MONACO – SULL’ORLO DELLA GUERRA

2022130 min10+   Politica

Il trattato di Monaco del 1938 ha avuto il merito di aver ritardato la guerra di un anno oppure si è trattato solo di cadere nell’inganno di Hitler? È stato giusto sacrificare i Sudeti per cercare la pace in Europa? Il film, che ha un indubbio valore divulgativo, anche se imperfetto in alcune parti, cerca di rispondere a queste domande. Su Netflix

 

Nel 1932 tre giovani, ballando il foxtrot e bevendo spumante a profusione, festeggiano la loro laurea a Oxford. Si tratta dell’inglese Hugh Legat, con i suoi due amici tedeschi Paul e la sua fidanzata Lena. Si dividono in tre l’ultima sigaretta e Paul si mostra pieno di entusiasmo per tornare a vivere ne/lla  nuova Germania che si sta formando (quella di Hitler), con la disapprovazione di Lena.

Sei anni dopo sono tutti al lavoro in posizioni di prestigio: Hugh è segretario privato del primo ministro Chamberlain mentre Paul è incaricato di revisionare la stampa estera per Hitler. La pace è minacciata: Hitler vuole riprendersi i Sudeti che erano stati tolti alla Germania alla fine della prima Guerra Mondiale e annettersi tutta la Cecoslovacchia. Chamberlain è impegnato a trovare una soluzione diplomatica che possa garantire la pace e riesce, con la mediazione di Mussolini, a organizzare un incontro a Monaco con Hitler, Mussolini e il primo ministro francese Daladier.
Intanto Paul entra in possesso di un documento riservato (grazie alla sua fidanzata Helen Winter che lavora nella segreteria di Hitler) dove risultano evidenziate tutte le vere intenzioni di conquista del dittatore. Paul, che nel frattempo si è unito a un gruppo di congiurati, decide di recarsi a Monaco con l’intento di consegnare il documento al primo ministro inglese. Anche Hugh viene invitato dallo spionaggio inglese a recarsi a Monaco al seguito di Chamberlain  perché   hanno ricevuto informazioni riguardo a questo importante documento. I due amici si incontrano; Hugh riceve il documento da Paul ma non sa come trovare il modo di consegnarlo a Chamberlain. Paul insiste ma intanto la conferenza è ormai iniziata…


Valori Educativi



Il serial evidenzia bene la complessa situazione diplomatica che ha partorito il trattato di Monaco del 1938 ma alla fine prevale il principio che il fine giustifica i mezzi

Pubblico

10+

Si accenna a vessazioni compiute su una donna, senza nulla far vedere

Giudizio Artistico



Il film ha il coraggio di affrontare un tema molto complesso e ricostruisce bene situazioni e ambienti di quel tempo. Ottimo Jeremy Irons nella parte di Chamberlain ma il racconto dei due giovani e della ragazza coinvolti in quel decisivo incontro non raggiunge l’obiettivo di coinvolgere emotivamente lo spettatore

Cast & Crew

Jeremy Irons

Chamberlain

Jannis Niewöhner

Paul von Hartmann

Sandra Hüller

Helen Winter

Ulrich Matthes

Adolf Hitler

Sceneggiatura

Ben Power

Sceneggiatura

Our Review

Monaco

La foto di Chamberlain che, scendendo dall’aereo, sventola l’accordo raggiunto a Monaco con Hitler fra gli applausi generali, è ben presente nella memoria collettiva dei grandi ma anche dei piccoli, quando iniziano a studiare la seconda guerra mondiale. Noi ora sappiamo com’è andata a finire ma ciò non riduce affatto la gravità dei dubbi di quel tempo. Era giusto sacrificare i Sudeti per raggiungere un “bene superiore” cioè la pace mondiale? Era facile prevedere in quei giorni che Hitler stesse solo mentendo spudoratamente riguardo ai suoi reali obiettivi? Ben venga quindi un film con intenti divulgativi che riporti in evidenza quei momenti, in particolare per le giovani generazioni.
Com’è giusto in ogni narrazione che cerchi di intrattenere, i reali eventi storici sono presenti solo come sottofondo mentre noi assistiamo all’evolversi delle vicende di due giovani di fantasia: un inglese (Hugh) e un tedesco (Paul) che hanno, come patrimonio culturale comune, una laurea ad Oxford. Il racconto li segue soprattutto a Monaco, dove, spettatori privilegiati dei vari incontri ufficiali fra i capi di stato europei presenti. cercano, superando le pesanti formalità del protocollo e i controlli della Gestapo, di incontrarsi privatamente e  decidere come comportarsi. Non mancano momenti di tensione quando Paul mostra all’amico la pistola con la quale intende uccidere il dittatore, mentre Hugh lo scongiura di non rischiare la propria vita. Ci sono altri due personaggi ben delineati. Si tratta di Chamberlain interpretato da un Jeremy Irons molto somigliante, visto nel suo sincero impegno per mantenere la pace ma molto inglese nella correttezza dei modi  e forse un po’ troppo incerto nelle decisioni. Del tutto insolita la figura di Hitler. Finalmente non ci viene presentato un dittatore-macchietta ma un uomo che ha comunque qualcosa di inquietante: a suo dire, dichiara di conoscere le vere intenzioni di una persona solo guardandolo negli occhi.

Si tratta indubbiamente di un film ambizioso che non poteva certo entrare nei troppi dettagli di una situazione complessa. Il pericolo di un Hitler aggressivo non era certo nato in quel momento ma era frutto da tempo degli effetti della politica dell’appeasement praticata dai governi inglesi che aveva consentito il completo riarmo dei tedeschi e anche un Hitler contento dei risultati dell’incontro di Monaco non corrisponde alla insoddisfazione da parte di Hitler di esser stato costretto per il momento, a non annettere l’intera Cecoslovacchia ma solo i Sudeti. Corretto invece il riferimento a una possibile ribellione all’interno dell’esercito: il generale Beck aveva provocato la “crisi di maggio”, convinto che la Germania non era ancora pronta ad affrontare una guerra totale.

Monaco

Non sono però poche le incompiutezze del film: il ministro francese Daladier e Mussolini sono appena delle comparse ma soprattutto la figura di Lena, che ricompare solo brevemente nel finale, che ha la sola funzione di ricordare agli spettatori, sia pur di sfuggita, la violenza dell’antisemitismo tedesco.

Resta da considerare la linea di difesa, quasi una difesa d’ufficio, del ministro Chamberlain. Messo sotto accusa dopo il trattato, Chamberlain ribadisce che era giusto tentare comunque; se l’accordo fosse stato mantenuto si sarebbe conquistata la pace; in caso contrario tutto il mondo avrebbe conosciuto la falsità di Hitler e i paesi i paesi democratici si sarebbero mossi contro di lui, inclusi gli Stati Uniti.

Una nota finale chiarisce che con il trattato la guerra fu rinviata di un anno, consentendo agli alleati di meglio armarsi.

Resta da considerare il racconto sui due giovani; sono coscienti del dramma che si sta consumando ma non c’è un vero pathos in loro. Ci appaiono sempre impeccabili nell’espletare le loro funzioni ufficiali, restano come  ingabbiati nel loro status di giovani appartenenti a una élite e  alla fine poco accade.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Etichetta
Paese Gran Bretagna
Pubblico
Tipologia
Titolo Originale Munich – The Edge of War
Tematiche (generale)
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