I MEDICI (episodi 1 e 2)
Giovanni de’ Medici, il capostipite della dinastia, muore assassinato. Cosimo ne prende il posto. Deve subito affrontare l’antagonismo della famiglia Albizzi che ha trascinato Firenze in una guerra contro Milano, danneggiando di fatto tutte le attività commerciali e finanziarie della città. Cosimo è una persona prudente: senza esasperare il contrasti riesce a portare la pace fra Firenze e Milano e al contempo dà il via al completamento della cupola del Duomo…
La storia di Cosimo de’ Medici: la sua abilità politica e il suo mecenatismo. Una fiction in una confezione di lusso con un grande Dustin Hoffman e qualche incompiutezza, nei primi due episodi, nella definizione dei personaggi
Valori Educativi
Gli atti compiuti dai componenti della famiglia Medici, che puntano soprattutto alla loro prosperità, sembra obbedire alla legge di “il fine giustifica i mezzi”
Pubblico
14+Qualche scena sessualmente audace
Giudizio Artistico
La fiction è stata realizzata in piena aderenza ai canoni della bellezza esaltati dal Rinascimento. Ottima l’interpretazione di Dustin Hoffman; opaca quella di Richard Madden
Cast & Crew
Regia
Sergio Mimica-Gezzan
Our Review
Sono state tramesse su RaiUno, martedì 18 ottobre, le prime due puntate del Serial TV I Medici. Ci limitiamo pertanto a commentare ciò che è stato visto finora, ben consapevoli che solo l’osservazione dell’intera seria potrà consentire un commento ponderato.
Il primo aspetto della fiction che salta agli occhi, è la bellezza. La bellezza delle ambientazioni (le riprese sono spesso state effettuate nei palazzi originali), dei dolci paesaggi toscani, dei costumi e la bellezza delle stesse attrici scelte come protagoniste. Non si tratta di un’estetica oleografica ma di una bellezza reale, un giusto tributo a quest’epoca d’oro della nostra storia, che verrà sicuramente apprezzata nei paesi in cui la fiction verrà trasmessa.
I Medici è il risultato di una poderosa produzione internazionale e sia il cast artistico che quello tecnico sono costituiti da talenti provenienti da varie parti del mondo.
Si può facilmente quindi comprendere come questa fiction ha dovuto allinearsi a uno stile narrativo che risulta dominante sul mercato internazionale, che è poi quello dei blockbuster televisivi americani. Si tratta di un’osservazione doverosa, rivolta soprattutto a coloro che sono abituati ad abbinare la Lux Vide (coproduttrice) ai serial del genere Don Matteo.
Citiamo almeno cinque scelte narrative che caratterizzano questo tipo di “internazionalizzazione”.
1-Quando un uomo e una donna decidono di stare insieme, come amanti o come coniugi, occorre sempre mostrare come si comportano nell’intimità del loro letto, anche se in questa fiction compaiono nudità solo parziali.
2-L’omosessualità riveste una significativa rilevanza. Nelle due prime puntate sono già due gli accadimenti narrati: viene mostrata come reale la supposta tendenza di Donatello e viene attribuita la stessa tendenza al cardinale Orsini. Non ci sono prove che Donatello subisse, quando era a Roma, un’accusa di sodomia ma l’inserimento di questa ipotesi serve per sottolineare l’insensibilità della Chiesa su questo tema.
3-In molte sequenze affiora il giudizio sbrigativo sulla Chiesa Cattolica a cui siamo stati abituati da tanti serial di cultura protestante: fanciulle seminude che escono dall’alcova di un cardinale, prelati che si fanno corrompere per un borsello pieno di monete d’oro. Nessuno mette in dubbio il livello di degrado della Chiesa del tempo ma forse la presenza di qualche sacerdote o cardinale capace di fare onore all’abito che porta avrebbe evitato il giudizio globalmente negativo che traspare da queste prime due puntate. La sequenza nella quale i cardinali vengono corrotti perfino durante la reclusione del conclave con biglietti messi fra le loro pietanze è identica a quella che ci è stata già mostrata nel serial I Borgia nella versione canadese con Jeremy Irons.
