LA FAMIGLIA
Ottanta anni di eventi familiari all’interno della stessa abitazione romana. Diventa non un elogio di singoli personaggi ma la forza coesiva che riescono a realizzare i legami familiari, sempre e comunque. Su Chili
Un ampio appartamento nel quartiere Prati a Roma ospita la stessa famiglia dal 1906 al 1986. Chi racconta è Carlo, che è il festeggiato nel giorno del suo battesimo all’inizio della storia e che nell’ultima sequenza si trova circondato dai suoi familiari per il suo ottantesimo compleanno. Con il trascorrere degli anni vediamo crescere Carlo con suo fratello minore Giulio, così diversi nel carattere (più idealista e pacato Carlo, più opportunista e impulsivo Giulio) con i loro genitori e le tre sorelle del loro padre Aristide, destinate con il tempo a restare zitelle. I ragazzi crescono e arriva il tempo degli amori: Carlo, studente universitario dà lezioni private alla liceale Beatrice, segretamente innamorata di lui. Ma un giorno entra in casa la sorella di lei, Adriana studentessa al conservatorio ed è subito passione per Carlo. Ma l’idillio dura poco perché, Adriana preferisce partire per Milano e poi per Parigi per seguire la sua carriera di pianista. Arriva il fascismo e la guerra e Carlo, che ha ormai sposato Beatrice e che ha due figli, è professore di liceo, impegno che lo risparmia dall’andare al fronte mentre il fratello Giulio, dopo due anni di prigionia in India, ritorna a casa gravato da una forte depressione, consolato solo da Adelina, la fedele domestica della casa e i due non tarderanno a sposarsi. Negli anni ’60 Maddalena, la figlia ventenne di Carlo, si sposa con un ragazzo sindacalista, nonostante il parere sfavorevole del padre e hanno un figlio, Carletto, ma il matrimonio dura poco: lei si sente una donna libera e decide di vivere con un altro uomo. Nel 1976 Carlo, ormai in pensione, è rimasto solo con il nipote Carletto (Beatrice nel frattempo è morta). La casa si rianima a nel 1986, la grande famiglia si raduna al completo nella casa ai Prati per gli ottant’anni di Carlo.
Valori Educativi
Nel film traspare, pur nella fragilità dei suoi componenti, il valore della famiglia, capace di mantenersi salda a dispetto dei momenti storici che vengono attraversati
Pubblico
TuttiGiudizio Artistico
Vincitore di 6 David di Donatello e di 6 Nastri d’argento nel 1987, questo film di Ettore Scola, magnificamente interpretato dai più noti attori e attrici del tempo, costruisce un’aneddotica di una famiglia che resta sé stessa pur nel cambiamento dei personaggi
Cast & Crew
Regia
Ettore Scola
Sceneggiatura
Ruggero Maccari
Furio Scarpelli
Ettore Scola
Our Review
Ettore Scola realizza un grandioso affresco di una famiglia romana nell’arco di ottanta anni. E’ interessante rivedere questo film del 1987, vincitore di 6 David di Donatello e di 6 Nastri d’argento con lo sguardo di oggi nella prospettiva che a noi interessa, quella della trasformazione della famiglia nel tempo. Tutto si svolge all’interno delle mura della grande casa ai Prati e il film non è certo l’occasione per sviluppare la storia sociale dell’Italia (un’impostazione molto diversa da quella adottata, ad esempio, in La meglio Gioventù) . I grandi eventi appaiono sbiaditi solo sullo sfondo e hanno un effetto limitato su questa famiglia (di cui non si conosce neanche il cognome). Unici spunti di rilievo sono l’incontro a pranzo con lo zio Nicola, diventato fascista, segretario comunale della sua Macerata e il rientro di Giulio dopo due anni di prigionia in India, colpito da una grave depressione.
