JACK DI CUORI
Una ragazza orfana ormai maggiorenne che è sempre vissuta di espedienti affronta il complesso mestiere di educatrice di una bambina autistica. Un’esperienza che le cambierà la vita. Su Prime Video
Jack , ragazza orfana vissuta in orfanatrofio, ha compiuto 18 anni e ha quindi la possibilità di emanciparsi trovando un lavoro. Si tratta di un obiettivo per lei particolarmente importante perché una entrata fissa le consentirebbe di ottenere la custodia legale della sua amata sorella minore. Attraverso sotterfugi e documenti falsi riesce a costruirsi un rispettabile curriculum che le consente di essere assunta come assistente di Glory, una bambina autistica. All’inizio Jack cerca solo di sfruttare la situazione ma poi finisce per compenetrarsi nel compito che le è stato affidato e Kay, la madre della bambina, apprezza i progressi raggiunti. Si stabilisce anche un’intesa fra Jack e Robert, il fratello maggiore di Glory. Ma la polizia bussa alla porta perché è stato scoperto l’inganno di Jack…
Janet Grillo
Jennifer Deaton
Valori Educativi
Una madre è totalmente dedicata a prendersi cura di sua figlia diversamente abile. Una ragazza commette degli errori ma sa poi accettare la giusta punizione, Pronta a cambiare vita
Pubblico
TuttiGiudizio Artistico
Il film racconta con diligenza le molteplici sottotrame che lo compongono ma non si intravede un cuore pulsante, un’emozione dominante
Cast & Crew
Annasophia Robb
Famke Janssen
Regia
Janet Grillo
Sceneggiatura
Jennifer Deaton
Our Review
Jack ha ormai deciso di impegnarsi a superare l’insondabile incomunicabilità che la separa dalla bimba Glory. Accende il televisore e si guarda il film The Miracle Worker (Anna dei Miracoli) -1962- di Artur Penn con una magnifica Anne Bancroft (Anne). In quel caso la piccola Helen era cieca e sorda e, viziatissima, poteva permettersi ogni cosa. Un film intenso e duro risultava molto aderente alla realtà di una situazione complessa: solo la determinazione, Anne raggiunge i risultati sperati. Non molto dissimile è stato Marie Heurtin – dal buio alla luce (2014). Anche in quel caso Marie era sordomuta e cieca, viveva come una selvaggia in casa dei suoi genitori. Sarà suor Margherita a vedere un’anima sensibile dietro quel silenzio e a trovare per lei il linguaggio per i cieco-muti.
Ora il tema viene riproposto per Glory, una ragazza autistica ma l’attenzione si estende alla condizione di Jack, ragazza orfana, abituata a vivere di sotterfugi e ai due genitori della bambina, il cui rapporto è appesantito da giornate difficili: una madre interamente dedicata a sua figlia e un padre che fatica a trovare i soldi richiesti per le cure della figlia. Hanno due figli adolescenti ma i rapporti, soprattutto con il padre, sono tesi.
Jack si inserisce in questo contesto (assistenza a casa e scuola, incontro con il logopedista,..) impegnata continuamente a mentire per rendere credibile la sua posizione di istitutrice diplomata e rischia molto perché i suoi atteggiamenti insofferenti nei confronti della bambina tradiscono la sua impreparazione.
Il film ha momenti di tensione ma non ha i toni gravi di un dramma (come accadeva invece Anna dei Miracoli). Lungo lo sviluppo del racconto non manca una componente provvidenziale: Glory, desiderosa di trovare un lavoro per ottenere l’affido per sua sorella, trova comprensione e aiuto concreto presso la Community Support and Assistance della vicina chiesa cristiana. I suoi ripetuti errori nella gestione della bambina (più volte non riesce più a ritrovarla) vengono mitigati da Robert , uno dei figli della coppia, che sa dove sua sorella ama nascondersi- Quando alla fine Jack confessa a Kay di essere una orfana, si stabilisce, fra le due donne, una intesa solidale. I personaggi sono tutti “umani” nel senso che nessuno è indefettibilmente buono o cattivo ma ognuno sa di essere fragile, di commettere degli errori e alla fine trova il modo di aiutare gli altri. La stessa Jack finisce per appassionarsi al mestiere (acquisito con l’inganno) di educatrice della piccola e con il suo istinto trova il modo di avviare una utile e affettuosa comunicazione con la bambina.
Il film beneficia di una narrazione lineare, può esser seguito senza difficoltà. Tutto è bene quel che finisce bene ma il racconto ha troppi personaggi e troppe sottotrame: l’effetto è quello di un affastellamento di personaggi e di storie che fa perdere linearità nel racconto.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Paese | |
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Tipologia | |
Titolo Originale | Jack of the Red Hearts |
Tematiche (generale) | Malattia incurabile |
Tematiche-dettaglio | Il dolore, la malattia, la morte in famiglia |
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