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Autore

BRAIN, EARTH, WORLD

2019tre sezioni di 30\' disponibili su www.fightthenewdrug.org14+  

Brain Heart, World è un documentario diviso in tre parti visibile gratuitamente in rete (con invito a fare donazioni), sugli impatti negativi che causa il consumo di pornografia sul singolo individuo, sulle relazioni umane, sull’intera società. Il documentario è disponibile sul sito dell’associazione Fight the New Drug, che si autodefinisce “non-religious and non-legislative”. In effetti, nella sua lotta alla pornografia non si appoggia a motivazioni religiose o etiche ma fa un ampio uso di interviste a professionisti che hanno studiato il problema da un punto di vista medico, psicologico e sociale e si avvale della testimonianza di persone che hanno vissuto sulla propria pelle gli effetti devastanti della dipendenza dalla pornografia o che hanno lavorato nell’industria del porno.

Il documentario porta avanti con lucidità e chiarezza una condanna della pornografia, dimostrando, attraverso testimonianze e dichiarazioni di esperti, i danni che produce, sulla psicologia dell'individuo e sulla società, il suo consumo compulsivo. In RETE English version of the review is available

 

 


Valori Educativi



Il documentario è un valido strumento per evitare, come spesso accade, di considerare con superficialità il problema della pornografia e per comprendere a fondo quali danni può provocare

Pubblico

- Nessuno -

A livello pre-adolescenti i primi due capitoli: per adolescenti il terzo capitolo per la descrizione delle condizioni di violenza psicologica in cui vivono gli attori del sesso

Giudizio Artistico



Gli autori manifestano ottime abilità didattiche, spiegando con ironia e l’aiuto di piccole animazioni. Determinanti le sofferte testimonianze di testimoni

Cast & Crew

Produzione

Our Review

English version below the italian one

Diciamo subito che il documentario è ben realizzato e mostra un alto livello di professionalità. Le tesi portate avanti nei tre capitoli sono sviluppate con molta chiarezza, alleggeriti da piccole animazioni e da un commento di sottofondo sempre pronto all’ironia. I realizzatori hanno indubbie capacità didattiche e chi ha la pazienza di seguire le tre parti del documentario, difficilmente vorrà ancora attardarsi sul computer di casa per vedere film porno. Il tema, sicuramente delicato, è trattato, da una parte, con il dovuto distacco scientifico, dall’altra, quando ci troviamo di fronte a dei testimoni, sia uomini che donne, ascoltiamo il sofferto rimorso di chi si è pentito ma condividiamo con loro anche la gioia per la libertà riconquistata.  In nessun momento ci viene presentato materiale osceno. Per questo motivo il lavoro è adatto a esser visto anche da pre-adolescenti (molti testimoni, intervistati nel documentario, dicono di aver iniziato a veder porno già a dieci anni) almeno per le prime due parti del documentario mentre il terzo capitolo, dove viene approfondito il funzionamento dell’industria del porno, va consigliato a partire dagli adolescenti e l’accompagnamento di un genitore o un adulto è sicuramente consigliabile.

Nel primo capitolo si parla degli effetti che la dipendenza da materiale pornografico produce sul nostro cervello. Come avverrà nei capitoli successivi, la spiegazione inizia sempre con un’analogia, in modo da sensibilizzare lo spettatore sulla dimensione del fenomeno. In questo caso si parla di un certo signore che nel 1848 restò illeso dopo una esplosione ma il suo carattere cambiò totalmente: divenne rude e antipatico, iniziò a usare un linguaggio sboccato: qualcosa nel suo cervello era cambiato.  In effetti, ci spiegano gli esperti, il cervello è costituito da materiale malleabile che si trasforma in base alle nostre esperienze (tecnicamente si chiama neuroplasticità). Un testimone racconta come un uso compulsivo della pornografia abbia cambiato il suo modo di vedere le donne, percepite come oggetti di piacere. Un altro ci parla della sua tendenza ad annoiarsi di tutto, della perdita della capacità di entusiasmarsi per cose nuove. Per tutti gli intervistati, l’impossibilità di impostare progetti per il futuro, di sperare di trovare il vero amore.

E’ questo il tema del secondo capitolo che punta aspiegarci  come il porno possa impattare su un componente insostituibile per la nostra crescita: il relazionarsi con gli altri. Attraverso le testimonianze dirette ci viene mostrato che chi è dipendente dalla pornografia è avvezzo a uno stimolo fuori misura, cerca di ricostruire ciò che ha visto e non riesce più a esprimere delicatezza e  rispetto  verso l’altra/o, fino a preferire concentrarsi sulle scene estreme che vede al video  piuttosto che gestire la complessità della realtà. .

Nel terzo capitolo l’orizzonte si allarga al mondo intero. Si scopre che il porno è un business mondiale di 97 miliardi di dollari, superiore al fatturato di Netflix, Twitter e Amazon messi insieme. Lo speaker avverte fin dall’inizio del capitolo che da quel momento in poi non riuscirà più a fare lo spiritoso. E ha perfettamente ragione. Vengono intervistati un uomo e una donna che anni prima sono stati attori per  film porno. Con lucidità ma con una sofferenza che non può essere cancellata, raccontano la spinta all’escalation verso scene sempre più estreme che hanno dovuto subire. Le case di produzione non interagiscono direttamente con loro ma con il loro magnaccia/agente che ha sempre metodi convincenti per farli proseguire. Alla fine resta una sola soluzione: alcool e droga. Altre testimonianze su fatti realmente avvenuti ci fanno scoprire come la schiavitù del sesso sia particolarmente attuale. E’ una debole scusa giustificarsi per la visione di film porno, quella di dire che i protagonisti sono consenzienti: spesso si tratta di costrizioni esercitate da un’industria dai guadagni enormi.

