DUPLICITY
Dubai. Ray Koval, spia del MI6, viene sedotto e derubato di importanti documenti da Claire Stenwick, al soldo della CIA. I due si rincontrano tre anni dopo a Roma e, nonostante la reciproca sfiducia, finiscono a letto insieme. è Claire a proporre a Ray di “entrare in società”; lasceranno il settore pubblico e tenteranno il colpo grosso sfruttando la guerra dello spionaggio industriale. Altri due anni e li ritroviamo ad operare, apparentemente su fronti avversi, nella lotta senza quartiere tra due colossi farmaceutici. È l’occasione che stavano aspettando per fregare tutti e filarsela, sempre che si
Valori Educativi
Due persone che per mestiere sono allenate per non fidarsi di nessuno, scoprono gradualmente un sentimento reciproco
Pubblico
14+Alcune scene sensuali. Saltuariamente linguaggio volgare
Giudizio Artistico
La storia, sospesa tra i toni della commedia brillante e quelli del dramma-thriller, non trova una strada convincente e finisce per rimanere un po’ freddina
Cast & Crew
Regia
Tony Gilroy
Sceneggiatura
Tony Gilroy
Our Review
Tony Gilroy, dopo il cerebrale e complesso Michael Clayton, atto di accusa alle multinazionali e al loro spietato giro di affari che travolge persone e moralità, torna a giocare su un campo affine, ma scegliendo, per la verità con alterna convinzione, la chiave della commedia brillante e del doppio/triplo gioco sullo stile del franchise di Oceans Eleven (non a caso ritroviamo Julia Roberts, presente anche in questi film).
Protagonisti della storia (ma scopriremo assai meno padroni del gioco di quello che credono) sono due ex spie, lui inglese, ruvido ed efficace agente sul campo, lei raffinata doppiogiochista (e sempre un passo avanti alla sua controparte maschile). I due si incontrano, si fregano e si amano sullo sfondo di una serie di location ultralusso che in breve li inducono a progettare un futuro a cinque stelle a spese di qualche industriale in cerca di intelligence qualificata, la nuova frontiera di impiego per gli 007 stufi di correre pericoli per uno stipendio da statali.
Detto fatto i due si trovano coinvolti nel gioco spietato tra due industriali farmaceutici cattivissimi e un po’ sopra le righe (Tom Wilkinson e Paul Giamatti), posta in palio un prodotto misterioso (il classico McGuffin, la preda invisibile dai tempi di Alfred Hitchcock) capace di cambiare le sorti delle due aziende.
Gilroy, come in Michael Clayton, complica la storia con l’uso di flashback che costringono lo spettatore a correggere progressivamente il proprio punto di vista sulla storia fino al (prevedibile) colpo di scena finale.
Purtroppo, nonostante l’innegabile mestiere del regista e la simpatia dei due protagonisti, la storia, sospesa tra i toni della commedia brillante e quelli del dramma-thriller, non trova una strada convincente e finisce per rimanere un po’ freddina. In teoria l’idea di raccontare il percorso verso l’amore (che per definizione richiederebbe la fiducia reciproca) di due persone che per mestiere sono allenate a non fidarsi di nessuno, utilizzando gli schemi narrativi di un racconto di genere non sarebbe stata male.
Quello che però manca a Duplicity, paradossalmente, è proprio lo spazio necessario a far apprezzare al pubblico il passaggio, nient’affatto scontato, tra l’innegabile attrazione fisica tra Claire e Ray e un sentimento reale. Sarà per questo che alla fine la pellicola lascia in bocca un senso di insoddisfazione, come un piatto ben cucinato a cui manchino uno o due ingredienti fondamentali. Non si rifiuta di pagare il conto, ma difficilmente si consiglierà il ristorante agli amici…
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | DUPLICITY |
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Paese | USA |
Etichetta | Non classificato |
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