PERSONA NON GRATA
Wiktor, ambasciatore polacco in Uruguay un tempo attivista di Solidarnosc, perde all’improvviso l’amata moglie Elena e cade in una crisi profonda, acuita dall’incontro con il vecchio amico Oleg, ora vice ministro degli Affari Esteri russo. Da quel momento Wiktor inizia a precipitare in una spirale di sospetti sul suo passato, ma anche sugli affari interni dell’ambasciata.
Valori Educativi
Il film trasmette un senso di speranza e trascina lo spettatore in una vicenda umana che ha il coraggio di guardare senza sconti al cuore del bisogno dell’uomo
Pubblico
14+Una scena appena accennata in un night club
Giudizio Artistico
Interpretato meravigliosamente da Zbigniev Zapasiewicz e Nikita Mikhalkov, con questo film Zanussi riesce a tessere una complessa trama di sospetti, dandoci un racconto di grande spessore
Cast & Crew
Produzione
Studio Filmowe Tor
Three T Productions
Sinora Srl
Istituto Luce
Telewizja Polka S.A.
Canal +
Regia
Krzysztof Zanussi
Sceneggiatura
Krzysztof Zanussi
Our Review
È stretto tra il dramma personale (l’elaborazione del lutto per la morte della moglie e la necessità di venire a patti con il passato) e l’analisi sociologica (la trasformazione sociale e politica della Polonia a venti anni dallo slancio idealista di Solidarnosc) il bel film del regista polacco Zanussi. Tra i protagonisti principali Zanussi ha scelto anche il collega russo Mikhalkov, nei panni di Oleg, un’affascinante mescolanza di astuzia politica e di sentimento all’orientale, e Jerzy Stuhr, che interpreta l’infido consigliere dell’ambasciata in perenne guerra con Wiktor, una faccia nota al pubblico almeno per i film di Kieslowski, come anche il protagonista Zbigniew Zapasiewicz.
Il vecchio Wiktor, ex attivista clandestino di Solidarnosc passato alla diplomazia, dopo la morte della moglie sente poco a poco sgretolarsi tutte le sue certezze sotto il peso di un sospetto e di una paranoia crescente; rimasto solo, si lascia andare all’alcool e ai dubbi, mentre cerca maldestramente di scoprire le fila di una trama che non capisce. Forse Oleg, che venti anni prima era stato suo amico e simpatizzava per Solidarnosc, invece lo tradiva e aveva avuto una relazione con Elena. E forse Oksana, la moglie russa del suo protetto Waldemar, fotocopia i documenti dell’ambasciata per favorire il suo paese natale (il pregiudizio della Polonia post-comunista nei confronti dell’antico padrone è uno dei temi secondari film).
L’ambientazione del film in Uruguay, tra militari corruttibili e diplomatici ambigui (non manca l’intrigo economico politico) può riportare alla memoria atmosfere alla Graham Greene o Evelyn Waugh, eppure la Polonia, con le sue contraddizioni irrisolte, le pesanti eredità di decenni di comunismo, l’entusiasmo per “gli affari” ingenuo e spietato al tempo stesso (bella e concreta definizione di un capitalismo non ancora del tutto digerito) è sempre presente nelle parole e nella mente dei protagonisti.
Tutti quelli che stanno intorno a Wiktor, se pure forse non colpevoli di ciò di cui lui li accusa, si rivelano comunque campioni di un’umanità molto più fragile e meno idealista della gioventù di venti anni prima. Così il giovane che per fare soldi fa il facchino e lo spogliarellista (gli serviranno per aprire un night una volta tornato nella madrepatria) sa che a cambiare la Polonia sono stati Solidarnosc, il Papa, Regan e forse Gorbachev, ma alla fine quello che conta sono i soldi e il potere. E una moglie innamorata può allo stesso tempo raccogliere e conservare le prove che le serviranno a ricattare il marito in caso di un futuro abbandono.
Prigioniero delle sue ossessioni, Wiktor perde la capacità di comunicare con il mondo, di fidarsi di qualcuno e, dopo essere stato costretto ad abbattere il suo cane, unico ricordo della moglie defunta e compagno fedele, si trova completamente solo di fronte alle rovine di una vita con cui ha perso la connessione.
La verità, alla fine, sarà ben diversa da quella che Wiktor, nel suo delirio solitario arriva ad immaginare, e richiede, come suggerisce saggiamente l’ortodosso Oleg al cattolico Wiktor, anche l’impeto del cuore oltre che il lavorio del cervello, sfidandolo, con una fotografia strappata, a trovare in stesso le risposte alle sue domande.
Il percorso di Wiktor, struggente e spesso tragico, è quello di un perdente, forse quasi di un alienato, ma non è privo, alla fine, di una speranza e trascina lo spettatore in una vicenda umana che ha il coraggio di guardare senza sconti al cuore del bisogno dell’uomo. Se quello che crediamo di sapere si rivela spesso solo una parte di quello che è, non è detto che ciò che ancora non vediamo non sia la chiave per la riconciliazione con se stessi e con il mondo.
Autore: Laura Cotta Ramosino
Details of Movie
Titolo Originale | PERSONA NON GRATA |
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Paese | Polonia/Francia/Italia |
Etichetta | FamilyOro |
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