DIARIO DI UNO SCANDALO

92\'Diseducativo  

Quando in una scuola media dei sobborghi londinesi arriva Sheba, una nuova insegnante bella e di buona famiglia, Barbara, un’attempata docente che vive sola con il suo gatto, si convince che si tratti della sua anima gemella. L’occasione per stringere rapporti più stretti con la donna, che è sposata e madre di due figli, arriva quando Barbara sorprende Sheba in atteggiamenti intimi con uno studente di 15 anni. Promettendo il silenzio Barbara ottiene la fiducia di  Sheba che, tuttavia, non riesce ad interrompere la relazione. Alla fine inevitabilmente lo scandalo verrà alla luce e se per un breve periodo Barbara riesce ancora  a ottenere la compagnia esclusiva di Sheba fingendo di essere la sua unica amica, quando la donna più giovane scopre dal suo diario l’ossessione di Barbara per lei la situazione precipita. Sheba torna infine dalla sua famiglia mentre Barbara si prepara a trovare un altro oggetto d’amore.

Valori Educativi



Ogni comportamento appare in definitiva moralmente indifferente e i rapporti umani destinati ad essere governati dal capriccio e dalla volontà di dominio sull’altro.

Pubblico

Diseducativo

Morbosa ossessione che pervade l’intero svolgimento. Scene a contenuto sessuale che coinvolgono un minore.

Giudizio Artistico



In un universo narrativo in cui manca un punto di vista equilibrato, lo spettatore segue una vicenda di cui non capisce mai la vera ragion d’essere. Cate Blancett e Judi Dench sono entrambe candidate all’oscar per questo film

Cast & Crew

Our Review

In un mondo in cui la morale sessuale sembra essere diventato un campo di battaglia dove domina la regola della libertà assoluta (ancorché irragionevole e disumana), l’ultimo tabù riguarda i rapporti con i minori.

Puntando a sconvolgere il pubblico mettendo in scena una donna adulta, già madre e moglie, e per di più insegnante impegnata in una relazione con un quindicenne (benché decisamente sgamato), il film di Richard Eyre (autore del ben più meritevole Stage Beauty) non si fa mancare nulla per aumentare l’atmosfera di morbosa ossessione che pervade l’intero svolgimento.

La storia è introdotta dalla voce dell’altra donna della storia, l’ormai attempata Barbara (una sempre brava Judi Dench, che sembra decisa a giocare la carta dell’eccesso pur di agguantare un Oscar), una docente inacidita con la pessima abitudine di fissarsi su donne più giovani da vampirizzare in un’amicizia esclusiva dalle connotazioni pseudoromantiche.

È chiaro che lo spettatore non aderisce mai totalmente al suo punto di vista, ma una certa sottile ironia che pervade le note di Barbara tende a minare anche la stabilità del mondo che le sta intorno, evidenziandone le contraddizioni e il grottesco tentativo di prendersi sul serio.

L’altra protagonista, l’instabile Sheba, moglie di un uomo che potrebbe essere suo padre e madre di un ragazzino down, è una figura costruita a tavolino apposta per cadere prima nella trappola di un legame proibito (in cui per la verità la meno matura sembra essere proprio lei), poi nella rete tesale da Barbara per legarla a sé.

Mossa da motivazioni tutt’altro che chiare (desiderio di evasione? Incoscienza? chissà…), Sheba mette in modo una serie di eventi che metteranno gravemente in crisi la sua famiglia, creeranno con ogni probabilità seri squilibri al ragazzino con cui ha rapporti sessuali (benché in effetti proprio questa figura sia fatta apparire – in modo un po’ disonesto – la meno problematica) fino a causare lo scandalo del titolo, un terremoto mediatico sulle cui macerie non sarà facile ricostruire.

Gli autori si compiacciono nel mettere in scena la patologia del comportamento di Barbara, mentre descrivono con una qualche indulgenza la relazione di Sheba (ammantata di romanticismo, mentre i tristi casi di cronaca più recenti rivelano tutto lo squallore di situazioni simili) e riservano al resto dei personaggi un’ironia beffarda che deriva soprattutto dalla percezione che Barbara ha di loro.

E se per fortuna se non altro alla fine Sheba ha quanto meno la saggezza di tornare a casa per tentare di mettere in ordine la sua vita, il finale riservato a Barbara è quello di un’inquietante condanna alla ripetizione, mentre del ragazzino al centro della vicenda nulla ci è dato sapere.

In un universo narrativo in cui manca un punto di vista equilibrato e non interessato sulla vicenda principale (Barbara è disgustata dalla relazione di Sheba con il ragazzino, ma non certo per ragioni di principio e incarna lei stessa un’altra forma di perversione), lo spettatore segue una vicenda di cui non capisce mai la vera ragion d’essere.

Il risultato è che ogni comportamento appare in definitiva moralmente indifferente e i rapporti umani destinati ad essere governati dal capriccio e dalla volontà di dominio sull’altro.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale Notes on a Scandal
Paese USA/Gran Bretagna
Etichetta
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