MARAVIGLIOSO BOCCACCIO
Firenze1348. La peste miete vittime ogni giorno; dieci giovani, sette ragazze e tre ragazzi, si rifugiano in una villa in campagna. Per passare il tempo nel modo più piacevole decidono che a turno, ognuno di loro debba raccontare una storia intorno all’argomento stabilito per quella giornata. Il tema più ricorrente è quello dell’amore, a volte tragico, a volte lieto ma anche racconti arguti, comici e licenziosi.
Valori Educativi
Pubblico
14+Una sequenza cruenta dove una donna viene picchiata e presa a calci. Alcune scene boccaccesche di amanti nel loro letto.
Giudizio Artistico
I fratelli Taviani realizzano cinque novelle del Boccaccio con ottimi attori e con particolare cura agli aspetti estetici. Le sequenze dove compaiono i dieci giovani intenti a raccontarsi le novelle non sono state approfondite e sono di puro raccordo.
Cast & Crew
Produzione
STEMAL ENTERTAINMENT
CINEMAUNDICI
BARBARY FILMS CON RAI CINEMA
Our Review
Dopo l’insospettato successo di Il giovane favoloso sulla vita di Giacomo Leopardi, bene hanno fatto i fratelli Taviani a colorare gli schermi italiani con le pennellate vigorose delle novelle del Boccaccio. La commedia italiana annaspa da tempo, in cerca della vitalità di una volta e in attesa che questo succeda è giusto recuperare un po’ di orgoglio nazionale spostando l’attenzione degli spettatori sui grandi della nostra letteratura.
Le cinque novelle narrate (tutte interpretate da ottimi attori italiani) non monopolizzano lo sviluppo del film, com’era accaduto nel Decameron di Pier Paolo Pasolini del 1971, ma sono state inserite nella stessa cornice già presente nell’opera del Boccaccio: la peste a Firenze del 1348 e la decisione di dieci giovani di rifugiarsi in una villa in campagna. Le immagini della peste sono crude, non solo per la desolazione dei corpi affastellati sui carri ma per lo stravolgimento dei comportamenti umani: superstizioni insensate, padri e madri che abbandonano i loro figli per non restare contagiati, mariti disperati che si fanno seppellire vivi accanto al corpo della moglie. Di fronte a una Firenze che ha perso i suoi punti di riferimento, i dieci giovani, in un contesto protetto, ricostruiscono una società in miniatura, alla quale impongono regole di armonica convivenza (viene imposto di astenersi da incontri amorosi, per non turbare le ragazze che si trovano senza un compagno) e per allietare le giornate inoperose viene stabilito che ognuno a turno intrattenga gli altri con storie su qualsiasi argomento, dal tragico al burlesco. Una sorta di soluzione “laica” per contrastare l’incombenza della morte, alla ricerca di quelle molteplici energie vitali che la nostra esistenza ci può riservare.
Con che criterio i fratelli Taviani hanno scelto, fra le cento a disposizione, le cinque novelle che hanno riproposto nel film? Difficile dirlo. Sembra un saggio dei vari registri che ha voluto toccare il Boccaccio: dalla burla all’amore tragico, fino a quello erotico. Il racconto di Calandrino e l’Elitropia (giornata VIII, novella 3) è l’unico esempio presente di racconto burlesco; le grandi passioni amorose sono invece trattate in tre racconti che vogliono mostrare come l’amore fra un uomo a una donna abbia un valore assoluto in sé, al di là di qualsiasi convenzione sociale. Messer Gentile de Garisendi (X, 4) reclama il diritto di sottrarre la sua amata Catalina allo stesso marito, perché solo lui, Gentile, è stato capace di riportare in vita lei, che era già stata data per morta. Allo stesso modo nella drammatica novella IX,2 la nobile Ghismunda ricorda al padre, che ha fatto uccidere il suo ’amante Guiscardo, reo di essere solo un valletto, che la vera nobiltà è quella che scaturisce dal proprio animo e non dalla posizione sociale. Differente è l’amore che spinge il nobile cavaliere Federico degli Alberighi (V,9) verso monna Giovanna, un caso sintomatico dell’incontro che si stava realizzando in quei tempi, fra tradizione cortese e lo spirito imprenditoriale dell’emergente borghesia commerciante. Uno solo è il racconto licenzioso scelto fra quelli meno triviali. Ne “La badessa e le braghe del prete” (IX,2) si racconta come una badessa, colta in fallo per aver ospitato in camera sua un prete, ribalta con arguzia la situazione a suo favore, reclamando per se e per le altre monache il diritto di soddisfare quell’istinto naturale che Dio stesso ci ha donato. I fratelli Taviani, per una migliore comprensione della novella, mostrano come a quel tempo farsi monaca non era per tutte una scelta personale ma si trattava spesso di una imposizione dei genitori.
Resta aperta un’altra domanda: quale volto del Boccacio ci hanno voluto presentare i fratelli Taviani? Il Decameron di Paolini del 1971, incentrato sulle novelle più erotiche, dove l’istinto sessuale, esercitato per amore o con l’inganno aveva chiaramente un’impostazione vitalistica. Per questo Boccaccio del 2014 elemento unificante può esser considerata è la bellezza:, i volti delle sette ragazze, che richiamano la venere del Botticelli; le dolci e verdeggianti colline toscane; le belle e solide ville di campagna: tutto contrasta con lo squallore della Firenze flagellata dal colera. Se è questo il significato che hanno voluto dare gli autori, resta il dispiacere che le sequenze dove sono presenti i dieci giovani siano poco più che coreografiche, senza un approfondimento dei caratteri ma solo quadri che si accumulano per ricostruire un gusto estetico un po’ fine a se stesso.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | Maraviglioso Boccaccio |
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Paese | ITALIA |
Etichetta | Non classificato |
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