LA SORGENTE DELL’AMORE
In un piccolo villaggio del Maghreb non arriva acqua corrente e le donne debbono sobbarcarsi il peso di trasportarla ogni giorno dalla fonte. Leila riesce a poco a poco a convincere le altre donne a fare lo scipero dell'amore finchè non saranno gli uomini a prendersi questo onere. La situazione diviene presto incandescente e le donne rischiano il ripudio collettivo...
La commedia di Lisistrata viene trasferita in un ipotetico villaggio islamico ma Il tono favolistico svanisce quasi subito per lasciar spazio a una denuncia a tutto tondo della condizione femminile presso i popoli del Corano
Valori Educativi
Il film denuncia la scarsa dignità con cui sono considerate le donne nel contesto islamico ma non ci sono tracce di quella positiva speranza che aveva caratterizzato i precedenti film di Radu Mihaileanu
Pubblico
14+Una rapida sequenza di nudi femminili e una di rapporto sessuale. Dialoghi con allusioni sessuali
Giudizio Artistico
Il regista del “concerto” sembra aver perso la sua capacità di porsi in delicato equilibrio fra dramma e commedia e il racconto prende il tono di un manifesto di denuncia
Cast & Crew
Produzione
ELZEVIR FILMS
Oï Oï Oï Productions
Europacorp
France 3 Cinéma
CIE CINÉMATOGRAPHIQUE EUROPÉENNE
Panache Productions
RTBF
Bim Distribuzione
Indigo Film
AGORA FILMS
SNRT
Regia
Radu Mihaileanu
Sceneggiatura
Radu Mihaileanu
Alain-Michel Blanc
Catherine Ramberg
Our Review
Non si può ancora comprendere se la primavera araba darà frutti positivi o se si ripiegherà in un accresciuto integralismo ma certamente le nostre sale cinematografiche si stanno affollando di pellicole che parlano di quel mondo a noi così vicino proponendosi tutte lo stesso tema: in che modo i paesi del Corano stanno affrontando la modernità pur restando all’interno della propria fede. Non si può negare che l’effetto positivo che sta manifestando questa recente produzione è quello di farci uscire da una visione generica e indistinta del mondo islamico per farci percepire tutta la sua estrema complessità.
Se Una separazione – Oscar 2012 come miglior film straniero – ci ha proiettato all’interno di una famiglia iraniana di credenza sciita intenta ad affrontare una complessa situazione matrimoniale, Il Sentiero (2010), prodotto in Bosnia- Erzegovina ha messo a confronto un lui che aderisce a una comunità wahabita e una lei che approda a uno spirito di libertà e a un individualismo decisamente occidentali.
Il principe del deserto (2011), ha rievocato, con approccio apologetico, l’ingresso dell’Arabia Saudita nella ricchezza dell’oro nero ed è pervienuto a una conclusione positiva sulla possibilità di una conciliazione fra l’Islam e la modernità.
Il più vicino a Le sorgenti dell’amore è stato senz’altro E ora dove andiamo? (2011)– FilmOro con il quale condivide i toni della favola moderna.
Se per il piccolo paese del film della libanese Nadine Labaki il problema è restare isolati dal resto del mondo per un ponte non più ricostruito dopo la guerra, per lo sperduto villaggio del Magreb del film del francese di origine rumena Radu Mihaileanu è l’acqua che manca da tempo che costringe le donne a un pesante trasporto giornaliero.
Ma le similitudini finiscono qui. Il film della Labaki è favolistico ma ha risonanze universali perché tratta con sereno equilibrio il tema del rapporto fra le comunità cristiane e quelle mussulmane mentre il film di Mihaileanu ha il grosso difetto di cercare, in modo probabilmente onesto, di immedesimarsi nella realtà di una comunità araba ma lo fa senza rinunciare al suo punto di vista occidentale: il risultato netto è che ciò che propone perde di credibilità.
La condizione della donna è il tema portante del racconto e l’autore lo approfondisce presentandoci vari personaggi femminili in situazioni differenti ma sempre di forte dipendenza nei confronti dei voleri del marito o della famiglia.
Nell’intimità dell’ hamam femminile le donne giovani e vecchie raccontano le loro storie: sposate a 13-14 anni per volere della famiglia a uomini che neanche conoscevano, hanno avuto qualche decina di gravidanze ma la metà di queste si è conclusa con un aborto.
Vivono sotto la costante minaccia del ripudio e “una donna ripudiata è buona solo per qualche vecchio o un marito povero”.
Leila si era innamorata a 14 anni di un ragazzo con il quale aveva avuto anche una relazione: costretta a sposarsi con un altro aveva dovuto ricorrere alla chirurgia per ricostituire la propria illibatezza.
La giovane Esmeralda desidera solo amare il ragazzo che le piacerà, poter usare contraccettivi e alla fine lascia il villaggio e prende il pullman per la città senza un soldo (situazione francamente poco credibile in un paese arabo).
Già autore dei magnifici Train de vie (1999), Vai e vivrai (2005)-FilmOro , Il concerto (2009)-FilmOro, Mihaileanu risulta irriconoscibile in questo film: il suo stile leggero e divertente con il quale era stato capace di raccontare situazioni drammatiche qui viene soffocato da uno spirito polemico che fluisce sottotraccia nei confronti di una civiltà che non è la sua.
Il suo impegno è stato notevole: il film è stato girato direttamente in lingua araba, non mancano riferimenti eruditi (viene spiegata l’origine dell’usanza del velo per le donne) ed evidenziata la distinzione fra le varie sette islamiche (è citato un islamismo illuminato, forse un accenno ai salaffiti mentre i fondamentalisti sono visti come “coloro che hanno tanti soldi”) ma alla fine il film risulta inutile: è troppo polemico per venir accettato in paesi islamici e troppo facilmente autoelogiativo di un Occidente liberale e individualista.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | La source des femmes |
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Paese | BELGIO FRANCIA ITALIA |
Etichetta | Non classificato |
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