LA MIA VITA E’ UNO ZOO

2011124 minTutti  

Benjamin Mee, deve accudire i suoi figli, una bambina e un adolescente da solo, dopo aver perso la moglie da appena sei mesi. La città in cui vive è piena di ricordi di lei e decide di abbandonare casa e lavoro per iniziare da zero, occupandosi di uno zoo periferico in stato fallimentare. Riusciranno tutti a rendere accettabile il loro dolore occupandosi della nuova folle impresa e troveranno anche nuove compagnie...

Matt Demon, padre di una bambina di 6 anni e di un ragazzo di 14, cerca di ridare un senso alla  propria esistenza  dopo la morte della moglie. Lo ritroverà occupandosi di rimettere in funzione uno zoo sull’orlo del fallimento. Un film per famiglie con qualche difetto.


Valori Educativi



Una famiglia resta unita intorno al padre nel ricordo della madre scomparsa. Un fastidioso episodio a favore dell’eutanasia

Pubblico

Tutti

Giudizio Artistico



Un film per famiglie di qualità media, semplice e prevedibile, che potrà interessare anche i più piccoli per la presenza di molti animali

Cast & Crew

Our Review

Duncam è molto preoccupato per l’idea strampalata che frulla nella testa del fratello Benjamin: comperare uno zoo per dimenticare la morte della moglie: “percorri pure tutte le tappe del dolore ma fermati prima di coinvolgere le zebre”.

E’ una delle tante battutine che si inseriscono in un racconto  che è di per se drammatico. Oscillare fra commedia e dramma è un po’ lo stile di Cameron Crowe, così come iniziare i propri film partendo da un uomo in grandi difficoltà, costretto a ricominciare da capo la propria vita e che poi viene “salvato” dalla dolce ragazza che incontra. Era  successo a Orlando Bloom, progettista fallimentare di scarpe in Elizabethtown ma anche a Tom Cruise che in Jerry Macguire era stato costretto a rifarsi una carriera come procuratore sportivo. Adesso è Matt Demon che abbandona lavoro e casa, sale in macchina con i suo due figli per iniziare un’avventura totalmente nuova: prendere in gestione uno zoo che sta per venir chiuso, per il semplice motivo che piace alla sua piccola Rosie e perché in fondo e attirato dalle avventure insolite.

La parte più intensa del film è il rapporto indelebile che Benjanim ha con sua moglie, morta di una malattia incurabile.

Benjamin  tenta invano di cambiare casa, di non andare nei luoghi che frequentavano assieme ma il ricordo di lei è sempre presente perché è una parte di se stesso che non si può cancellare. Ma anche gli altri, umani o animali che gli stanno vicino, hanno i loro problemi: Kelly si abbrutisce ad accudire gli animali dello Zoo e sembra quasi non aver tempo per curare la sua femminilità (una insolita Scarlett Johansson senza trucco), mentre un leone sta per morire e il grizzly non sopporta la sua vita da prigioniero. Interessandosi a loro  Benjamin non dimentica sua moglie (il film si conclude con un bel ricordo di lei) ma scopre che è giusto darsi da fare per gli altri e per la nobile causa di riaprire lo zoo, evento molto atteso dalle famiglie della città vicina.

Interessante anche il difficile rapporto con il figlio, il quattordicenne Dylan. Il ragazzo si è chiuso in se stesso, continua  a 

disegnare volti sfigurati e il padre non lo comprende. Alla fine i due litigano animosamente ma alzando la voce mostrano che ciò che li esaspera e li accomuna è proprio lo stesso dolore e sarà proprio questo l’inizio di una loro rappacificazione. Anche Dylan sarà fortunato perché ci sarà l’undicenne Lyly a fargli compagnia (una Elle  Fanning mal diretta, dopo l’ottima interpretazione in Super 8).

Il film prende fin dall’inizio i toni di un racconto per famiglie ma la voglia di arrivare al lieto fine è così evidente, la sequenza di eventi così prevedibile da far cadere l’interesse alla narrazione; non mancano neanche un paio di “eventi miracolosi” che accelerano il buon esito della riapertura dello zoo. “Se fai una cosa per giusti motivi, nessuno ti può fermare” sentenzia Duncam, ipotizzando l’esistenza di una forma di Provvidenza che collabora alla realizzazione delle buone opere.

Vi è una nota stonata in tutto il film: la discussione fra Benjamin e Kelly intorno alla necessità di sopprimere un leone arrivato al suo stadio terminale. Discutono animatamente perché lui vorrebbe tenerlo ancora in vita dandogli medicine ed antidolorifici (nelle sue parole si intende chiaramente che sta pensando a sua moglie) mentre Kelly gli ribalta il punto di vista: “Non capisci quanto è egoistico prolungare la sua pena?”. Benjamin guarda negli occhi il leone cercando di comprendere che cosa sia giusto per lui ma alla fine si lascia convincere e il leone viene soppresso. Si è trattato  di un animale certo, ma il riferimento agli uomini ed al tema dell’eutanasia è abbastanza scoperto: “avresti fatto lo stesso con me”, commenta Benjamin guardando la foto del leone che non c’è più.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale We Bought a Zoo
Paese USA
Etichetta
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