4- Il protagonista non è un eroe positivo ma un uomo che è cattivo o buono in funzione della sua convenienza (Breaking Bad e Better Call Saul docent) : in questo caso Cosimo non persegue principi assoluti ma si muove per raggiungere ciò che èconveniente per la famiglia secondo un principio di utilità.
5- Infine l’esecuzione di omicidi compiuti, su mandato di Cosimo de’ Medici; anche se non esistono prove storiche a riguardo (tanto meno l’assassinio di Giovanni dè Medici, che finì tranquillamente i suoi giorni nel suo letto) servono per enfatizzare il binomio potere-morte secondo lo stile ormai consolidato di House of Cards.
La fiction tratta un arco di tempo molto ampio (circa quarant’anni, dal 1409 al 1449) e sono pochi i lavori che hanno avuto archi narrativi così estesi sul tema del Rinascimento. Si possono citare I Medici – Padrini del Rinascimento di History Channel (2004), che ha enfatizzato il mecenatismo e l’intraprendenza bancaria della famiglia e il classico lavoro di Roberto Rossellini: L’età di Cosimo de’ Medici (1972), che ha sottolineato soprattutto la transizione da un mondo agricolo alla supremazia di una citta orientata alle arti e ai mestieri. Anche gli autori Frank Spotnitz e Nicholas Meyer di questo I Medici hanno avuto il non facile compito di far trasparire, in forme adatte al piccolo schermo, le tendenze, gli umori di quel tempo.
Questo problema è stato spesso risolto verbalmente, più che visivamente.
In un confronto serrato fra il nobile Albizzi e Cosimo de' Medici durante una seduta del Consiglio, viene delineata la contrapposizione fra le famiglie nobili di Firenze pronti a combattere per la gloria della città (“altrimenti le nostre spade si arrugginiscono”) e la classe dei mercanti e del popolo, sostenuti da banchieri come i Medici, amanti della pace, a beneficio dei loro affari.
Allo stesso modo, in un dialogo fra Giovanni de' Medici e sui figli, traspare la nuova funzione che stanno assumendo gli istituti di credito, così diversa dal concetto di usura: “il nostro profitto viene dal commercio e dal credito: noi diamo un’opportunità a chi altrimenti non ne avrebbe”.
Nella fiction predomina su tutti l’interpretazione del grande Dustin Hoffman. A lui bastano poche battute per fornirci l’immagine del pater familias che tiene sotto il suo stretto controllo i componenti della famiglia e li dirige per perseguire obiettivi da lui ben definiti.
Ben delineata è anche la figura della Contessina, la moglie di Cosimo, impegnata a difendere e a mantenere l’armonia della famiglia.
Più ermetica, in queste due prime puntate, la figura di Cosimo. Dal volto perennemete pensoso di Richard Madden traspare a fatica la sua personalità. A parole sembra un uomo pacifico ma poi quando i suoi uomini vanno oltre (uccidono invece di limitarsi a minacciare) appare incerto, rassegnato al fatto compiuto. Anche i rapporti con la moglie restano incompresi: lei è moglie fedele e madre scrupolosa e il comportamento scostante di lui non trova alcuna motivazione.
In complesso un lavoro altamente professionale, un prodotto ben confezionato ma con un’anima ancora in definizione, che probabilmente verrà meglio delineata nelle prossime puntate.
Ovviamente il serial non cerca di giustificare le molte azioni delittuose o di corruzione della famiglia Medici, anche se più volte, un componente della famiglia, cita la frase: “a volte è necessario fare del male per raggiungere un bene molto più grande”.
Si tratta di un sinistro richiamo al principio di utilità; in realtà i Medici, da buoni cristiani, dovrebbero ben sapere che non si può mai fare del male per ottenere del bene. In questo caso il “bene” è il loro tornaconto.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | I Medici |
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Paese | GRAN BRETAGNA ITALIA |
Etichetta | Non classificato |
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