TORNERANNO I PRATI

201480 min10+  

Una trincea sul confine, lontana da tutto e da tutti se non dal fuoco nemico; la neve alta che attutisce i suoni ma non ferma la guerra. Negli spazi angusti che non proteggono né dal freddo né dalle pallottole i soldati ricevono ed eseguono ordini che non comprendono, con un pensiero a chi è a casa e uno alla morte che sempre incombe.

In una trincea sul confine durante la Prima Guerra Mondiale, i soldati muoiono ubbidendo a ordini che non comprendono. Un duro atto di accusa di Ermanno Olmi contro quei poteri che impongono di morire nell’insensatezza della guerra


Valori Educativi



Lo sguardo del film si concentra su tanti personaggi che con le loro piccole storie di coraggio e viltà, paura e rassegnazione, vogliono rappresentare un popolo sofferente per le manovre di altri che da lontano dispongono delle loro vite per sete di potere. La risposta sta nel contrasto tra la bellezza poetica della natura coperta della neve e le esplosioni di violenza che la squarciano spezzando vite e futuro

Pubblico

10+

Alcune scene di violenza e tensione

Giudizio Artistico



Molto più convincente dei suoi ultimi lavori, Ermanno Olmi realizza un abile disegno di caratteri regionali

Cast & Crew

Our Review

È asciutto ma nello stesso tempo poetico l’ultimo lavoro di Ermanno Olmi, che dice la sua nell’anno in cui si celebrano i cento anni del primo conflitto mondiale. Al di là della struggente bellezza fotografata dal maestro  accompagnata dal canto di uno dei soldati, però, il giudizio su questo frammento di storia (che è prima di tutto storia di singoli individui, non di una massa) è molto duro. L’insensatezza di quelle morti che si ripetono, ordinate a distanza ma dolorosamente concrete per lo spettatore, è quella di un intero conflitto che si staglia come una macchia nella Storia senza riuscire a fare da monito a nessuno.

Molto più convincente dei suoi ultimi lavori (Cento chiodi e Il villaggio di cartone), Torneranno i prati è paradossalmente più vicino a un altro film “di guerra” di Olmi, Il mestiere delle armi. Rispetto a quello, però, qui non è la figura centrale del condottiero (con i suoi drammi e le sue imperfezioni ma, in ultima analisi, anche una tensione ideale) a dominare la scena. Lo sguardo si sposta su tanti personaggi che con le loro piccole storie di coraggio e viltà, paura e rassegnazione, vogliono rappresentare un popolo sofferente per le manovre di altri che da lontano dispongono  delle loro vite per sete di potere.

Gli orrori della guerra di trincea sono soggetto che è apparso molte volte al cinema ma il film di Olmi, volutamente semplice e lineare, riesce a ricavare uno spazio di riflessione proprio nel porre allo spettatore un interrogativo profondo sull’essere umano, sul suo destino e la sua fine. Una domanda a cui Olmi sembra dare la sua risposta proprio attraverso il contrasto tra la bellezza poetica della natura coperta della neve e le esplosioni di violenza che la squarciano spezzando vite e futuro.

Il giudizio è pesantemente negativo, non sui singoli, di cui il maestro, con abile disegno di caratteri regionali e non solo, suggerisce in poche pennellate l’irriducibile umanità, ma su un potere che schiaccia e dimentica (i prati del titolo non sono il risveglio della primavera ma la tristezza di una colpevole indifferenza) condannando alla ripetizione dell’orrore.

Autore: Luisa Cotta Ramosino

Details of Movie

Titolo Originale Torneranno i prati
Paese ITALIA
Etichetta
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