SECOND CHANCE
Andreas è un bravo poliziotto, ma anche un marito e padre amorevole e un buon amico per il collega Simon, che vive con sofferenza la separazione. Un giorno, durante un’irruzione nella casa di uno spacciatore (che già conosce come uomo violento), trova un bambino, figlio della compagna dell’uomo, in condizioni di profondo abbandono. Lo porta via ma non riesce ad affidarlo ai servizi sociali, come vorrebbe. Una notte, quando sua moglie Anne scopre il corpicino inanime del loro figlio Alexander, morto in culla, d’impulso Andreas pensa a una soluzione estrema: sottrae il bimbo trascurato lasciando al suo posto il corpo di suo figlio morto. Ma da quel gesto dettato dalla disperazione non potrà che nascere altra sofferenza
Un poliziotto compie un’azione scorretta ma le conseguenze arrivano inevitabili. Una regia poetica ma discontinua della svedese Susanne Bier.
ZENTROPA ENTERTAINMENTS34 APS
FILMFYN
Valori Educativi
Un uomo fondamentalmente buono fa scelte sbagliate ma ne paga il fio senza tirarsi indietro)
Pubblico
18+Alcune scene di violenza e forte tensione, alcune scene di nudo, uso di droghe.
Giudizio Artistico
Il film beneficia della regia sempre poetica e al contempo realistica di Susanne Bier e da attori di livello, ma di mezzo ci sono forse fin troppe licenze e forzature che gli autori si concedono, rispetto alla credibilità di comportamenti e situazioni,
Cast & Crew
Regia
Susanne Bier
Sceneggiatura
Anders Thomas Jensen
Our Review
Il nuovo film di Susanne Bier (Oscar per Un mondo migliore), firmato con lo sceneggiatore di fiducia Anders Thomas Jensen, amante dei racconti morali estremi fin dai tempi de Le mele di Adamo) ha la strana particolarità di partire da un contesto tutto sommato normale, per non dire quasi idilliaco (la dimora del poliziotto Andreas, che pure per il suo lavoro frequenta ambienti non proprio positivi, è una sorta di rifugio da favola, con tanto di luminarie natalizie che la fanno assomigliare a una brochure pubblicitaria), dove un dramma porta il personaggio principale a fare una scelta evidentemente assurda.
Una volta accettato questo presupposto, tuttavia, l’abilità di regista e sceneggiatore sta tutta nell’esercitare la maggiore pressione possibile sui personaggi per mettere in evidenza le loro scelte, i loro pregiudizi, la loro fibra morale in un contesto dove si punta a smascherare l’apparenza e a costringere a rivedere i propri criteri di giudizio.
Il protagonista (un ottimo Coster-Waldau, che si porta sulle spalle e negli occhi tutto il travaglio di un uomo fondamentalmente buono che fa scelte sbagliate e ne paga il fio senza tirarsi indietro), ottimamente supportato da attori di livello (oltre all’esordiente, almeno sullo schermo, Lykke May Andersen, di professione modella, ma qui convincente madre in ambasce), riesce nella difficile impresa di portare il pubblico a sorvolare sui presupposti per sprofondare nel dramma che questa vicenda offre in quantità. Prima sfidando lo spettatore ad accettare il fatto che non basta essere “buoni” per evitare le disgrazie, poi – andando più a fondo – a superare una schematica divisione tra buoni e cattivi, sfidando i pregiudizi e le apparenze (su chi sia o meno una buona madre, sulla possibilità delle persone di cambiare, ecc.) per andare al cuore dell’uomo che di fronte al dolore resta inerme.
Di mezzo ci sono forse fin troppe licenze e forzature che gli autori si concedono, rispetto alla credibilità di comportamenti e situazioni, che sono però in qualche modo imprescindibili e obbligati per poterci portare là dove vogliono. A nasconderli non basta la regia sempre poetica e al contempo realistica della Bier, che sta addosso ai suoi personaggi nel momento dell’azione, sapendo anche coglierne bene gli sguardi e i dilemmi interiori.
Nonostante questi difetti il film, grazie anche a una brillante svolta finale, sa portare fino in fondo la sua provocatoria premessa e, senza nascondere le contraddizioni di una società come quella scandinava, fatta di solitudine e indifferenza perfino all’interno delle famiglie, non teme di tentare un apparentemente impossibile recupero della positività, che nasce dall’amicizia, e dal far prevalere l’amore all’altro rispetto al ripiegarsi su se stesso e la propria disperazione.
Autore: Luisa Cotta Ramosino
Details of Movie
Titolo Originale | En chance til |
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Paese | Danimasrca |
Etichetta | Non classificato |
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