127 ORE
Quando Aron Ralston si avventura da solo tra i canyon senza dire a nessuno dove va, non immagina che un incidente imprevedibile lo condannerà a cinque giorni di solitudine e sofferenza, un braccio bloccato da un masso e nessuna possibilità di comunicare con il resto del mondo. Provato dalla fame e dalla sete, tormentato da allucinazioni e rimpianti, alla fine Aron trova il coraggio per compiere un gesto estremo…
Storia vera di un ragazzo rimasto 127 ore da solo con il braccio schiacciato da un masso in un canyon. Il suo cercare di liberarsi coincide con la ricerca di una verità più profonda su di sé per cui valga la pena di continuare a lottare.
Cloud Eight Films
Everest Entertainment
Darlow Smithson Productions
Valori Educativi
la storia di Aron è di quelle che obbligano a riflettere. Il suo cercare di liberarsi coincide con la ricerca di una verità più profonda su di sé per cui valga la pena di continuare a lottare.
Pubblico
14+Alcune scene di forte tensione, turpiloquio. Da evitare per le persone più impressionabili
Giudizio Artistico
Un meccanismo narrativo estremo che esalta il virtuosismo della regia. Ottima interpretazione di James Franco e colonna sonora di grande efficacia
Cast & Crew
Produzione
Cloud Eight Films
Everest Entertainment
Darlow Smithson Productions
Pathé
Regia
Danny Boyle
Our Review
La personalità esuberante e individualista di Aron (sempre cordiale, ma di fatto impermeabile a un reale contatto umano) ci guida al ritmo di una colonna sonora di grande efficacia all’interno di una vicenda che mette alla prova lo spettatore, ma lo coinvolge in un difficile, ma autentico percorso personale, quello di Aron, che è anche metafora non didascalica del dilemma di un’intera società.
L’individualismo esasperato di Aron (che pure, a quel che capiamo, è vissuto in un famiglia affettuosa e presente), il suo gusto per l’avventura estrema vista come una continua sfida a se stessi, in cui l’autentica meraviglia per la bellezza di ciò che lo circonda rischia di perdersi nell’autocompiacimento per la propria performance, tutto questo è, secondo il regista Danny Boyle, lo stesso “difetto fatale” di fronte a cui si trova l’America, alla quale il nostro prospetta la necessità di un sacrificio doloroso in nome della possibilità di costruirsi un avvenire.
Ma al di là delle metafore, la storia di Aron è di quelle che obbligano a riflettere, come fa il protagonista in una chiave che riesce ad essere di volta in volta giocosa, tragica o commovente (sfruttando i moduli espressivi più vari e valorizzando l’uso che il protagonista fa della telecamerina come luogo in cui trasferire il proprio testamento spirituale e i propri pensieri, ma anche mezzo per impedirsi di impazzire).
È la verità profonda di questa battaglia, fisica e spirituale, che dà alla pellicola, pur nella sua durezza, la forza di traghettare lo spettatore in un viaggio in solitaria reso possibile anche dall’ottima interpretazione di James Franco. Nei suoi occhi trascorre l’insolenza della giovinezza, la superficialità di chi non dà il giusto valore ai rapporti e agli incontri (come quello con una ragazza che ha lasciato andar via per paura di legarsi), ma poi anche la determinazione di chi ha finalmente trovato un punto a cui agganciare la propria esistenza.
Le presenze che circondano Aron nella sua prigione da allucinazione beffarda si fanno richiami alla vita fino alla liberazione, mentre una volta fuori dal canyon l’incontro con persone qualunque disposte ad aiutarlo come meglio possono racconta con semplicità ed efficacia la conclusione di una parabola in cui il riconoscimento della propria “mancanza” (di cui gli resterà una dolorosa memoria con la menomazione) va di pari passo con la coscienza che l’accaduto non è una tragica disgrazia, ma il passaggio di un percorso (“quel masso era lì ad aspettarmi da sempre…” dice lo stesso Aron) attraverso cui trovare una nuova vita.
Autore: Luisa Cotta Ramosino
Details of Movie
Titolo Originale | 127 Hours |
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Paese | USA |
Etichetta | Non classificato |
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