THE CONJURING – IL RITO FINALE
Ritroviamo Ed e Lorraine Warren, i protagonisti della serie, nel 1964 a indagare su un antico specchio trovato in un negozio di antiquariato che sembra essere infestato da spiriti. Nel 1986 la famiglia Smurl con quattro figlie si trasferisce in Pennsylvania. In occasione della cresima di una delle figlie, il nonno le regala il famoso specchio del negozio di antiquariato. Quella stessa sera si manifestano degli inquietanti fenomeni paranormali..
Valori Educativi
Gli attributi positivi di una famiglia sono ben rappresentati: l’unità, l’aiuto reciproco in particolare nelle difficoltà e nel dolore ma non bisogna farsi ingannare dalla presunta dimensione di fede della pellicola (qualche preghiera qua e là e niente di più) così come “l’esorcismo” mostra una visione distorta della fede cristiana, con un impiego puramente strumentale volto a innescare “terrore” fra gli spettatori
Pubblico
18+Molte scene raccapriccianti con abbondanza di sangue. Molte sequenze intense e spaventose
Giudizio Artistico
In definitiva, The Conjuring – Il rito finale è un’opera che oscilla costantemente tra riuscita e debolezza. È godibile, ben confezionata, ma l’epilogo lascia lo spettatore diviso: soddisfatto di aver accompagnato i Warren fino all’ultimo rito, ma anche con la sensazione che questa chiusura avrebbe potuto osare di più.
Cast & Crew
Patrick Wilson
Vera Farmiga
Regia
Michael Chaves
Our Review

Con The Conjuring – Il rito finale, decimo capitolo di una delle saghe horror più longeve e redditizie del nuovo millennio, si chiude (anche se il condizionale resta d’obbligo) un percorso cinematografico iniziato nel 2013 e incentrato sulle indagini paranormali dei coniugi Ed e Lorraine Warren, interpretati da Patrick Wilson e Vera Farmiga. Alla regia ritroviamo Michael Chaves, già dietro la macchina da presa di The Conjuring – Per ordine del diavolo (2021), chiamato a gestire il delicato compito di dare un congedo ai protagonisti e, al tempo stesso, salutare un universo narrativo che in oltre dieci anni ha alimentato spin-off, prequel e variazioni più o meno riuscite.
Il film si colloca pienamente nel solco dell’horror a tema esorcistico, rispettandone i codici visivi e narrativi, ma si concede una certa libertà rispetto alle vicende storiche cui si dice ispirato. Protagoniste sono due famiglie: i Warren, che dopo la nascita della figlia Judy (Mia Tomlinson) hanno smesso di confrontarsi direttamente con le forze oscure, preferendo conferenze e incontri pubblici; e gli Smurl, costretti ad affrontare la possessione di uno specchio che diventa il tramite di un demone deciso a regolare i conti con Ed e Lorraine. È proprio l’incontro-scontro fra queste due linee narrative a preparare lo spettatore a quello che il titolo stesso anticipa: l’ultimo rito, la resa dei conti definitiva.
Uno degli aspetti più interessanti è la scelta di rallentare il ritmo per lasciare spazio all’evoluzione dei personaggi, in particolare Judy e il fidanzato Tony, che emergono come eredi spirituali dei Warren e possibili punti di continuità. Questa attenzione ai rapporti umani e al passaggio generazionale conferisce alla pellicola una dimensione più intima, meno gridata, che si contrappone alla consueta frenesia del genere. Tuttavia, proprio questa impostazione rischia di scontentare chi si aspettava un finale spettacolare ed epico, all’altezza della chiusura di un decennio di racconti.
A livello stilistico, Chaves mette in campo tutti gli strumenti tipici dell’horror: ambientazioni cupe, corridoi oscuri, stanze improvvisamente silenziose e, naturalmente, i consueti jumpscare. Dopo nove film, però, questi espedienti risultano prevedibili e finiscono per perdere gran parte della loro efficacia. La tensione c’è, ma non sorprende davvero; il brivido arriva, ma è più familiare che scioccante.
Ciò che resta più impresso è il tono di commiato che pervade l’intera pellicola: una malinconia dolceamara che farà leva sulla memoria degli spettatori affezionati alla saga. È un addio che guarda al passato più che al futuro, carico di nostalgia e consapevole di chiudere un ciclo importante. Questo può essere percepito come pregio o limite: pregio perché offre un saluto coerente, limite perché manca quella scintilla di originalità che avrebbe potuto trasformare il decimo film in un vero evento.
Davvero pregevole la presentazione della famiglia: l’unità, l’aiuto reciproco in particolare nelle difficoltà e nel dolore, il sostegno. Lo spazio dato alla dimensione della fede qualche preghiera qua e là e niente di più) così come “l’esorcismo” praticato da Ed (che è un laico) mostrano chiaramente quanto la sceneggiatura sia lontana dal dato storico e dalla tradizione cattolica sul maligno e sulla lotta contro di esso.
In definitiva, The Conjuring – Il rito finale è un’opera che oscilla costantemente tra riuscita e debolezza. È godibile, ben confezionata, a tratti capace di emozionare, ma mai del tutto convincente. Un epilogo che lascia lo spettatore diviso: soddisfatto di aver accompagnato i Warren fino all’ultimo rito, ma anche con la sensazione che questa chiusura avrebbe potuto osare di più.
Autore: Francesco Marini
Details of Movie
Paese | USA CANADA U.K. |
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Tipologia | Serie TV |
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