ELEMENTAL

La storia di Elemental potrebbe iniziare come quella di una classica commedia romantica, ossia l’incontro casuale tra una ragazza e un ragazzo che scoprono di avere molto in comune, per poi innamorarsi. Tuttavia, la particolarità in questo frangente sta nel fatto che la protagonista è fatta di fuoco mentre il ragazzo di acqua. Questi opposti si attraggono, ma la loro relazione è ostacolata da timori personali e convenzioni sociali da superare. Ember, figlia di umili emigrati provenienti dalla Terra del Fuoco, è ardente e impulsiva, mentre Wade, appartenente ad una famiglia ricca e agiata, è calmo e si adatta facilmente ad ogni situazione che gli si presenta. Le loro differenze sia caratteriali che sociali, creano non poche tensioni nel loro rapporto, ma entrambi scelgono di superarle insieme per accettare il legame che si sta formando tra i due, comprendendo soprattutto che la loro amicizia in realtà sta mutando in qualcosa di più forte. Questa particolare storia d’amore si svolge a Element City, il vibrante e variegato regno dei quattro elementi, la quale tuttavia sembra essere stata progettata favorendo alcuni elementi rispetto ad altri, con il fuoco relegato nella sua Firetown e con poche opportunità di accettazione da parte del resto della popolazione. Ember, ad esempio, gestisce un negozio di famiglia, seguendo le orme paterne, ma il suo futuro sembra già tracciato e limitato dalle circostanze. Inoltre, la discriminazione che il popolo dell’acqua effettua nei confronti degli abitanti di Firetown, riflette una tematica importante quale l’integrazione delle minoranze nelle nostre comunità, un argomento vicino al cuore del regista Peter Sohn, che ha vissuto la sua infanzia da emigrato coreano a New York. Il film affronta tale questione in modo chiaro e comprensibile, rendendola accessibile a chiunque. Tuttavia, se da un lato vi sono scene di discriminazione da parte degli acquatici nei confronti dei cittadini del fuoco, dall’altro ci sono persone come i membri della famiglia di Wade che accolgono a braccia aperte Ember, valorizzandola, e dimostrandosi molto aperti e privi di pregiudizi. I genitori di Wade infatti, sono proprio entusiasti dell’unione “mista” tra i due ragazzi, sottolineando così l’importanza di accogliere e apprezzare le differenze, guardando oltre i pregiudizi e riconoscendo il valore della diversità come punto di forza comune. Soltanto andando oltre stereotipi e paure insensate, i due giovani potranno infine vivere serenamente la propria relazione. Per quanto concerne l’aspetto tecnico, la Pixar, con la sua consueta maestria, cura in modo notevole l’animazione dei vari elementi, rendendoli naturali pur mantenendo il controllo necessario per integrarli nel racconto. Elemental infatti rinuncia ad una complessità narrativa (abbiamo nostalgia di Inside Out) e all’assenza di un antagonista principale, per permettere allo spettatore di esplorare al meglio il luogo in cui si svolge la storia e per soffermarsi soprattutto sulla relazione tra Wade ed Ember e le emozioni da loro provate. In definitiva, Elemental è un’opera tecnicamente ammirevole e dotata di una storia semplice ma efficace, capace di intrattenere e far riflettere anche un pubblico universale sulle sfide dell’integrazione e dell’accettazione delle diversità.