CAMPO DE’ FIORI
Un pescivendolo di piazza Campo De’ Fiori si innamora di una donna dell'alta borghesia. Un film del 1943 che conferma la straordinaria bravura di Aldo Fabrizi (al suo secondo film) e che registra come l'amore e il matrimonio siano ancora condizionati dalle divisioni in classi e i rapporti uomo-donna siano vincolati da forti caratterizzazioni sociali Su Rai Play
Roma, 1943. La piazza di Campo de’ Fiori è gremita di bancarelle. C’è Peppino (Aldo Fabrizi) il pescivendolo che si vanta con orgogliosa sicurezza la qualità della sua merce mentre lì vicino c’è Elide (Anna Magnani), la fruttivendola che richiama i passanti strillando che le sue mele sono le migliori. I due non mancano di lanciarsi salaci punzecchiature soprattutto quando uno dei due esagera nella sua ostentazione. Nella stessa piazza c’è il barbiere Aurelio (Peppino De Filippo), amico di Peppino: quando si incontrano questi due scapoli impenitenti esaltano le loro conquiste amorose, frutto per lo più delle loro fervide fantasie. Ma un giorno arriva al mercato Elsa (Caterina Boratto), una bella ed elegante signora che vuole comperare del pesce. Peppino ne resta invaghi e si offre di portarle casa delI’ottimo pesce. Presto viene così a conoscere la sua storia: la donna è stata abbandonata dall’uomo che amava e ora, con pochi soldi, deve accudire il figlio Carletto che è stato lasciato in custodia da una famiglia che vive in campagna. Peppino inizia a considerare possibile l’idea di chiede la mano della bella signora e prendersi cura di Carletto..
Valori Educativi
Un uomo, contro certe convenzioni del tempo, è disponibile a sposare una donna che ha avuto un figlio da un altro. Una donna perdona il marito per averla abbandonata per un certo tempo.
Pubblico
TuttiGiudizio Artistico
Ottima prestazione di Aldo Fabrizi: Anna Magnani e Peppino de Filippi restano confinati in personaggi-tipo. Sceneggiatura con sviluppo lineare senza sorprese.
Cast & Crew
Regia
Mario Bonnard
Sceneggiatura
Mario Bonnard
Aldo Fabrizi
Federico Fellini
Tullio Pinelli
Our Review
Fa impressione vedere insieme in questo film protagonisti del calibro di Aldo Fabrizi (qui al suo secondo film), Anna Magnani e Peppino De Filippo, la partecipazione alla sceneggiatura di Federico Fellini e Tullio Pinelli. Fa impressione anche perché tanti illustri nomi sono impegnati in un racconto semplice e lineare, si potrebbe dire anche sereno nonostante l’anno in cui è stato realizzato: il 1943. In effetti il film è stato realizzato all’inizio dell’anno e portato nelle sale a giugno, quando Roma non percepiva ancora nessuna minaccia diretta. Appena un mese dopo (il 19 luglio) ci fu il bombardamento degli alleati al quartiere san Lorenzo e poi arrivò I’8 settembre ma i riferimenti al tempo di guerra sono minimi: il dispiacere che l’erogazione del gas termini a una certa ora e che l’olio di oliva si compri al mercato nero. Tuttavia non si tratta di un film dai telefoni bianchi: molti critici hanno visto in questo film un anticipo del neorealismo per via delle riprese fatte fuori dagli Studi, all’aperto o in interni reali, l’uso del dialetto. Se queste caratteristiche valgono ad attirare la nostra attenzione, c’è un valore in questo film che sovrasta gli altri: l’interpretazione di Aldo Fabrizi. Un Peppino esuberante nel mostrarsi pieno di attenzioni verso quella bella signora che ha conosciuto; un Peppino che diventa serio quando comprende che di mezzo c’è un figlio nato da una relazione che si è interrotta, un Peppino che si dimostra per quello che è: una brava persona che finisce per affezionarsi a quel simpatico ragazzetto (mai visto un bimbo recitare così bene) e a pensare di accogliere quella donna in casa sua. Ma il film non riesce ancora a sottrarsi alle regole sociali del tempo: la divisione in classi è ancora netta e si coglie quanto sia stato ingenuo Peppino ad aspirare di sposare una donna di rango superiore e come valga in modo indefettibile, la regola del “mogli e buoi dei paesi tuoi” . C’è un altro aspetto che risulta legato a quel tempo: la diversa sensibilità , cosi come viene descritta, della donna rispetto all’uomo. E’ la donna che si innamora, che soffre, che sbaglia, che spera. L’uomo costruisce o distrugge e reagisce ai fallimenti in amore con altezzoso orgoglio e “mettendosi i guanti”, letteralmente, come fa compiaciuto Peppino nel giorno del suo matrimonio: i guanti come simbolo di potestà.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Paese | ITALIA |
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Tematiche (generale) | Amore e Famiglia |
Tipologia | Film |
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