FINO A QUI TUTTO BENE

201480 min18+  

In un attico a Pisa con una bella vista sull’Arno convivono da vari anni cinque universitari, due ragazze e tre ragazzi ma ormai è venuto il tempo di partire: c’è chi ha finito gli studi ma anche chi è fuoricorso da troppo tempo. Vincenzo, laureato in vulcanologia, ha ottenuto un posto presso l’università dell’Islanda ma questo crea una situazione di attrito con Francesca, la sua ragazza, che spera di percorrere la carriera di attrice di teatro in Italia. L’altra ragazza, Ilaria si è fatta illudere da un professore con promesse di carriera: ha iniziato con lui una relazione ma ora è stata abbandonata ed è incinta. Andrea è anche lui fuoricorso: forse non riesce a concentrarsi perché pensa a Marta, che da un anno ha lasciato l’appartamento perché è diventata un’attrice di successo. Intanto Paolo, l’unico pisano, simpatico e bonario, fa un po’ le veci del padre per tutti…

Cinque universitari che condividono lo stesso appartamento devono lasciare Pisa perche è tempo di entrare nel mondo del lavoro (che non c’è). Una commedia fresca e vitale ma triste per l’incapacità dei giovani di progettare il loro futuro.


Valori Educativi



Cinque giovani universitari sembrano vivere solo nel presente senza impegnarsi con coraggio a progettare il loro futuro. Disinvoltura nei confronti del sesso

Pubblico

18+

Una scena di cattivo gusto particolarmente volgare. Turpiloquio

Giudizio Artistico



Ottima regia dai toni scanzonati ma realisti ma anche una scivolata nel cattivo gusto. Tutti bravi i protagonisti. Il film ha raccolto numerosi premi

Cast & Crew

Our Review

Dopo pranzo, si sono sdraiati  tutti nella stessa stanza, chi su di un letto, chi direttamente per terra. E’ il momento delle parole a ruota libera: chi ricorda qualcosa del passato, chi confessa le sue preoccupazioni. E’ un momento-verità molto bello che rivela il livello di confidenza e di intimità a cui sono giunti i cinque ragazzi dopo tanti anni. Quel loro fare i conti per dividere equamente le spese telefoniche, quel preparare la pasta con i pezzi di formaggio avanzati, quell’usare la doccia per lavare i piatti perché ormai la lavastoviglie è morta, sono i tasselli di un cinema-verità che mettono a fuoco la vita da universitario a Pisa che non è il frutto della mente di uno sceneggiatore fantasioso: il film nasce proprio perché il regista Roan Johnson e la cosceneggiatrice Ottavia Madeddu avevano ricevuto l’incarico dall’Università di Pisa di effettuare un’indagine sulla vita degli studenti in città. Un’iniziativa  che è poi sfociata non in un documentario, come previsto,  ma in un film vero e proprio. Di film sul mondo degli universitari e sulla precarietà nel lavoro ne sono stati realizzati veramente tanti: si è trattato spesso di film collettivi, commedie molto incentrate sulle gag e situazioni farsesche.  

Questo film è sostanzialmente diverso: si ride ma moderatamente: il tono di fondo è maledettamente serio. Ilaria, che ha la tendenza a concedersi  distrazioni sessuali, è rimasta incinta e non gli resta che tornare dai genitori perché non ha nessun lavoro per mantenersi; Vincenzo e Francesca hanno perso la pace da quando lui ha vinto una cattedra presso l’università dell’Islanda mentre lei vuole continuare a restare in Italia (il tema dell’emigrazione dei laureati ricorre spesso al cinema: Anche Isabella aragonese in Tutta la vita davanti, aveva lasciato il fidanzato perché lui aveva trovato lavoro in America); Andrea e Paolo sono dei rassegnati fuori corso che stanno ancora cercando di capire cosa fare da grandi. Se i cinque riescono ad essere solidali nelle esigenze pratiche di ogni giorno, sanno anche distruttivamente rinfacciarsi l’un l’altro i propri fallimenti,  come accade in una esasperata resa dei conti finale fra le due donne. Su tutti pesa l’assenza del sesto abitante della casa, che è morto in un incidente d’auto, forse suicida. Un dubbio che pesa sulle loro coscienze, costretti a riconoscere che non sono stati capaci di intuire i suoi stati d’animo e a confortarlo.

Roan Johnson è molto bravo nel ricostruire con freschezza gli ultimi giorni vissuti insieme dei cinque universitari prima di proiettarsi nel… vuoto e questi bravissimi giovani attori, sconosciuti al grande pubblico, non ci fanno sentire la mancanza di nomi più affermati. Il film ha vinto il premio AKAI al Festival di Roma e in altre competizioni europee. La professionalità del regista non lo salva da una caduta di stile in una sequenza triviale di elevata volgarità, per fortuna solo rappresentata più che mostrata; una "bischerata" che mette in ombra gli aspetti positivi del film.

Se il film fosse stato la solita, leggera, commedia all’italiana, sarebbe evaporato dalla mente dello spettatore appena uscito dalla sala; in realtà il piglio realistico dato al film induce a riflettere. Sarebbe però troppo semplice rammaricarsi ancora una volta sulla condizione dell’universitario ma soprattutto del post universitario destinato a una vita precaria a causa dall’attuale, troppo lunga depressione economica; ciò che è debole non è il contesto sociale ma l’animo stesso dei protagonisti. Sono giovani, ma,  con ll’eccezione del vulcanologo,   non c’è progettualità in loro: vivono rigorosamente nel presente, organizzano feste, consumano sesso (soprattutto le ragazze), in un oggi disordinato, senza obiettivi e senza ambizioni. Durante una gita in barca, quando ormai sono al largo, restano in panne perché non si erano messi d’accordo su chi doveva portare la tanica di benzina, metafora della loro inerzia esistenziale. Anche la crisi dell’unica coppia esistente fra loro, quella difficoltà di scegliere fra l’Islanda e l’Italia, che potrebbe esser risolto solo con un gesto generoso da parte di uno dei due, resta in stallo perché nessuno riesce a uscire dal proprio egocentrismo. Solo Paolo, il “padre” di tutti, riesce a esprimere un gesto generoso (ma fore è innamorato).

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale Fino a qui tutto bene
Paese ITALIA
Etichetta
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