio trasmesso che necessita maturità di giudizio
Giudizio Artistico
La sceneggiatura risente della sua costruzione a tavolino volta a dimostrare una tesi. Buona l'interpretazione dei Banfi padre e figlia
Cast & Crew
Regia
Lodovico Gasparini
Sceneggiatura
Paola Pascolini
Fabio Leoni
Giancarlo Russo da un'idea di Lino Banfi
Our Review
Le due donne, Aurora e Rosario, stanno davanti allo specchio a far toeletta nella loro casa a Barcellona. La sera precedente Aurora non ha avuto il coraggio di dire la verità a suo padre: gli ha raccontato di essere sposata con un capitano della marina mercantile, ora in trasferta. Rosario non è per nulla contenta di questa finzione: Aurora si difende, dice che ha "un…piccolo padre, è una questione di mentalità". "Sai che un piccolo padre non si cambia nascondendosi". le ribatte Rosario. "Amore – risponde Aurora alla sua "consorte"- mio padre vive in un paesello, non a Barcellona, Milano o Roma".
La sera successiva Riccardo, ospite nella casa dei genitori di Rosario, si concede un pediluvio dopo una lunga giornata da turista. Entra di colpo in bagno la madre di lei, una psicologa; Riccardo si scusa, le dice di non aver trovato la chiave della porta; la signora gli spiega che è lei che desidera che nessuna porta resti chiusa: bisogna lasciare aperte le porte, abbattere barriere e pregiudizi; dobbiamo abbassare le nostre difese, aprirci agli altri.
Ecco, in poche battute, tratteggiato il ritratto dell'anti -gay tipico: una mentalità piccola, provinciale (per cambiare atteggiamento in fondo basterebbe spostarsi in una grande città) e per di più bloccato psicologicamente e incapace di "aprirsi agli altri". Come se non bastasse, Riccardo è accusato di aver indirettamente causato la morte di sua moglie, che era scappata dopo che lui, geloso, l'aveva rinchiusa in casa. Il movimento pro gay si raccorda così idealmente con il movimento per l'emancipazione femminile. Questo TV-movie racconta appunto di come questo mostro, onesto negli affari ma bloccato nei sentimenti e pieno di pregiudizi, subisca una radicale "conversione": ritrovi l'affetto di sua figlia e accetti la vita che lei si è scelta..
Sul fronte opposto, le due ragazze sanno che cosa è l'amore: semplicemente lo vivono. Aurora è all'ospedale, perché accoltellata dall'ex marito geloso di Rosario. Solo il padre può farle visita, cioè il parente più prossimo, mentre fuori della stanza Rosario sbraita perché si considera lei la parente più prossima (la scena è stata costruita apposta per ricordare una delle principali rivendicazioni dei PACS: poter assistere il "partner").
"Mi vuoi bene? – chiede Aurora al padre- allora falla entrare. Io la amo. Lei mi ha insegnato ad amare. Se ci siamo ritrovati lo dobbiamo a lei" Questo dialogo ricorda che una delle caratteristiche del vero amore è quello di essere diffusivo: non si chiude in sé ma si espande verso le persone che ci stanno più vicino. Ma possiamo veramente ritenere che il loro rapporto abbia le caratteristiche dell'amore vero? Restiamo coerenti con la fiction: Rosario è stata sposata, ha due figli: di questo precedente amore è tutto finito, nessun rammarico? Un amore generoso non dimentica le promesse fatte, anche se qualcosa non ha funzionato. Ovviamente nella fiction il padre è un delinquente che entra ed esce di prigione (accoltella Aurora perché vuole riavere i suoi figli. Violento si, ma forse un po' di ragione per i suoi diritti violati doveva averla). Supponiamo allora che fosse giusto sciogliere un legame insostenibile: non sarebbe stato più responsabile per Rosario cercare un'altro uomo che facesse da padre per le sue figlie? Temo proprio che più che parlare di amore vero, che non è mai disgiunto dalla ragione e dalla responsabilità, di amore diffusivo, ci troviamo di fronte a un' amore-passione, a un' amore-istinto.
Infine c'è il rapporto con la religione, portato avanti con la figura del parroco del paese. Eccolo che sentenzia, rivolto a Riccardo, indeciso su come comportarsi verso sua figlia: "Non si è mai soli quando si ha una figlia, anche se non è esattamente come la vorremmo" Frase giustissima: i genitori hanno una missione molto particolare: tenere sempre le braccia aperte all'accoglienza, qualunque cosa abbiano fatto i figli: Ma poi il sacerdote prosegue: "Il Signore ci ha insegnato ad amare, non a giudicare". La sceneggiatura finisce in questo modo per trascinare il sacerdote in un peccato di omissione. L' amore non può essere disgiunto dalla verità; se è vero che non si possono giudicare le motivazioni intime di una persona, gli atti esterni possono venir obiettivamente giudicati, sopratutto in questo caso dove viene equiparata giuridicamente un'amicizia sessuale a un legame coniugale: un assurdo ideologico per la ragione umana ancor prima che per la religione cristiana.
Significativo è il caso spagnolo: quasi contestualmente alla legge che autorizzava i matrimoni fra persone dello stesso sesso, veniva prolungava un'altra legge che dava la possibilità di divorziare tre mesi dopo il matrimonio. Questa decisione ha due significati a mio avviso. Tratteggia un'umanità-ameba, senza spina dorsale dove non ha più importanza la parola data, la coerenza con gli impegni presi (tre mesi sono quasi il tempo tecnico necessario per la luna di miele, disfare i regali e iniziare le prime settimane di convivenza); in secondo luogo la società rinuncia a considerare come un proprio bene la stabilità familiare e il matrimonio diventa una sorta di contratto fra privati, non più un legame di sangue.
E' il matrimonio stesso che è diventato un PACS.
Si tratta inevitabilmente di un problema di coerenza: o si considera il valore sociale della famiglia, la sua responsabilità nell' allevare le nuove generazioni e allora i PACS non hanno senso (i PACS diventa un'opzione valida per tutti, per il 98% delle persone eterosessuali, non solo per il 2% degli omosessuali) o necessariamente, per rendere credibile un puro accordo di convivenza (o addirittura l'introduzione del matrimonio fra omosessuali) il matrimonio deve venir svuotato di quel significato che ha sempre avuto da quando è sorta la civiltà umana.
Alla fine, nello sceneggiato, l'unica persona di buon senso sembra essere la sorella di Riccardo : quando Rosario insiste con lei nel dire che matrimonio etero e lesbico sono la stessa cosa, lei risponde: "di questo non mi potrai mai convincere; ma voglio bene a mia nipote e anche a te".
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | IL PADRE DELLE SPOSE |
---|---|
Paese | Italia |
Etichetta | Non classificato |
There are no reviews yet.