Un delfino, impigliato in una trappola per granchi, viene portato a riva dalla marea. Lo ritrova Sawyer, un bambino timido con poca voglia di studiare e con una grande nostalgia per l’assenza del padre. Il delfino rischia di perdere la coda ma l’arrivo della troupe medica del Clearwater Marine Aquarium sembra essere una speranza. L’amicizia tra Sawyer e il delfino, lo studio e la scoperta di un materiale per una coda prostetica saranno l’inizio di un nuovo modo di guardare il mondo.
La storia vera di un delfino ferito che torna a nuotare grazie a una innovativa protesi. Un bel familyfilm dove si parla di solidarietà e di affetti familiari
1961: Jenny, sedicenne figlia di una coppia piccolo borghese che ha investito tutto per la sua educazione, è totalmente assorbita dagli studi per ottenere quei risultati che le garantiranno l’ingresso alla prestigiosa università di Oxford, ma intanto sogna Parigi. Un giorno però incontra l’affascinante e gentile David, molto più grande di lei, che le spalanca un mondo fatto di musica, arte, ristoranti, e amore. Jenny è conquistata da quest’educazione “diversa” che sembra mettere sotto sopra tutto quello in cui ha creduto fino a quel momento. Ma forse anche David non è quello che sembra…
Roma 1974. Guido è un artista d’avanguardia che vive come imperativo l’idea di essere provocatorio e anticonvenzionale, nella vita e nell’arte. Ama sua moglie Serena e i due figli, Dario e Paolo, di 10 e 5 anni, ma non evita di tradire la prima con le belle modelle con cui lavora, e di tenere i secondi al riparo solo il minimo indispensabile dai disordini di una vita sregolata. All’indomani di una mostra d’arte contemporanea milanese, dove Guido ottiene cattive recensioni per una sua performance che vorrebbe essere provocatoria ma che risulta solo ridicola, la coppia va in crisi. Guido incolpa Serena di averla voluta seguire a tutti i costi, deconcentrandolo. Serena, intanto, si lascia affascinare dagli umori femministi che circolano nel mondo dell’arte e accetta di seguire la gallerista Elke, con i bambini, in una vacanza in Provenza per sole donne. Quando Serena torna in Italia, è cambiata. La famiglia esplode, poi si ricompone, tra gioie e dolori, tutto sotto gli occhi dei due bambini, incolpevoli testimoni di uno stravolgimento dei costumi in un Paese che sta cambiando.
Alaska è la discoteca che nasce nel bel mezzo della storia del film, ma è soprattutto l’insegna al neon che emette la stessa luce fredda che illumina la maggior parte delle scene. Protagonisti di questa storia sono Nadine (Astrid Begès Frisbey), una giovane e bella francese di 20 anni, e Fausto (Elio Germano), un italiano che vive a Parigi e lavora come cameriere in un grande albergo. I due si incontrano per caso sulla terrazza dell’hotel e tra loro nasce subito un forte sentimento. Per fare colpo su Nadine, Fausto finisce in prigione per due anni durante i quali non smette di pensare e scrivere a lei. Intanto la giovane ragazza diventa una modella professionista. Uscito dal carcere Fausto ritrova Nadine e va a vivere con lei. I due cominciano una storia d’amore intensa ma ostacolata dal desiderio di lui di migliorare la propria condizione. Le loro vite sembrano dividersi, ma proprio quando Fausto sta per sposare la figlia di un ricco imprenditore, torna in aiuto di Nadine….
Angie non è molto fortunata nel lavoro e la sua vita familiare è alquanto dissestata, con un ragazzo da allevare e un padre che non si è più fatto vedere. Ma crede di saper far bene una cosa: il collocamento di manodopera immigrata nelle tante fabbriche che operano intorno a Londra. Ha decisione e grinta da vendere e avvia quindi un'agenzia di collocamento assieme a una sua amica. Ma le cose non sono così facili come aveva sperato...
