THE LONE RANGER
Texas, subito dopo la guerra civile. John Reid è un procuratore legale che conosce solo le buone maniere e coltiva l’ideale di una società civile fondata sull’ordine e la giustizia ma si ritrova ben presto coinvolto in una realtà violenta dove i più potenti vogliono sopraffare i più deboli. Tonto è un indiano cherokee che ha commesso un errore da giovane e per questo ha dovuto lasciare la sua tribù. Decidono di unire le loro forze per combattere i nemici di turno…
Il cavaliere solitario con la maschera e il nativo americano Tonto combattono contro le ingiustizie del West. Il team che ha decretato il successo de “I pirati dei Caraibi” ci riprova riesumando il filone del far West. Divertente senza voler pretendere di più.
Jerry Bruckheimer Films
Gore Verbinski
Valori Educativi
I nostri eroi combattono con ardimento contro i delinquenti, gli avidi e i profittatori
Pubblico
10+Si allude a una scena cruenta che però non viene mostrata
Giudizio Artistico
I film eccelle nelle scene di azione, nelle catastrofi e nelle fughe rocambolesche. Mette in scena uno spettacolo divertente ma lo sviluppo dei personaggi è particolarmente modesto.
Cast & Crew
Produzione
Jerry Bruckheimer Films
Regia
Gore Verbinski
Our Review
Il film inizia nel 1933 a S. Francisco (sullo sfondo della baia si intravede il Golden Gate ancora in costruzione) quando l’indiano Tonto ormai centenario, relegato in un museo del West, inizia a raccontare la sua storia. La data non è casuale: è proprio nel 1933 che inizia la trasmissione radiofonica del Cavaliere solitario che ebbe un successo enorme: durò fino al 1954 dopo quasi 3000 episodi. Da allora ci sono stati serie televisive, film, fumetti che hanno ripreso la leggenda dell’integerrimo cowboy mascherato che lotta per la giustizia affiancato dal nativo americano Tonto che nella versione originale fungeva da sola spalla e sostegno nei momenti difficili.
Ora la squadra della trilogia I pirati dei Caraibi (il regista Gore Verbinski, il produttore Jerry Bruckheimer, gli sceneggiatori Ted Elliott Terry Rossio, affiancati anche da Justin Haythe) provano a ripeterne il successo a beneficio soprattutto delle famiglie e dei ragazzi individuando nel westwen il nuovo filone da dove estrarre avventure a piene mani ma soprattutto puntando su Jonny Deep che trasforma il nativo americano da semplice spalla in protagonista incaricato di garantire ilarità e simpatia.
Il western dunque. E’ come se si fosse voluto partire dagli inizi,a beneficio delle nuove generazioni. Se la Monument Valley è sempre stato sinonimo di western, qui ci viene ammannita a piene mani in tutte le angolature: non è solo lo scenario per qualche cavalcata solitaria ma è stato costruito un intero villaggio con tanto di passaggio di ferrovia . Bisogna riconoscere però che l’ampio impiego di riprese all’aperto, la polvere, i volti duri dei caratteristi, i primi piani della pistola impugnata o della stella da sceriffo rimandano a un solo grande regista del genere: Sergio Leone.
Il film esprime tutto se stesso (ovviamente con un ampio uso della CG) nelle scenografiche e fracassone sequenze d’azione che si svolgono soprattutto all’inizio e nel finale, dove il treno funge da protagonista assoluto. Quando però si passa alle scene dialogate, dove dovremmo conoscere meglio i protagonisti, c’è come una caduta verticale: le battute sono scialbe, il confronto dei caratteri non decolla e si aspetta impazienti che i due protagonisti finiscano per infilarsi in qualche nuovo guaio per sottrarli a una situazione imbarazzante. Se la figura di Tonto non presenta problemi perché non è il Tonto originale ma è semplicemente Jonny Deep che gigioneggia con una nuova maschera, quella di John Red/Il cavaliere solitario ha il suono fesso di una moneta falsa. La sua fede pura in una America regolata dalla giustizia, dove i delinquenti hanno diritto a un regolare processo senza spirito di vendetta, poteva andare bene per un eroe a stelle e strisce degli anni ‘40 o ’50; oggi, dopo tanti film che ci hanno proposto personalità sicuramente più ambigue e complesse, sembra che si sia voluto innestare un eroe vecchio in un film nuovo.
Il film, anche se in modo sporadico, tenta di sottrarsi dallo schema di un western puramente letterario e cerca di ricostruire lo spirito di quel momento storico: se un gruppo di fedeli battisti invita John Red a leggere con loro le Sacre scritture, lui esibisce pronto quella che è la sua Bibbia:I Due trattati sul governo di John Locke. C’è anche un lungo discorso del magnate delle ferrovie (un richiamo al Cornelius Vanderbilt che proprio in quegli anni stava costruendo il suo impero nel settore dei trasporti) su come le ferrovie sarebbero state la chiave per un progresso e una ricchezza senza limiti e come chi ne avesse posseduto il controllo sarebbe diventato il padrone della nazione (idea illusoria ma valida a quel tempo, perché il nascente capitalismo monopolista avrebbe presto assunto altre forme: quelle dell’acciaio ma soprattutto del petrolio).
Alla fine il film risulta gradevole e spettacolare con molte scene divertenti: l’importante è non pretendere molto di più.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | The Lone Ranger |
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Paese | USA |
Etichetta | FamilyVerde |
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