UN MOSTRO A PARIGI
Nel 1910 Parigi è sott’acqua perché la Senna ha superato gli argini. Emilie e Raoul sono due amici: il primo è un timido proiezionista mentre l’altro si occupa di consegnare pacchi per la città con il suo furgoncino. Entrambi hanno problemi sentimentali: Emilie vorrebbe tanto dichiararsi alla cassiera del suo cinema ma non trova mai il coraggio; Raoul è segretamente innamorato di Lucille, la prima cantante del cabaret l'"Oiseau rare" ma ormai lei è troppo famosa e non si occupa di lui. A complicare la situazione una pulce gigante (effetto di un esperimento andato fuori controllo) terrorizza Parigi. Sarà Lucille a riconoscere l’animo mite della pulce e la sua bella voce tanto da convincerla a salire sul palcoscenico per cantare insieme. Intanto il prefetto di Parigi è alla ricerca del mostro…
L’animatore francese Bibo Bergeron, dopo aver lavorato molti anni alla Dreamworks, realizza un’opera interamente francese di grande qualità estetica senza paura di sfigurare con le grandi produzioni americane
Valori Educativi
Il film valorizza la preminenza della bellezza interiore a dispetto di qualsiasi apparenza e la generosa solidarietà per protagonisti nel confronti del “mostro”
Pubblico
10+Giudizio Artistico
Molto belle le scenografie di Parigi; qualche carenza nella tenuta dell’intreccio narrativo
Cast & Crew
Produzione
LUC BESSON PER EUROPA CORP.
BIBO FILMS
France 3 Cinéma
WALKING THE DOG
Regia
Bibo Bergeron
Our Review
Il cinema di animazione americano è sotto assedio? È troppo presto per dirlo.
Dall’Italia è partita la sfida con “I gladiatori di Roma” di Igino Staffi. Una sfida audace ma al contempo prudente (come sceneggiatore per i dialoghi è stato ingaggiato un americano, Michael J. Wilson, autore di “L’era glaciale”) con un occhio al mercato americano (quale giovane d’oltreoceano non conosce il Colosseo e i gladiatori?) e a quello nazionale (la voce inconfondibile di Belèn).
Adesso è la volta della Francia: Bibo Bergeron, diplomato presso la scuola per animatori CFT- Gobelins di Parigi e poi per otto anni presso la Dreamworks (è stato co-regista di Shark Tales), ha tutte le carte in regola per affrontare la sfida. Anche Bibo con i suo “Un mostro a Parigi” ha avuto un occhio all’America (tutti conoscono i ponti sulla Senna e il profilo d Montmartre) e al mercato francese grazie al richiamo del duetto di Vanessa Paradis con M. Chedid che è anche autore delle canzoni.
Parigi è sempre Parigi, soprattutto nell’immaginario americano che si è cristallizzato grazie agli scrittori americani che la conobbero nell’immediato dopoguerra (ricordato molto intelligentemente da Woody Allen in Midnight in Paris) e già visitata dai film d’animazione della Walt Disney (Gli aristogatti e Ratatouille). Bibo Bergeson aveva come autorevole precedente nazionale la fantasiosa bellezza dei disegni di Sylvain Chomet in Appuntamento a Belleville e nelle scenografie di questo film mostra tutto il suo estro: ha impiegato caldi colori pastello e un pizzico di nostalgia che richiama molto da vicino le strade di Parigi di Maurice Utrillo. E’ sicuramente questa la parte più affascinante del suo lavoro, mentre iI disegno dei caratteri è simpatico ma non molto dettagliato, com era già accaduto per “I gladiatori di Roma”.
Il racconto è sicuramente edificante perché sottolinea la preminenza della bellezza interiore rispetto alle apparenze e la generosità di Lucille e dei suoi compagni che sanno difendere il mostro buono dai suoi nemici. Il film non è stato ritagliato sugli spettatori più piccoli (manca la spalla comica di qualche animaletto o la figura di un bambino) ma è orientato alla prima adolescenza con le storie d’amore dei due protagonisti.
La struttura del racconto è forse la parte più debole, perché si limita a realizzare un collage di storie note e scene già viste: il fantasma dell’Opera, Frankestein, La bella e la bestia ma anche King Kong, quando il mostro sale in cima alla Torre Eiffel.
Complessivamente un’opera divertente e gradevole anche per le sue canzoni originali ma forse, volendo fare il punto sulla sfida lanciata agli americani, non sono le capacità tecniche che mancano in Itaia e in Francia (anche se perfezionabili) ma occorrerebbe più coraggio proprio nella struttura del racconto, senza rifugiarsi nel già visto.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | Un monstre à Paris |
---|---|
Paese | FRANCIA |
Etichetta | FamilyVerde |
There are no reviews yet.