COME FRATELLI
Due papà si ritrovano soli a gestire i loro figli dopo la morte delle mamme: un inno al valore della solidarietà e dell’amicizia. In sala
Melissa e Sabrina sono grandi amiche fin dall’infanzia. Vivono con i loro rispettivi mariti (o conviventi?) Giorgio e Alessandro. Inaspettatamente entrambe restano incinte nello stesso periodo e danno alla luce due maschietti. Una sera le due donne si concedono una serata in un locale mentre i mariti restano a casa a badare ai piccoli. Sul tardi Giorgio e Alessandro ricevono una telefonata: le due donne hanno avuto un incidente d’auto e sono morte entrambe. Ai due uomini non resta che impegnarsi a badare loro stessi ai loro figli ma le giornate si prospettano complicate con notti insonni e discontinuità sul lavoro. Alla fine, un’idea: perché non abitare entrambi nello stesso appartamento? In questo modo i due bimbi potranno fare amicizia e vivere insieme. Si forma in questo modo un’insolita famiglia…
Antonio Padovan
Martino Coli
Valori Educativi
Molto ben rappresentato il valore dell’amicizia nei buoni come nei brutti momenti. Pieno valore attribuito all’amore per sempre fra un uomo e una donna
Pubblico
TuttiGiudizio Artistico
Un racconto garbato con ottimi attori che ha valori importanti da trasmettere. Qualche leggera tendenza alla semplificazione e a inquadrare didatticamente le situazioni
Cast & Crew
Regia
Antonio Padovan
Sceneggiatura
Martino Coli
Our Review
Un brivido scorre dietro la schiena: ancora un film che dileggia l’incapacità dei padri di prendersi cura dei figli piccoli mentre alle mamme basta seguire il proprio istinto così ben registrato nei loro cromosomi? Per restare nell’ambito della produzione italiana, basterebbe ricordare Dieci giorni senza mamma (2019) con Fabio De Luigi e Valentina Lodovini.
In questo film il presupposto non è comico ma tragico (forse un po’ troppo): due mamme muoiono contemporaneamente per un incidente automobilistico. L’esercizio della paternità resta l’unico disponibile per i due piccoli. Il film, fin dall’inizio, mostra il suo volto: non vuole costruire un intrattenimento che giochi sulle incapacità di questi due uomini a gestire una casa e un figlio di quattro anni (per il resto sono bravissimi cuochi): gli spunti comici ci sono ma sono pochi e prevedibili.
Il film, pur sviluppando un racconto semplice e familiare, fra bambini, nonni e asili, vola alto e riflette sul significato dell’amicizia, dell’amore per sempre fra un uomo e una donna, sul valore della famiglia.
Su questo fronte, la regola d’oro di ogni film: mostrare piuttosto che dire viene infranto proprio quando il finale è vicino. In una sequenza vista in retrospettiva, vediamo i quattro coniugi che intorno a un tavolo discutono su cosa sia l’amicizia. I due uomini restano colpiti dall’affiatamento che le due donne hanno fra loro fin da piccole e parlano di effetto “simbiosi”, “fenomeno di co-dipendenza”. Sono poi le ragazze a spiegare loro cosa sia la vera amicizia.
Si tratta, secondo loro, di una partecipazione emotiva ma ognuna resta sé stessa e non c’è bisogno, per essere felici, che anche l’altra sia felice: “Se fosse così la mia felicità sarebbe una sua responsabilità”: il che non è vero.
Anche sull’amore per sempre fra un uomo e una donna è Leonardo, invitato a trovarsi un’altra compagna, a pronunciare la frase definitiva: La ragazza con cui condividere la vita, io, l’ho già conosciuta.
Il regista Antonio Padovan e lo sceneggiatore Martino Coli sono bravi nello sviluppare un racconto che finisce per interessare proprio per i suoi presupposti così paradossali e così insolitamente focalizzato sul fronte maschile (bravissimi Francesco Centorame e Pierpaolo Spollon) ma c’è un’altra regola che il film infrange, quella dettata dai grandi registi italiani del passato: a due terzi del film dovrebbe comparire un colpo di scena, un rimescolamento di carte che ponga tutto in discussione. Al contrario, qui si parla di sentimenti e il film è coerente nell’adeguarsi a una loro lenta, progressiva maturazione nell’animo dei protagonisti.
Potrebbe dare fastidio il fatto che non c’è un cattivo, non c’è un antagonista ma tutti appaiono delle brave persone: i due padri, i nonni, la ragazza di cui uno di loro si innamora, gli amici. Si è creata per i due uomini una situazione eccezionale dopo la morte delle loro donne? Bene: tutti aiutano.
Ancora una volta è uno dei due padri a dare un senso al valore che insieme stanno costruendo:
I momenti difficili non sono quelli dove tutta va storto: la cosa difficile è quando sei felice e non hai nessuno con cui condividerlo.
Il film è ambientato a Treviso. Il regista è nato in quella città e bisogna riconoscere che ci sono bellissime inquadrature di questo gioiello veneto.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Paese | ITALIA |
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Tematiche (generale) | Amore e Famiglia |
Tematiche-dettaglio | Amore per i figli |
Tipologia | Film |
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