SQUADRA 49

Il pompiere Jack Morrison è imprigionato in un edificio in fiamme. Mentre i suoi compagni e il suo comandante cercano di raggiungerlo, Jack ripercorre la sua carriera nei vigili del fuoco di Baltimora: il suo arrivo nella squadra, gli scherzi al “pivello”, i primi incendi, il cameratismo della caserma, ma anche l’incontro con Linda, ora sua moglie, ancora ignara del pericolo mortale che corre il marito…

Valori Educativi



Il coraggio e l’abnegazione di una quadra di pompieri. Rappresentazione di solidi valori familiari

Pubblico

10+

Per le scene drammatiche di incendio e di soccorso e riferimenti a implicazioni sessuali prematrimoniali

Giudizio Artistico



Sceneggiatura spesso ancor meno solida degli insidiosi pavimenti su cui camminano i pompieri, in cui le svolte drammatiche sono così da manuale che il pubblico le può indovinare con largo anticipo e in cui spesso i dialoghi sono a dir poco imbarazzanti

Cast & Crew

Our Review

Dopo l’11 settembre saranno stati parecchi i produttori americani a pensare di che era il momento giusto per sfornare un tributo al sacrificio coraggioso di tanti vigili del fuoco nelle Torri Gemelle e, perché no, di farne anche un blockbuster. Ed ecco qui Squadra 49, che ha dalla sua, oltre alla spettacolarità del soggetto, anche due star di un certo calibro (Travolta, nonostante gli occasionali flop, è comunque un nome e Joacquim Phoenix ha colto almeno una parte indimenticabile, il Commodo del Gladiatore).

Il problema è che in questi casi l’onda dell’emozione corre il rischio assai concreto di trasformarsi in retorica. Ed è proprio quello che capita spesso in Squadra 49(il titolo italiano, per la verità, potrebbe spiazzare lo spettatore attento, visto che la squadra di Jack in realtà è la 33, il ladderdel titolo originale è l’autoscala), un film che spesso riesce così nell’arduo compito di farci ridere in momenti apparentemente drammatici, in questo aiutato da un cast che sembra tutto, stranamente, taglia extra-large.

Il problema del film di Jay Russel è forse proprio quello di voler affrontare il suo poderoso tema prendendolo di petto, così che l’affermazione dell’eroismo dei pompieri diventa l’unico motore drammaturgico dell’intera pellicola.

Molto meglio, da questo punto di vista avevano fatto altri film, vecchi ormai di qualche anno, che (proprio come talvolta bisogna fare con gli incendi) avevano astutamente aggirato questo ostacolo, appoggiandosi ad una solida storia di genere, fosse il giallo o il fantasy. In particolare il bellissimo Fuoco assassinodi Ron Howard, che sapeva rendere il fuoco un personaggio vivo quanto gli attori in carne ed ossa, o il meno noto Frequency, con Jim Caviezel in contatto radiofonico soprannaturale con il padre pompiere Dennis Quaid morto trent’anni prima.

Qui, invece, i protagonisti devono contare su una sceneggiatura spesso ancor meno solida degli insidiosi pavimenti su cui camminano (la caduta nel vuoto infuocato è una costante), in cui le svolte drammatiche sono così da manuale che il pubblico le può indovinare con largo anticipo e in cui spesso i dialoghi sono a dir poco imbarazzanti (forse davvero i primi incontri sono così poco esaltanti come quello di tra Jack e la futura moglie, ma allora sarebbe d’uopo una misericordiosa ellissi).

In questo modo, anche l’insistenza del protagonista e dei suoi colleghi sulla loro vocazione a salvare vite umane finisce per risultare fastidiosa persino allo spettatore più ben disposto e trasformarsi in una specie di slogan propagandistico per supermen urbani e bonaccioni. Un peccato perché le descrizioni della vita di caserma, dei suoi riti e dei suoi ritmi, sono forse la cosa migliore di un film che, tutto sommato, vuole soprattutto essere la parabola di una vita spesa in uno dei mestieri più affascinanti del mondo; un po’ più di realismo e di profondità nella dinamica dei sentimenti non avrebbe certo rischiato di sciupare un ritratto che altrimenti diventa in tutto simile ad un’immaginetta.

Alla domanda che rivolge Linda a Jack nel loro primo incontro (e che il comandante Kennedy ripete nel finale) “Come fanno i pompieri a entrare di corsa in un edificio in fiamme mentre tutti corrono fuori per salvarsi?”, la risposta, per la verità piuttosto tautologica, è “Il coraggio”. Come a dire: nessuna risposta. Perché, come sosteneva Don Abbondio, “il coraggio, se uno non ce l’ha, non se lo può dare”. Da gente che esibisce così di frequente la sua fede (la prima domanda alle reclute è se sono cattoliche – anche se poi serve per mettere in piedi una confessione da burletta – e le cerimonie religiose, matrimoni, battesimi e funerali, non mancano: Jack, dopo l’ennesimo salvataggio, riesce anche ad arrivare in tempo per la messa di Natale) ci si sarebbe aspettati qualcosa di più di un proclama nello stile del draghetto Grisù.

Autore: Luisa Cotta Ramosino

Details of Movie

Titolo Originale Ladder 49
Paese USA
Etichetta
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