GODZILLA MINUS ONE
"Godzilla Minus One", trentasettesimo film della saga, rappresenta un ritorno alle origini avvalendosi di un titolo che simboleggia il regresso di una Nazione già ridotto al "punto zero", nonché di una forte critica e riflessione nei confronti della politica e sulla difficile condizione del Giappone post-bellico. Su Netflix
Un’enorme minaccia emerge al largo delle coste di Tokyo subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Koichi, un disertore segnato dal suo primo incontro con Godzilla, vede in questo evento un’opportunità per redimersi dai suoi atti durante il conflitto.
Valori Educativi
Abbandonati dai loro leader, i cittadini giapponesi trovano forza e speranza nella responsabilità e nel sacrificio per proteggere i propri cari.
Pubblico
14+Alcune violenze perpetrate da uomini e dallo stesso Godzilla
Giudizio Artistico
“Godzilla Minus One” è diretto abilmente dal regista Yamazaki, il quale riesce a bilanciare momenti intimisti e drammatici con scene di grande azione e distruzione, non disdegnando di omaggiare il primo film del 1954, oltre che la filmografia di Steven Spielberg
Cast & Crew
Regia
Takashi Yamazaki
Our Review
La Toho, storica casa di produzione giapponese, ha impiegato parecchi anni prima di mettere in cantiere un nuovo film dedicato all’iconico lucertolone atomico, Godzilla.
Nel frattempo, il mostro radioattivo è entrato di diritto a far parte della dimensione hollywoodiana grazie ai film realizzati dalla Legendary Pictures, che lo hanno reso una star globale con ben tre pellicole già uscite (Godzilla, Godzilla II – King of the Monsters Godzilla vs. Kong), una quarta distribuita lo scorso marzo (Godzilla e Kong – Il nuovo impero) e la nuova serie “Monarch: Legacy of Monsters” su Apple TV+.
In occasione del settantesimo anniversario del primo film diretto da Ishirô Honda nel 1954, la Toho ha deciso di riportare Gojira al “punto zero”, o meglio, a un ipotetico “meno uno” (il Giappone infatti è stato raso al suolo dai bombardamenti americani e l’arrivo di Godzilla farà sprofondare lo stato di salute della Nazione nipponica a meno uno), con un film spettacolare che reinterpreta il mito del Re dei Kaiju in una chiave classica e contemporanea.
Il film si apre nelle ultime fasi della Seconda Guerra Mondiale. Nonostante la sconfitta sia imminente, i vertici militari giapponesi ordinano ai soldati di combattere fino alla morte per onorare il loro Paese e l’Imperatore. Il giovane pilota Koichi Shikishima, interpretato dalla star Ryunosuke Kaniki, viene selezionato per far parte della Shinpu Tokubetsu Kogekitai, l’Unità Speciale d’Attacco del Vento Divino, nota in Occidente come piloti kamikaze. Koichi, tuttavia, decide di non sacrificarsi e, simulando un’avaria al suo aereo, ritorna a una base su un’isola del Pacifico.
Qui, tormentato dal senso di colpa e dalla vergogna, assiste impotente all’attacco di una creatura mostruosa simile a un dinosauro, chiamata “Gojira” dagli abitanti locali. Paralizzato dalla paura, Koichi osserva il mostro devastare la base e uccidere i suoi compagni.
Alla fine, Koichi è l’unico sopravvissuto insieme al capo meccanico della base, che lo accusa di codardia e della conseguente morte degli altri soldati. Tornato in patria dopo la guerra, Koichi trova solo macerie della sua vita passata in una Tokyo distrutta dai bombardamenti. Con il peso insostenibile del disonore e del trauma, accoglie quasi per caso una giovane donna, Noriko, e una neonata, Akiko, entrambe rimaste senza nulla. Insieme, cercheranno di ricostruire le loro vite. Koichi in seguito troverà lavoro su una nave dragamine, ma presto si ritroverà faccia a faccia con il terrificante Godzilla, mutato dagli esperimenti nucleari americani, divenuto ormai un essere titanico inarrestabile, deciso a reclamare il Giappone come proprio territorio.
Koichi, nel disperato tentativo di opporsi al Re dei Mostri, si unisce a un gruppo di civili per affrontare la minaccia.
Scritto e diretto da Takashi Yamazaki, il film trasmette un profondo malcontento e una evidente sfiducia verso le istituzioni e il governo, più preoccupati di nascondere la crisi per evitare il panico che di prendere decisioni efficaci.
Abbandonati dai loro leader, i cittadini giapponesi trovano forza e speranza nella responsabilità e nel sacrificio per proteggere i propri cari. In questa nuova incarnazione, Godzilla è di nuovo una forza distruttiva e spietata, ma assume le caratteristiche di una metafora del risentimento e della follia umana verso l’ambiente e verso se stessi, incarnando inoltre il senso di colpa dei sopravvissuti alla guerra. In sostanza, in questa interpretazione proposta dal Godzilla Minus One, la creatura assume una connotazione fortemente allegorica per poter così dare spazio al dramma umano del protagonista e del suo Paese. Per cui se è vero che da un punto di vista visivo le distruzioni spettacolari ricche di effetti speciali sono presenti, tuttavia la pellicola non è il classico monster movie in cui la creatura distrugge tutto quanto.
“Godzilla Minus One” è diretto abilmente dal regista Yamazaki, il quale riesce a bilanciare momenti intimisti e drammatici con scene di grande azione e distruzione, non disdegnando di omaggiare il primo film del 1954, oltre che la filmografia di Steven Spielberg (Lo squalo è stato uno dei punti di riferimento del regista), conferendo così alla pellicola una dimensione unica. Le interpretazioni degli attori sono molto convincenti e la colonna sonora di Naoki Sato e gli effetti speciali eccellenti (ben meritevoli dell’Oscar ai migliori effetti visivi nella cerimonia del 2024) rendono le scene spettacolari ed emozionanti, come quella (iconica) del soffio atomico di Godzilla.
In conclusione, ”Godzilla Minus One” si distingue come una pellicola in grado di rievocare efficacemente le radici storiche del franchise, offrendo al contempo una visione rinnovata e potente. La regia di Yamazaki, le interpretazioni e una colonna sonora incalzante rendono questo film un’esperienza cinematografica memorabile. Con una trama che unisce dramma umano e spettacolo titanico, il ritorno del Re dei Mostri è un trionfo indiscutibile.
Autore: Davide Amenta
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