I SIMPSON – IL FILM

La cittadina di Springfield, dove vive l’eccentrica famiglia Simpson, è ormai talmente inquinata che viene istituito il divieto di gettare qualunque rifiuto nel lago, pena la sua trasformazione in un mortale deposito di veleni. Naturalmente è Homer Simpson, a causa della sua abituale pigrizia e indifferenza agli altri, a provocare la catastrofe e la decisione del nuovo presidente Usa Schwarzenegger di isolare la cittadina per poi distruggerla. Fuggiti a fatica dal linciaggio dei concittadini e ricercati ovunque, i Simpson si rifugiano in Alaska, almeno fino a quando Marge decide che è loro dovere salvare la città. Homer prima nicchia, poi, accortosi di sentire la mancanza della sua famiglia, si appresta ad un imprevedibile salvataggio…

Valori Educativi



Nonostante le molte situazioni irriverenti, emerge in ogni caso un attestato di fiducia nei confronti di un’unità familiare capace di sopportare le prove più dure e, soprattutto, di guidare il cambiamento dei suoi componenti

Pubblico

10+

Linguaggio talvolta sboccato

Giudizio Artistico



Il lungometraggio ideato da Groening sperimenta, con successo, il balzo verso una forma di racconto più complessa e ambiziosa, che avrebbe potuto mettere a dura prova l’equilibrio drammaturgico della serie.

Cast & Crew

Sceneggiatura

James L.Brooks

Sceneggiatura

Matt Groening

Sceneggiatura

Al Jean

Sceneggiatura

George Meyer

Sceneggiatura

David Mirkin

Sceneggiatura

Mike Scully

Sceneggiatura

Unknown

Mike Reiss

Sceneggiatura

Matt Selman

Sceneggiatura

Our Review

C’è voluto quasi un ventennio di successi televisivi (le avventure surreali, ma sempre paradossalmente pungenti, della curiosa famiglia gialla iniziano come inserti nel Tracy Ullman Show e da allora hanno vinto innumerevoli premi e ospitato camei, volontari e involontari, di star e personaggi famosi) perché I Simpson arrivassero sul grande schermo, accompagnati da un battage planetario.

Le vicende tragicomiche di questo nucleo familiare quasi normale in una cittadina che contiene, in forma esasperata (ma non troppo) vizi e virtù della società americana, hanno saputo tenere il passo con i tempi raccontando le dinamiche familiari e quelle sociali (senza rinunciare ad evocare scenari politici anche più ampi) in chiave causticamente efficace.

Del resto le figure dell’ottuso padre Homer, indolente, egoista e pasticcione, quella della devota e paziente moglie Marge dall’improbabile capigliatura, dei figli Bart – peste incontrollabile e irriverente – e Lisa – studiosa e appassionata di cause socio-ambientaliste -, senza dimenticare la piccola Maggie e il nonno un po’ rimbambito, tutte insieme vanno a costituire un insieme tanto improbabile quanto irresistibile.

Ora il lungometraggio ideato da Groening (affiancato dalla sua affiatatissima équipe) sperimenta, con successo, il balzo verso una forma di racconto più complessa e ambiziosa, che avrebbe potuto mettere a dura prova l’equilibrio drammaturgico della serie.

Il tentativo, invece, appare ben riuscito, grazie ad una scelta precisa in termini tematici.

Da una parte, infatti, gli autori puntano sulla diffusa sensibilità per i temi ambientalisti (Springfield si è ridotta a una discarica per l’indifferenza dei suoi cittadini, Homer Simpson in testa, verso qualunque cosa non li riguardi direttamente), dall’altra decidono di evitare indigeste prediche.

La vicenda, dunque, coglie lo spirito dissacrante che è la bandiera della serie ma poi mette al centro dello svolgimento non l’istanza teorica ma la tenuta del nucleo familiare Simpson, decisiva almeno quanto il salvataggio di Springfield dalla radicale soluzione governativa.

Ecco dunque che gli autori provvedono innanzitutto a sfruttare la prima parte del film per reimpostare i conflitti interni alla famiglia: il principale è quello che riguarda Homer, padre infantile e incapace di educare al punto che persino il pestifero Bart finisce per andare in cerca di un surrogato, individuato nel devoto vicino di casa, un cristiano convinto che, a ben vedere, per una volta non è guardato con antipatia.

A questo punto la disgrazia esterna finisce per essere principalmente l’occasione per mettere alla prova quei legami che i Simpson (e noi con loro) finivano per dare per scontati.

È così che tra situazioni irriverenti che strizzano l’occhio con inesorabile malizia alla contemporaneità (si vedano le soluzioni estreme adottate con testarda leggerezza dal presidente Terminator) e gag solo talvolta un po’ grossolane, emerge in ogni caso un attestato di fiducia nei confronti di un’unità familiare capace di sopportare le prove più dure e, soprattutto, di guidare il cambiamento (naturalmente provvisorio, per ragioni drammaturgiche, ma comunque reale) dei membri del gruppo.

Su tutte si staglia, positiva e commovente, la figura della madre Marge, mille volte indulgente e pronta a perdonare, ma anche ferma portatrice di valori positivi di solidarietà e condivisione.

E se nel film non mancano situazioni meno adatte ai bambini più piccoli, queste restano nei limiti a cui sono abituati gli affezionati fan di un cartone animato che, pur mettendo in discussione senza imbarazzo alcuno istituzioni e persone a tutti i livelli, non manca poi di riaffermare una verità semplice quanto troppo spesso dimenticata: che la famiglia, per quanto disastrata e imperfetta, resta il luogo privilegiato della crescita personale e dell’educazione…seppur a misura di Simpson!

Autore: Luisa Cotta Ramosino

Details of Movie

Titolo Originale The Simpsons - Movie
Paese Usa 2007
Etichetta
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