Per fortuna Aldo, Giovani e Giacomo hanno ritrovato la loro vena creativa.
Dopo il deludente Il cosmo sul comò, film a episodi imperniato su sketch da cabaret non sempre riusciti e spesso surreali, il trio è tornato a raccontare una storia, si è avvicinato (senza però raggiungerli) ai precedenti successi di Tre uomini e una gamba, Chiedimi se sono felice e Tu la conosci Claudia?.
Con un esempio di intelligente umiltà hanno evitato di essere protagonisti assoluti ed hanno accettato di farsi affiancare da comprimari di tutto rispetto, a iniziare da Angela Finocchiaro nella parte dell'ispettore di polizia perfettamente in grado di sostenere la loro comicità, ma anche Giorgio Colangeli nella parte di un potenziale suocero guerrafondaio e la rivelazione Mara Maionchi nella straripante irruenza di una suocera burbera e manesca.
Grazie anche alla regia di Giovanni Veronesi, si ha l'impressione di una squadra ben oliata che porta avanti un impianto narrativo compiuto, costruito su tre storie distinte ma inesorabilmente connesse dalla comune passione delle bocce e da una solidarietà di fondo fra i tre uomini. Arricchisce non poco il film la colonna sonora nella quale primeggia Mina con una canzone originale.
Aldo, Giovanni e Giacomo, tutti e tre con qualche non piccolo difetto, occasione immancabile per gag comiche: Giovanni è un veterinario che tratta ruvidamente gli animali (o li sfrutta, come quando fa guidare la sua macchina a uno scimpanzé) ed è sottoposto allo stress di una doppia famiglia, una a Milano e l'altra a Lugano; Giacomo è un dottore, vedovo inconsolabile che a fatica si accorge delle avance della simpatica e solare collega Sara D'amario (unica comicità surreale del film: il sogni ricorrenti di Giacomo in una ambientazione favolistica); Aldo, un mantenuto poco amante del lavoro e condizionato dal vizio del gioco, continua a combinare guai nei suoi vani tentativi di racimolare qualche soldo.
Per fortuna i tre plot paralleli, vissuti attraverso continui flashback, che avrebbero rischiato di far scivolare il film nel genere a episodi, si unificano in questura davanti all'ispettore Finocchiaro che con i modi sbrigativi di chi vuole assolutamente chiudere l'indagine prima di mezzanotte crea in loro una salutare crisi di coscienza.
Un film gradevole dove si ride finalmente senza volgarità. Se c'è un'osservazione da fare confrontando questo lavoro con altri del genere comico e commedia, si nota una certa vocazione per un racconto non contestualizzato in una realtà definita, che tende alla comicità astratta.
E' sicuramente una scelta possibile ma in questo modo evitano da una parte la comicità graffiante di tanta gloriosa commedia italiana che ha saputo imbastire una puntuale satira dell'Italia del loro tempo e dall'altro, senza rinunciare a nessuna delle loro gag comiche, non toccano nel profondo l'animo dello spettatore con con valori e significati universali.
Ma di Charlie Chaplin ce n'è uno solo.
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