THE DREAMERS I SOGNATORI
Nella Parigi del ’67, mentre per strada crescono le rivolte giovanili, tre ragazzi si rinchiudono in un appartamento; attraverso il sesso e la cinefilia compiono la loro personale e discutibile rivoluzione.
Valori Educativi
Narcisismo, depravazioni intellettuali di giovani troppo annoiati
Pubblico
DiseducativoNumerose scene di nudo, situazioni scabrose e scene di violenza
Giudizio Artistico
Bertolucci unisce all'abilità della regia la ricchezza del dialogo per costruire un gioco molto intellettuale
Cast & Crew
Regia
Bernardo Bertolucci
Sceneggiatura
Gilbert Adair
Our Review
Bertolucci dice di aver voluto raccontare il ’68 attraverso gli occhi di tre ragazzi “innocenti”: i fratelli Theo e Isabelle, parigini figli di genitori intellettuali e benestanti, e l’americano Matthew, voce narrante e punto di vista sulla storia, fragile emulo di tanti personaggi d’oltreoceano di fronte alle tentazioni del Vecchio Continente.
L’incontro tra questi cinefili avidi di immagini e di esperienze, privilegiati da una situazione economica che garantisce loro uno stile di vita bohemien tutt’altro che essenziale, avviene, infatti, in occasione della chiusura della Cineteca Nazionale, dove manifesta anche l’icona della Nouvelle Vague, Jean-Pierre Leaud; le istanze dei movimenti del ’68, però, pur occasionalmente richiamate nel corso della pellicola e recuperate nell’epilogo della vicenda, finiscono per apparire poco più di un pretesto, uno sfondo per gli intrecci erotico sentimentali (con ammiccamenti perfino all’incesto) tra i tre protagonisti.
Il regista-autore, infatti, propone un percorso di educazione sentimentale che viene fatto coincidere principalmente con l’esasperata sperimentazione della sessualità, mostrata con insistenza persino fastidiosa e artificiosamente accostata alla lettura del mondo fatta attraverso le immagini cinematografiche.
In questo modo anche i classici cinematografici rischiano di diventare l’equivalente pretenzioso di una rivista pornografica in ragione dell’uso distorto che ne viene fatto. Stesso valore potrebbero avere in fondo anche i manifesti comunisti esibiti da Theo, così come i suoi proclami socio-esistenziali privi di fondamento.
La raffinatezza delle immagini, la complicata composizione del montaggio e le pretese intellettuali della confezione che hanno incantato la critica non cancellano l’inquietante sensazione di assistere ad un’esibizione di situazioni e dialoghi (a dir la verità talvolta tanto simili a brevi comizi) privi di una coerenza e una direzione drammatica chiara, un’operazione che certo non contribuisce a far luce su un periodo storico troppo spesso idealizzato.
In realtà ciò che colpisce nel racconto di Bertolucci è la reiterazione di un meccanismo di false scelte presentate come obbligatorie quando non lo sono affatto, un po’ come le penitenze che i fratelli diabolici propongono al finto ingenuo Matthew.
Attraverso questa serie di falsi dilemmi (cedere alla seduzione della “lolita” Isabelle oppure fare il finto virtuoso, aderire alla violenza delle manifestazioni o restare a guardare) ci si addentra in una rassegna di perversioni e ammiccamenti che non costituiscono un percorso di maturazione personale né, tantomeno, delineano la formazione di una qualche coscienza sociale.
Ciò che si racconta è solo una gioventù priva di riferimenti educativi e valoriali (i genitori sono silenziosi e impotenti di fronte a questi figli superficialmente criticati, ma anche tremendamente viziati), per la quale la scelta di scendere in strada (che chiude la storia e segna la separazione del trio) riesce solo a sminuire il fatto storico riducendolo all’ennesimo gioco da ragazzini capricciosi e nullafacenti.
La pellicola, dunque, è chiaramente inadatta ad un pubblico giovane, ma non presenta effettivi motivi di interesse nemmeno per adulti che vogliano realmente comprendere un travagliato momento storico carico di illusioni e speranze. L’ambiente chiuso dell’appartamento dove si svolge la maggior parte del film è poco più di un laboratorio autogestito per cavie narcisiste in cui il grande assente è proprio l’autentico desiderio di cambiamento e crescita personale.
Non è un caso che nonostante un lancio in grande stile accompagnato dai commenti entusiasti di quasi tutta la critica, la pellicola abbia poi ottenuto risultati modesti al botteghino.
Elementi problematici per la visionenumerose scene di nudo maschile e femminile e fortemente sensuali, situazioni scabrose e scene di violenza.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | The dreamers |
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Paese | Francia/Gran Bretagna/Italia |
Etichetta | Non classificato |
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