Quella sera dorata – The City of our Final Destination

Omar Razaghi, dottorando in letteratura all’Università del Kansas, parte per l’Uruguay spronato da Deirdre, fidanzata dal carattere prepotente e dominante, per cercare di convincere i familiari dello scrittore Jules Gund, morto suicida, a concedergli l’autorizzazione per scriverne la biografia. Mentre trascorre del tempo con loro, però, capisce ciò che vuole davvero dalla propria vita, e trova finalmente il coraggio per cambiarla.

Con questo film James Ivory resa coerente al suo stile con l'eleganza dell'ambiente e la bellezza delle immagini. La storia non è costruita con l’attenzione dovuta, i personaggi vanno dietro a relazioni senza consistenza ma le interpretazioni sono ottime e la resa esotica dei paesaggi danno un’aurea magica e quasi anacronistica, alla pellicola


Valori Educativi



Ambientazione decadente, incrocio di relazioni senza consistenza

Pubblico

18+

Qualche accenno di nudo e di baci omosessuali.

Giudizio Artistico



Mentre la storia non è costruita con l’attenzione dovuta, sono ottime le interpretazioni degli attori e la resa esotica dei paesaggi che danno un’aurea magica e quasi anacronistica, alla pellicola.

Cast & Crew

Our Review

Nella famiglia del defunto Jules Gund i ruoli sembrano da subito confusi, le relazioni improbabili e ambigue: moglie (Caroline, bella ed algida), amante (Arden, delicata e dai tratti da bambina) e figlia avuta all’amante (la dolce Porzia), vivono sotto lo stesso tetto e si vogliono bene a modo loro e nonostante tutto, mentre Adam, il fratello di Jules, non più giovanissimo, ha una relazione omosessuale con il figlio-adottivo Pitt, ormai adulto e suo partner dichiarato. Adam si mostra subito dalla parte del protagonista Omar e consenziente al suo progetto di scrittura e anche Arden, dapprima sfavorevole, cambia idea, attratta dall’affascinante e giovane studioso americano di origine iraniana. Tra i due nasce presto un’intesa fatta di sguardi, di sottintesi, di casti baci rubati. Ogni personaggio ha in sé il desiderio inconscio di cambiare la propria vita: Omar è infelice con Deirdre e vorrebbe essere più indipendente; Arden è ancora giovane e bella e sente nostalgia dell’amore; Caroline sogna di vivere la cultura dell’Occidente e non di subirne il riflesso, passivamente intrappolata nei suoi dipinti che nessuno, eccetto loro, vedrà mai; Adam sente che sta invecchiando e per paura che un giorno Pitt si senta in dovere di rimanergli accanto solo per riconoscenza, vuole lasciarlo libero e allontanarlo spontaneamente. Nel corso della vicenda ogni personaggio subisce un’evoluzione, un cambiamento che lo porterà a dare una svolta alla propria esistenza.

Peccato che tale crescita non sia sempre sufficientemente motivata e giustificata dalla storia. Nonostante i personaggi siano ben caratterizzati, il protagonista è troppo passivo: il suo cambiamento personale, inconscio, avviene mentre è impegnato alla conquista di un obiettivo tangibile (l’autorizzazione dei familiari di Gund alla biografia), che però è raggiunto non grazie alle proprie doti persuasive su Caroline, l’unica che continua a negare il consenso, ma per merito di un’idea di Adam.

Omar, insomma, non ha alcun merito nella storia: è sempre dominato e costantemente insicuro. Dopo lo shock anafilattico causato dalla puntura di un’ape, entra in coma e, anche se si risveglia più per merito delle cure amorevoli di Arden, di cui si è innamorato (in pochi giorni?), che per la presenza ingombrante di Deirdre, torna negli Stati Uniti con la fidanzata.

Ha ottenuto ciò che apparentemente voleva, la cattedra universitaria, ma scopre che forse era più un’aspirazione di Deirdre per lui, che un suo desiderio. È infatti un professore frustrato: mentre lui parla (guarda caso) del potere che ciascuno di noi ha di agire sul proprio destino e cambiarlo, i suoi studenti appaiono svogliati e pronti a defilarsi al suono della campanella, mentre in un’altra scena delle studentesse si prendono gioco di lui tirandogli delle palle di neve, come si fa tra compagni. La scena è quasi grottesca, perché Omar è totalmente incapace di farsi rispettare e risulta davvero un personaggio senza spina dorsale, debole, privo di personalità, poco attraente e simpatico perché il pubblico possa empatizzare con lui.

Nonostante parte del cast fosse già collaudato (Casa Howard e Quel che resta del giorno), questa volta il film di Ivory delude un po’. Tratto dal romanzo dell’americano Peter Cameron, Quella sera dorata ci guida verso un finale prevedibile e scontato e l’ultima scena, che abbandona i protagonisti per farci vedere che fine hanno fatto Caroline e Deirdre, risulta superflua.

A salvare il film non è tanto la storia, la cui escalation non è costruita con l’attenzione dovuta, ma le ottime interpretazioni degli attori, soprattutto di Hopkins e della Linney, e la resa esotica dei paesaggi uruguayani (anche se gli esterni sono stati girati in Argentina): natura, ampi spazi, ritmi diversi, più rilassati e il tempo, che sembra rimanere sospeso e quasi ovattato, dando un’aurea magica, e quasi un po’ anacronistica, alla pellicola. 

Autore: Eleonora Fornasari

Details of Movie

Titolo Originale The City of our Final Destination
Paese Gran Bretagna
Etichetta
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