IL FONDAMENTALISTA RILUTTANTE
A Lahore un professore americano è stato rapito e si teme per la sua vita. Un giornalista, che forse è anche una spia, incontra un giovane e carismatico professore pakistano, Changez, che potrebbe essere coinvolto o sapere qualcosa. E Changez inizia a raccontargli la sua vita: giovane e dotato, dopo una laurea prestigiosa ad Harvard, Changez inizia una brillante carriera come analista a Wall Street. È stimato dai suoi capi e conosce la bella Erica, un’artista tormentata dal ricordo del fidanzato morto, ma che con lui sembra poter tornare alla vita. Poi però arriva l’11 settembre e la vita di Changez, già pieno di dubbi di fronte alla spietatezza del sistema capitalista americano, cambia profondamente….
Un giovane professore pakistano, prima accolto a braccia aperte dal capitalismo spietato di New York, dopo l’11 settembre viene respinto e fatto oggetto di sospetti. Un racconto con tendenza al melodramma e con una contrapposizione troppo semplicistica fra due mondi diversi
Valori Educativi
La registra mostra, rispetto al libro da cui il film è tratto, una certa dose di slealtà costruendo una contrapposizione moralmente priva di sfumature fra una New York fredda e senz’anima, dei guadagni e dei tagli al personali e quella calda, avvolgente e “profumata” di Lahore
Pubblico
18+Diverse scene di violenza, turpiloquio, scene sensuali e di nudo.
Giudizio Artistico
Cast & Crew
Produzione
Mira Nair
Lydia Dean Pilcher
Ami Boghani
Anadil Hossain per Doha Film Institute
Cine Mosaic
Corniche Pictures
Mirabai Films
Regia
Mira Nair
Sceneggiatura
William Wheeler dal romanzo di Mohsin Hamin
Our Review
Tratto da un romanzo di grande successo di pubblico e critica dello scrittore pakistano Mohsin Hamin, pubblicato nel 2007, il nuovo film di Mira Nair, ben servito da un buon cast, a partire dal protagonista Riz Ahmed, esplora volonterosamente, ma con mano un po’ pesante e un’eccessiva propensione al melodramma un conflitto di civiltà vissuto dall’interno.
Ne è protagonista Changez, prima entusiasta protagonista del “sogno americano”, tra università prestigiose, carriera ben pagata a Wall Street e fidanzata di ottima famiglia nonché brillante artista, e poi critico disamorato fino, forse, alle estreme conseguenze.
Il film articola, a partire dalla criptica costruzione dialogica del romanzo, una cornice tra il thriller e la spy story, dove la posta in gioco di una conversazione che nasconde ostilità e non detti sotto un velo di ambiguità e cortesia è la vita di un uomo, apparentemente un mite professore, che forse però nasconde legami con la Cia.
La vicenda esistenziale di Changez, prima accolto a braccia aperte dal capitalismo affaristico e spietato così come da una donna tormentata e forse incapace di amare davvero, e poi respinto e fatto oggetto di sospetti, racconta di un rapporto di amore-odio malato e forse senza possibilità di guarigione.
Changez, uomo ormai senza una vera patria, né quella originaria e perduta, né quella d’adozione solo illusoriamente conquistata, si trova a fronteggiare due opposti fondamentalismi: quello più prevedibile dei musulmani estremisti, e quello più sottile ma altrettanto devastante di un capitalismo che sacrifica il singolo a calcoli senza pietà e senza misericordia,
Il film vive della contraddizione tra momenti drammaticamente potenti, come quello in cui Changez ammette il proprio entusiasmo, antecedente all’umana pietà, di fronte all’audacia dell’azione dei terroristi dell’attacco al World Trade Center, e lo svolgimento più banale e prevedibile della storia con Erica, simbolo fin troppo trasparente dell’America pre e post 11 settembre.
Ma se il distacco da Erica è combattuto e pieno di dolore, il Changez “maturo” descrive invece con un’analisi critica che suona un po’ troppo manipolatoria e autoassolutoria un’America ottusa e incapace di uscire dal dolore della perdita, che risponde alla violenza con una sproporzionata violenza, facilmente qualunquista nella caccia al diverso, dove una barba diventa il simbolo di un’identità odiata e respinta senza mezzi termini.
In questo Il fondamentalista riluttante è l’espressione coerente di una mentalità “anticolonialista” comune sia al sentire del mondo arabo che di recente si è visto espresso in forme più o meno estreme anche nelle immagini dei telegiornali, sia ad una larga parte del mondo intellettuale occidentale.
A confronto con la complessità senza risposte definitive del romanzo originale, Mira Nair sceglie, a parere di chi scrive con una certa dose di slealtà, di abbracciare, oltre a una struttura di genere riuscita a metà, una contrapposizione moralmente priva di sfumature, sottolineata tanto dalla narrazione quanto dalla musica e dalla fotografia (fredda e senz’anima quella della New York delle corporation, dei guadagni e dei tagli al personali, calda, avvolgente e “profumata” quella di Lahore).
E se c’è forse una speranza, nel dramma e nel dolore, per il fondamentalista riluttante Changez, non se ne intravede (per lo meno qui) una per l’America muscolare e sconfitta, una speranza che manca prima di tutto sul piano spirituale e poi anche su quello pratico; questa America dell’intellettualità, del denaro o della CIA sembra doversi interrogare su una questione fondamentale: che guadagno c’è a conquistare il mondo se si è persa l’anima?
Autore: Laura Cotta Ramosino
Details of Movie
Titolo Originale | The Reluctant Fundamentalist |
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Paese | USA |
Etichetta | Non classificato |
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