Il film non è neanche il pretesto per raccontarci, nell’arco di cento anni, la diversa percezione che si è sviluppata con il tempo del valore della famiglia, del matrimonio e della genitorialità. Il fatto che Adriana dia la priorità alla carriera professionale piuttosto che costruirsi una famiglia, che la figlia di Carlo, Maddalena, negli anni ’60, voglia sentirsi una donna libera e lasci suo marito, risultano situazioni episodiche e motivate da peculiarità caratteriali, più che indice di nuovi costumi.
Si potrebbe pensare che il baricentro del racconto stia nell’evoluzione dei protagonisti, dal momento che il film si prende tutto il tempo (ottant’anni) per renderlo possibile, ma in realtà i personaggi, disegnati a colori vivaci, sono per lo più tipi, schematiche caratterizzazioni. Il padre di Carlo Aristide, modesto funzionario di stato, che ama dipingere, senza disporre di doti particolari. La madre tenore mancata, pronta a cantare un’aria alla prima occasione. Le tre sorelle zitelle, sempre pronte a bisticciare ma in realtà nessuna può fare a meno delle altre. Lo stesso Carlo, intellettuale tranquillo, risulta perennemente indeciso negli snodi cruciali della sua vita. Carlo, interpretato da un ottimo Vittorio Gassman, è indubbiamente il protagonista della storia ma attraverso di lui non viene nessun modello di riferimento, né convogliato alcun messaggio ideologico sul valore della famiglia: al più possiamo evidenziarne le imperfezioni. È proprio Carlo che pur avendo sposato Beatrice, non sa mai prendere una posizione risolutiva nei confronti di Adriana, la sua passione giovanile. Ancora peggio, ha un rapporto tracotante, di trascurata superiorità nei confronti di suo fratello Giulio, anche se il padre, prima di morire, si era rivolto a lui raccomandandosi di prendersi cura del fratello minore, più fragile. Solo le figure femminili manifestano una saggezza superiore (in particolare Margherita) comprendono ciò che ha valore perenne per cui val la pena impegnarsi e ciò che è transitorio.
Ma allora cosa è la famiglia, secondo Scola? Il film, come abbiamo detto, trascura i grandi eventi della storia che si svolgono fuori delle mura di casa ma racconta, con tanti aneddoti, i rapporti spesso contrastati fra i componenti della grande famiglia: non solo i litigi fra Carlo e Giulio da ragazzi, gli strilli fra le tre sorelle zitelle, i continui affanni di Giulio nel chiedere in prestito soldi a causa dei suoi continui business fallimentari, il nonno Carlo che fa il buffone per intrattenere a una festa i nipotini e i loro amici. Quel microcosmo di continui rapporti contrastati ma anche di caldi incontri collettivi in occasione delle varie ricorrenze sta l’essenza della famiglia. Come dire: possiamo anche litigare ma è pur sempre un litigio fra familiari: niente è distrutto irrimediabilmente (ci si trova in un contesto ben diverso da quelli che sono i rapporti all’esterno delle mura della casa di famiglia) e tutto si rigenera perennemente perché la famiglia ha una forza vitale sua propria, quella stessa che spinge sempre e comunque a generare nuove vite e la migliore espressione di questa vitalità, sta proprio nella prima e bell’ultima sequenza. A distanza di ottanta anni la foto di gruppo è invariata: tante persone, bambini, giovani vecchi riuniti per dichiararsi famiglia. I molti sono cambiati o invecchiati, ma quel gruppo organico e vitale è davanti alla macchina fotografica, a dare testimonianza di se stessa. E’ proprio su questo aspetto che comprendiamo di trovarci di fronte a una prospettiva ormai rara. Oggi è il tempo delle famiglie verticali (una coppia che genera un figlio che a sua volta genera nessuno o un solo figlio…) e case grandi come quella descritta ai Prati risultano non più richieste.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Paese | ITALIA |
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Tematiche (generale) | Amore e Famiglia |
Tipologia | Film |
Tematiche-dettaglio | Valore della Famiglia |
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