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Luciana è un’operaia che vive ad Anguilllara; è sposata con Stefano, un uomo simpatico che Luciana ama ma che ha una riluttanza cronica a lavorare sotto padrone e preferisce inseguire opportunità di affari che puntualmente non si realizzano. La coppia ha un sogno: avere quel figlio che ancora tarda ad arrivare. Alla fine la lieta notizia: Luciana è incinta ma la situazione precipita: il personale della fabbrica le comunica che il suo contratto non verrà rinnovato (si è sparsa la voce della sua gravidanza) e suo marito continua a infilarsi in affari senza prospettive…
All’operaia Luciana viene a mancare il rinnovo del contratto di lavoro perché incinta. Il film ha il giusto obiettivo di denunciare il mancato rispetto dei diritti delle lavoratrici madri ma la sceneggiatura è debole e il racconto è affetto da un semplicistico manicheismo
Massimiliano Bruno
Paola Cortellesi
Valori Educativi
La giusta battaglia per i diritti delle lavoratrici madri sembra alludere all’unica soluzione possibile: quella del gesto violento
Pubblico
14+Alcune scene cariche di tensione. Una scena sensuale senza nudità
Giudizio Artistico
Gli attori, tutti bravi, fanno del loro meglio per sostenere una sceneggiatura approssimativa
Cast & Crew
Produzione
Regia
Massimiliano Bruno
Sceneggiatura
Paola Cortellesi
Massimiliano Bruno
Furio Andreotti
Gianni Corsi
Our Review
Il film inizia subito male. Luciana viene convocata dalla direzione del personale di fabbrica per venire informata che il suo contratto non verrà rinnovato. Nel colloquio il funzionario lascia trapelare il fatto che l’azienda è stata informata (da qualche malalingua interessata) della gravidanza della donna e che è stato questo il motivo del mancato rinnovo. Come se non bastasse il responsabile delle risorse umane allude al fatto che se avesse abortito…
Neanche il più maldestro e il più inesperto degli uomini del personale potrà mai impostare un colloquio così delicato in questo modo: già questa sequenza serve a rendere manifesto lo scarso impegno degli sceneggiatori a impostare un racconto che abbia un minimo di realismo e a predisporre lo spettatore ad assistere a un racconto che prende la facile via del mostrare quanto sono bravi i protagonisti perché sono vittima di un “sistema cattivo”. Tutto il racconto è in effetti disseminato di battute polemiche, dette di passaggio, come se fossero tante punture di spillo. Ecco che c’è il vecchio professore antisindacale che ridicolizza le battaglie dell’autunno caldo, l’amica di Luciana che lascia trapelare il suo razzismo, le emissioni delle antenne della vicina stazione trasmittente di Radio Vaticana alle quali vengono attribuite malattie e morti avvenute fra la popolazione, fino all’immancabile omofobo redento che prima denigra un travestito e poi ne diviene amico. Nei tanti scivoloni della sceneggiatura incappa anche il pur bravo Alessandro Gassmann, nella parte di Stefano: di fronte al collasso finanziario della coppia, aggravato dal prossimo arrivo del figlio, non trova altra soluzione, per farsi perdonare dalla moglie per il suo scarso impegno nel lavoro, che impiegare i pochi soldi rimasti per comperarle un anello…
Il finale drammatico, quando lei sceglie di attuare un gesto estremo contro gli insensibili padroni che l’hanno licenziata, non fa che enfatizzare il manicheismo che pervade tutto il racconto.
La buona causa che anima tutto il film, di evidenziare le troppo frequenti violazioni dei diritti sul lavoro delle donne in stato di gravidanza, soffre proprio della mancanza di un contesto realistico in cui il messaggio possa venir valorizzato.
Fa sicuramente male fare dei confronti con altri recenti prodotti d’oltralpe, sulla condizione della classe operaia, come Due giorni, una notte, terzo classificato come FilmOro 2015 e La legge del mercato: due lavori che sviluppano un racconto crudo ed essenziale, quasi espressione di un cinema-verità.
Paola Cortellesi interpreta una convincente e intensa Luciana, anche se rischia spesso di togliere la parte agli altri. Alla fine i personaggi più riusciti sono quelli di contorno: Irma Carolina di Monte nei panni del travestito Simona e Stefano Fresi nei panni di Antonio, la bonaria guardia giurata. Difficilmente comprensibile, in una logica di economia del racconto, il plot parallelo del poliziotto che non vuole sparare, interpretato, per quel che può, da un Fabrizio Bentivoglio in tono minore.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | Gli ultimi saranno ultimi |
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Paese | ITALIA |
Etichetta | Non classificato |
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