Il documentario ha avuto risposte positive; solo la prima parte, quella che descrive le potenziali modifiche che può subire il cervello da parte del consumo di pornografia, ha destato perplessità da parte di qualche studioso. Qualche sito di fede cristiana si è lamentato per il fatto che la fede non è stata indicata come determinante per uscire dalla dipendenza. Lo stato dello Utah ha autorizzato l’associazione a presentare il documentario nelle scuole. In effetti i fondatori di Fight the New Drug sono mormoni e lo stato dello Utah è tradizionalmente il territorio di maggiore espansione per questa fede.

Il documentario si  conclude con un invito a non guardare il porno e a promuovere leggi che lo vietino. Anche la terza sezione del documentario inizia con un’analogia, sicuramente singolare: nella basilica di san Pietro in Roma, c’è la statua di bronzo dell’apostolo il cui piede si è consumato, dopo che per secoli migliaia e migliaia di pellegrini lo hanno accarezzato. L’auspicio è che il porno possa crollare se in tutto il mondo, milioni e milioni di persone diranno un semplice no alla pornografia. Un auspicio che non possiamo che condividere.

Il documentario è disponibile in inglese con sottotitoli in inglese o spagnolo.

 

ENGLISH TRANSLATION

Let’s start by saying that the documentary shows a high level of professionalism. The themes conveyed in the three chapters are developed with much clarity, softened by little animations and a background commentary that adds a level of irony. The creators have certain teaching skills, and those who have the patience to follow the three parts of the documentary will hardly consider returning to watch porn on their laptop. The subject, clearly delicate, is treated, on the one hand, with a certain scientific detachment. On the other hand, when we are faced with witnesses, both men and women, we must listen to the painful remorse of those who have repented. We also share with them the joy for freedom regained.  At no time is obscene material presented. This renders the project suitable for pre-teens (many witnesses interviewed in the documentary say they started watching porn at the age of ten) – at least for the first two parts of the documentary, while the third chapter – where the explanation of how the porn industry works is deepened – is highly recommended for teens to view with a parent or adult.

In the first segment, we explore the effects that addiction to pornographic material has on our brain. As it happens in the following two segments, the explanation starts with an analogy in order to make the viewer aware of the dimension of the phenomenon. In this case, we talk about a certain gentleman in 1848 who was unharmed after an explosion but his personality changed totally: he became rude and obnoxious, he started using foul language: something in his brain had changed.  In fact, experts explain that the brain is made of malleable material that is transformed according to our experiences (technically it is called neuroplasticity). A witness tells how a compulsive use of pornography changed his way of seeing women, who he viewed as objects of pleasure. Another one tells us about his tendency to get bored easily – the loss of the ability to get excited about new things. For all the interviewees, they experienced an impossibility to set plans for the future and feel hope to find true love.

This is the theme of the second segment that aims to explain how porn can impact an irreplaceable component for our growth: relationships with others. Through direct testimonies, we are shown that those who are addicted to pornography are accustomed to an oversized stimulus, try to reconstruct what they have seen, and can no longer express delicacy and respect towards the other, to the point of preferring to concentrate on the extreme scenes they see in videos rather than managing the complexity of reality.

In the third segment, the theme opens to the whole world. It turns out that porn is a $97 billion worldwide business, more than Netflix, Twitter, and Amazon combined. The narrator warns from the beginning of the segment that from that moment on he will not be able to joke about it anymore. And he’s absolutely right. A man and a woman who were actors in porn movies years before are interviewed. With lucidity but with a suffering that cannot be erased, they recount the story of the drive for escalation towards more and more extreme scenes that they have had to endure. The production companies do not interact directly with them but with their pimp/agent who always has convincing methods to keep them going. In the end there is only one solution: alcohol and drugs. Other testimonies about actual events make us realize how sex slavery is particularly relevant. To say that the actors give their consent is a weak excuse to justify oneself for watching porn: often there are constraints exerted by an industry with enormous earnings.

The documentary has had positive responses; only the first part, the one describing the potential changes that the brain can experience from the consumption of pornography, has provoked perplexity from some scholars. Some sites of Christian faith complained that faith was not indicated as a way of breaking an addiction. The state of Utah has authorized the association to present the documentary in schools. In fact, the founders of Fight the New Drug are Mormons, and the state of Utah is traditionally the area of greatest expansion for this faith.

Educational Values/Lack Thereof

The documentary is a valuable tool to stop considering lightly – as it often happens – the problem of pornography and to help us to understand in-depth the damage it can cause.

Audience : Teenagers

The first two segments may be viewed by pre-adolescents (PG): whereas the third segment may be more appropriate for adolescents (PG-13) due to the description of the conditions of psychological violence sex actors endure.

Artistic Judgement

The writers show excellent teaching skills, as they explain concepts with irony, accompanied by animations. The tragic testimonies of witnesses are fundamental.

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Autore

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale Brain Heart World
Paese USA
Etichetta
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