Nonni
Il dodicenne Paul va alla prima classe delle medie in una scuola pubblica. Imparerà presto la persistenza (siamo negli anni ’80) di discriminazioni nei confronti degli afroamericani e degli ebrei a cui la sua famiglia appartiene. Un ricordo degli anni della gioventù dell’autore ben raccontato ma amaro nelle conclusioni. In Sala
Jackson, Kentucky, sui monti Appalacchiani, 1997. Il giovane J. D. Vance è arrivato con la madre Beverly e la sorella maggiore Lindsay dall’Ohio per fare visita alla nonna, chiamata Mamaw. Si tratta di uno dei pochi momenti sereni che Vance, ora studente di legge a Yale, ricorda, perché la vita della sua famiglia non si può certo considerare tranquilla. La nonna, rimasta incinta a tredici anni, è vissuta con un uomo ubriacone e violento finchè non si sono separati; la madre, ha accumulato solo relazioni instabili e ha finito per perdere il posto di lavoro all’ospedale perché tossicodipendente. Ora Vance, che è riuscito, grazie al suo impegno negli studi, a riscattre la sua infanzia difficile, ha ricevuto una convocazione per i giorni successivi per un importante colloquio di lavoro ma la sorella lo chiama: deve tornare urgentemente in Ohio perché la madre è stata ricoverata per overdose. Jackon è combattuto, non vuole perdere questa importante occasione di lavoro, ma deve pur sempe prendersi cura della famiglia...