Paul Asher è un giovane promettente giornalista, con una buona preparazione anche teologica, che si è fatto conoscere per un suo reportage in Afghanistan dove aveva raccolto le riflessioni di soldati di fede cristiana che stavano combattendo in quel paese così lontano e ostile. Il suo ritorno in patria risulta particolarmente difficile: la vista di tanta sofferenza ha incrinato la sua fede e si sente responsabile della crisi coniugale che sta attraversando perché per seguire la sua passione professionale ha finito per trascurare sua moglie che ora vuole lasciarlo. In un momento così difficile per la sua vita inizia a intervistare uno strano personaggio che dichiara di essere Dio…
David ha 24 anni, è un giovane tranquillo senza troppe ambizioni, gestisce l‘affitto di alcuni appartamenti del palazzo in cui vive e ha un impiego saltuario come giardiniere del comune di Parigi. Aiuta sua sorella Sandrine, insegnante di inglese, andando a prendere a scuola la nipotina di 7 anni, Amanda. La vita scorre tranquilla quando in un attentato terroristico, Sandrine viene uccisa. David si trova di fronte a un problema più grande di lui: Amanda ha solo lui come parente più vicino…
Il film riesce raccontare la forza dell’unità familiare, l’importanza della fiducia nelle aspirazioni e nei sogni dei figli, la difficoltà di chi, sin da giovane, vive la disabilità ma non vuole rinunciare alle sue aspirazioni
Pubblico
Tutti
Giudizio Artistico
La messa in scena, spettacolare nelle riprese del movimento dei delfini, nonostante qualche dettaglio di sceneggiatura troppo denso di retorica, è al servizio di una buona storia capace di ricordarci cosa vuol dire un buon family film.
Tratto da una storia vera, accaduta nel 2005 nella comunità di Clearwater (Florida), L’incredibile storia di Winter il delfino sembra un vero e proprio film disneyano, capace di entusiasmare piccoli e meno piccoli con una storia piena di realtà e di speranza. C’è tutto in questo film, diretto dall’attore Charles Martin Smith: il valore e la forza di una comunità che insieme lotta per uno scopo, la sofferenza di chi è costretto, per natura o per incidenti, a rimanere sulla sedia a rotelle e l’amicizia tra un animale e Sawyer, generatrice di vita, sia per il bambino introverso per la fuga del padre e sia per Winter, che, curato ventiquattro ore su ventiquattro, reagisce. Senza scivolare troppo nel sentimentalismo (qualche giornalista ha scritto che la preghiera che la bambina, figlia del dottore Clay Haskett, rivolge alla mamma morta è troppo melensa) il film dimostra che la realtà è la chiave per la produzione cinematografica, non solo quella legata a realtà storiche, fenomeni sociali, specchio delle relazioni di oggi e di ieri, ma è soprattutto per portare a tutti un’esperienza vera dove uomini e donne, adulti e bambini, scoprono insieme il senso della vita e della lotta per un bene più grande. Senza farsi fermare dagli ostacoli o dai limiti personali e anche dalla assenze genitoriali. Non a caso questo film è prodotto dalla Alcon Entertainment, la casa di produzione di The Blind Side, il film tratto dal romanzo e dalla storia vera di Michael Oher (un ragazzo orfano di padre e con una madre incapace di accudirlo, che grazie all’adozione di una famiglia che crede in lui, diventerà un famoso giocatore di football). In più la produzione, affinché il film fosse il più realistico possibile, ha voluto che il delfino fosse il vero Winter. E quindi il regista e gli operatori hanno potuto riprendere, all’interno dello stesso Clearwater Marine Aquarium, il movimento particolare che il delfino aveva sviluppato per nuotare.
La storia quindi inizia con Sawyer (interpretato da Nathan Gamble, il tredicenne protagonista di Babel di Alejandro González Iñárritu) un ragazzino introverso, apparentemente senza passione per lo studio e per la scuola. Suo padre è via da anni, senza un addio o un perché. E così quando un giorno soccorre un delfino, al quale darà il nome di Winter, la vita inizia a colorarsi di nuovo. L’amicizia con Hazel (Cozi Zuehlisdorff), la figlia del dottore dell’ospedale, anche lei orfana di madre, diventerà per Sawyer l’opportunità per favorire, con la presenza e con il tempo, la guarigione di Winter. Nel film c’è posto anche per la ricerca scientifica: la creazione del “Winter’s Gel” (un materiale flessibile, morbido e duraturo costruito su misura per la coda prostetica da Cameron McCarthy, il medico interpretato da Morgan Freeman) diventerà nella realtà una scoperta utile per offrire una vita migliore alle persone disabili. La messa in scena, spettacolare nelle riprese del movimento dei delfini, nonostante qualche dettaglio di sceneggiatura troppo denso di retorica, è al servizio di una buona storia capace di raccontare allo spettatore la forza dell’unità familiare, l’importanza della fiducia nelle aspirazioni e nei sogni dei figli, la difficoltà di chi, sin da giovane, vive la disabilità per nascita o a causa della guerra fino anche alla decisione di rinunciare a progetti più redditizi per salvare un ospedale. L’incredibile storia di Winter il delfino ha la forza di recuperare, dopo tanti anni, il buon cinema per famiglie, da anni relegato a cartoon, a film tv o a serie televisive.
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