Documentario
La Grande Chartreuse, il più antico monastero dei certosini, è situata fra le Alpi francesi non lontano da Grenoble. Il regista tedesco Philip Gröning ha atteso 18 anni per ottenere dal priore generale il permesso di entrare nel loro eremo con una macchina da presa. Gröning è rimasto con loro per circa sei mesi, riprendendo le loro attività quotidiane e il lento alternarsi delle stagioni nella vallata circostante. Non ha potuto portare con se alcuna troupe nè lampade per l'illuminazione: tutte le riprese sono state effettuate con la luce naturale e il suono è quello di scena, senza commenti fuori campo nè colonna sonora. Tutto il materiale raccolto è stato condensato in due ore e mezza di un film che non ha precedenti.
Accostando in modo volutamente provocatorio interviste, immagini, suggestioni e statistiche, in due ore Michael Moore costruisce il suo personale discorso sulla violenza e l’ossessione statunitense per le armi.
Nella prima puntata, ci troviamo in Messico, nello stato di Guerrero, dove seguiamo la polizia comunitaria combattere contro i trafficanti che vendono sul mercato internazionale l’oppio coltivato dai contadini. Nelle lotte fra le varie bande e con la polizia, si sono contati più di 33.000 omicidi nel solo 2018. Nella seconda puntata le telecamere si spostano a Catatumbo in Colombia, dove si produce il 70% della droga mondiale e vediamo bambini di 10-13 anni raccogliere le foglie della coca per poi portarli ai centri di smistamento per 3-5 euro al giorno. Nella terza puntata si ritorna in Messico, nel villaggio di Jicayan de Tovar (Guerrero) dove i contadini coltivano l’amapola, il papavero da oppio conteso fra cartelli in perenne lotta mortale fra loro. Nella quarta puntata ci si sposta in Albania, dove la mafia locale sta assumendo il controllo esclusivo del traffico di eroina e cocaina sulla rotta dei Balcani. La quinta ed ultima puntata è un viaggio a ritroso nel tempo sulle tracce dell'autobus scomparso in Messico con 43 studenti perché a bordo probabilmente era carico di eroina e sui risvolti dell'omicidio di Javier Valdez, uno dei giornalisti messicani più noti e più esposti nella denuncia dei cartelli di narcotrafficanti
Il documentario percorre le vicende che hanno visto coinvolta la società anglo-americana di analisi dati e comunicazione elettorale Cambridge Analytica (CA), la quale aveva acquisito tramite Facebook dati personali di circa 50 milioni di utenti utilizzandoli senza alcuna autorizzazione in occasione della campagna elettorale di Donald Trump del 2016 e a sostegno della Brexit e del partito di Nicolas Farage in Gran Bretagna. Il documentario si concentra su alcune personaggi chiave della vicenda: David Carroll, professore della Parsons School of Design di New York che aveva chiesto per vie legali che CA gli restituisse i suoi dati personali; le testimonianze di Brittany Kaiser e di Christofer Wylie ex dipendenti della Cambridge Analytica; Carole Cadwalladr giornalista investigativa che ha pubblicato i risultati delle sue indagini su The Guardian.