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Mosca, al giorno d'oggi. Un ragazzo ceceno è accusato di aver ucciso il suo patrigno. Le prove appaiono schiaccianti. La giuria popolare, formata da 12 uomini, si riunisce in camera di consiglio. Un solo giurato ha dei dubbi sulla effettiva colpevolezza del ragazzo; a poco a poco, rivedendo tutte le prove a suo carico, altri giurati iniziano ad essere meno sicuri del giudizio di colpevolezza...

Valori Educativi



12 giurati riescono a metter da parte i loro pregiudizi per affrontare con coscienza priva di pregiudizi una causa di omicidio

Pubblico

18+ Alcune raccapriccianti scene di guerra. Un linguaggio con espliciti riferimenti sessuali

Giudizio Artistico



Ottima regia ma anche molto bravi tutti gli interpreti

Cast & Crew

Our Review

Nel magnifico film La parola ai giurati (12 Angry Men-1957)  di Sidney Lumet , ricavato a sua volta da un'opera teatrale, 12 giurati hanno nelle loro mani la vita o la condanna a morte di un ragazzo di 19 anni accusato di aver ucciso il padrigno. 11 persone sono interessate sopratutto a fare in fretta (fa molto caldo) pressati dai loro impegni personali e invischiati in pregiudizi nei confronti  dei ragazzi dei quartieri malfamati della città. Solo il dodicesimo (interpretato da Peter Fonda) vuole cercare di capire, di entrare più in dettaglio, prima di emettere un giudizio di colpevolezza. La forza del film sta tutta qui: chiusi nella camera di consiglio gli uomini discutono, si confrontano, litigano fino a trovarsi concordi nell'evidenza dell'insufficienza di prove.

"Ho sempre pensato che questa è la cosa più notevole della democrazia: noi siamo stati invitati per posta per venire in tribunale per decidere sulla colpevolezza o innocenza di un uomo che non abbiamo mai visto prima. Non abbiamo nulla da guadagnare o da perdere col nostro verdetto. E' proprio per questo signori che siamo forti " dichiara uno dei giurati.

Attraverso le parole di questo bravo cittadino si manifesta l'anima pulsante del film: grazie all'esistenza di una vera democrazia, sotto lo stimolo di pochi  "eroi" che sono in grado di dare il buon esempio agli altri, giustizia e verità trionferanno.

Nikita Mikhalkov, che aveva già curato la versione russa dell'opera teatrale, riprende il film del '57 trasferendolo in una Mosca di oggi, apparentemente con poche varianti: ora l'accusato è un ragazzo ceceno, la scena si svolge non nella sala del consiglio ma in una palestra, perché l'edificio del tribunale è in ristrutturazione. Il film è meno claustrofobico, perché vi sono saltuarie riprese in esterno che servono a farci conoscere l'infanzia del ragazzo nel pieno del conflitto ceceno.

La dinamica è la stessa: persone di varia estrazione che guardano l'orologio cercando di chiudere al più presto la seduta, molti pregiudizi (questa volta contro i ceceni e gli ebrei) ma un solo giusto che invita gli altri a riflettere prima di emettere il verdetto.

Il realtà il lavoro di Mikhalkov, è profondamente diverso nello spirito.

E' significativo a questo proposito il colloquio fra due giurati in presenza di tutti gli altri: "Da diversi secoli il mondo civile si muove seguendo la legge" osserva il primo quasi a rievocare il suo collega americano nel film del '57. L'altro, che si considera il vero portavoce dell' "anima russa", ribatte: La legge è astratta, è priva di anima, non è viva. Un russo non vive senza un rapporto interpensonale, secondo l'equazione se non rubo non vado in galera" Un esempio tipico, osserva il giurato è questa palesta: costruita male, con le tubature in evidenza, tutto è stato aggiustato alla meglio, perché " esistono rapporti interpersonali, rapporti russi".

Nel film americano prevale il tema della validità delle prove, attraverso l'impiego di una logica rigorosa; conosciamo in modo i ndiretto la vita privata dei vari personaggi attraverso le poche parole che si scambiano  durante i minuti di pausa. Nel caso del film russo è diverso: a turno i dodici personaggi mettono a nudo se stessi con una lunga confessione: raccontano di debolezze avute nel passato, del modo con cui quel ragazzo che debbono giudicare non è molto dissimile da loro quando erano giovani o ricordano di come loro stessi, in qualche momento di fragilità, si sono potuti salvare solo grazie alla solidarietà degli altri.
Se nel film del '57 prevale quindi la fiducia nella democrazia e nella forza della ragione, qui siamo più dalle parti di Dostoevskij, della fiducia dell'uomo di risollevarsi dalle proprie colpe, del  "Chi è senza peccato alzi la prima pietra ".

L'apologia dell'animo russo è un tema ricorrente nella produzione di Mikhalkov; significativo a questo proposito Il barbiere di Siberia – 1998: , il rispetto della propria dignità,  della parola data, l'orgoglio verso il paese in cui si è nati ne erano le motivazioni principali. In questo "12", l'autore non rinuncia a un finale non presente nel film del '57 ma molto "russo": Mikhalkov, che è anche uno degli interpreti e figura come un ex- ufficiale, cercherà da solo di aiutare il ragazzo per individuare i veri colpevoli.
Alquanto ambigua la posizione dell'autore nei confronti della guerra cecena (ben lontano dal pacifismo di Alexandra): i genitori del ragazzo ceceno vengono brutalmente uccisi durante il conflitto e la scena finale sembra alludere al fatto che gli assassini siano proprio dei guerriglieri ceceni, non le truppe russe.

Il film riesce a tenere desta l'attenzione dello spettatore nonostante le sue due ore e mezza, grazie all' abilità dell'autore e alla notevole bravura dei protagonisti

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale 12 razgnevannyh muzhchin
Paese Russia
Etichetta
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