IL CARDINALE LAMBERTINI
Bologna, 1739. La città è presidiata da truppe spagnole comandate dal Duca di Mortimar e questa situazione ha generato molto malcontento nella popolazione dando motivo di frequenti risse con i soldati. I nobili cercano solo di preservare i propri interessi venendo a patti con gli occupanti mentre il cardinale Lambertini si prodiga perché non vengano commesse ingiustizie nei confronti dei più deboli. Una sera si rifugiano nel vescovado due giovani: Carlo, figlio del segretario del cardinale e Ilaria, figliastra della Contessa Isabella Pietramellara. Quest’ultima voleva forzare Ilaria a sposare il duca di Mortimar per pura opportunità politica ma i due giovani dichiarano al cardinale di esser sinceramente innamorati. Lambertini si impegna ad aiutarli ma deve districare una situazione complessa: a peggiorare la situazione Ilaria, si era rifugiata in convento professando una sincera vocazione ma poi era fuggita da lì con Carlo…
Alla fine del 700, a Bologna, il cardinale Lambertini (furturo papa Benedetto XIV) esercita in modo eccellente la virtù della prudenza riuscendo a fare in modo che prevalga la giustizia, che sia premiato l’amore sincero di due giovani e che la pace venga ristabilita
Valori Educativi
Il film sottolinea l’eccellenza del cardinale nella virtù della prudenza, che gli consente di trovare, anche per le situazioni difficili, uno sbocco secondo giustizia senza esasperare gli animi
Pubblico
TuttiGiudizio Artistico
Superba interpretazione di Gino Cervi nella parte del cardinale e buona quella di tutti i coprotagonisti. La sceneggiatura e la regia perseguono, in modo dignitoso, l’obiettivo di realizzare un film di intrattenimento per il vasto pubblico
Cast & Crew
Produzione
Italica Vox Film
Regia
Giorgio Pàstina
Sceneggiatura
Giorgio Pàstina
Oreste Biancoli
Edoardo Anton
Our Review
Il cardinale torna al vescovado dopo una giornata faticosa. Lo attende un sacerdote, sospeso a divinis, che sta cercando chi possa impartire l’estrema unzione a sua madre. E’ ormai tardi e Lambertini decide di andare lui stesso nella povera casa della donna. Di fronte a quello spettacolo di estrema indigenza, il cardinale comprende perché quel sacerdote aveva sottratto dei soldi dalla cassetta delle elemosine (gesto che gli aveva causato la sospensione). Il prelato riconosce lo stato di necessità in cui aveva agito il sacerdote, gli annulla la sospensione e trascorrono insieme la notte accanto alla morente. Si tratta di un breve, piccolo episodio incastonato nella trama del film che raffigura bene la personalità del cardinale: un cuore generoso, schietto e burbero nei modi ma sempre molto concreto e pronto ad aiutare chi ne ha bisogno. In una situazione politica complessa (l’occupazione delle truppe spagnole, i nobili preoccupati solo del loro tornaconto, i giovani, ispirati dalle idee illuministe, pronti a scatenare una rivoluzione,) il cardinale deve svolgere la sua funzione con attenzione verso tutti, non potendo evitare di partecipare ai convegni mondani ma al contempo mantenendosi sempre in sintonia con le esigenze del popolo.
Nella sua posizione non può agire in modo diretto (se non nei confronti di sacerdoti, suore e frati della sua giurisdizione) e quindi cerca di parlare direttamente con la persona chiave del momento, ammonendo, esortando, sgridando.
Il comportamento del cardinale può esser visto come un esercizio eccellente della virtù della prudenza (saggezza pratica). Si muove in base a principi assoluti come quello della giustizia ma non trascura quello della pace: cerca di evitare che gli animi si radicalizzino in posizioni da cui, per puro orgoglio, non si può più tornare indietro. Gli strumenti che usa per raggiungere i suoi nobili obiettivi sono una buona dose di perspicacia (riesce a intuire, dai pochi elementi a disposizione, le trame della contessa), una grande abilità diplomatica che gli consente di acquietare gli animi più rissosi, un pizzico di astuzia che lui adopera per portare le situazioni dove lui vuole e sempre una buona dose di ironia che gli consente di demolire le posizioni più rigide.
Gino Cervi è semplicemente insuperabile nei panni del cardinale: lui stesso un bolognese, costruisce un protagonista colorito, schietto, appassionato ma sempre in grado di controllare le situazioni più complesse. Non dobbiamo trascurare i personaggi di contorno, fra cui Sergio Tofano nella parte del segretario scrupoloso ma sempre pronto a spalleggiare il suo superiore ma anche Carlo Foà, Virna Lisi, Tino Buazzelli. La sceneggiatura, rispetto al testo teatrale originario di Alfredo Testoni ha arricchito, forse un po’ troppo, la storia, con situazioni spettacolari e colpi di scena dell’ultimo minuto.
Non si può non osservare come il film sottolinei, al di là delle tensioni continue fra spagnoli, nobiltà e popolo, la matrice unitaria religiosa dell’epoca. In una scena finale, per pacificare gli animi pronti alla lotta, il cardinale fa sollevare in alto, davanti alla piazza, il crocefisso e tutti si inginocchiano.
Autore: Franco Olearo
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