HAPPY FEET
Quando tra i ghiacci dell’Antartide nasce il piccolo Mambo, frutto dell’amore tra Norma Jean e Memphis, due pinguini imperatori dal canto armonioso, è una sorpresa che il piccolo si riveli irrimediabilmente stonato e, peggio ancora, pericolosamente incline a muoversi a passo di tip tap. Respinto dai suoi per questo suo difetto, Mambo fa amicizia con un gruppo di pinguini “latini” di un altro branco e con loro affronta un lungo e pericoloso viaggio per capire chi o che cosa stia privando i pinguini dei pesci di cui si nutrono. Grazie al suo coraggio e alla sua passione per la danza, così, Mambo salva i suoi e conquista l’amore della bella Gloria
George Miller
George Miller
Valori Educativi
Racconto di formazione e emancipazione che presenta non poche forzature e schiaccia in modo sospetto il pedale della condanna alla tradizione spiritual-religiosa (crudele e ottusa) in nome dell’accettazione della diversità.
Pubblico
TuttiGiudizio Artistico
Nuovo progresso nel 3D, sopratutto nella rappresentazione realistica dei fondali e nelle coreografie di massa
Cast & Crew
Produzione
George Miller
Regia
George Miller
Sceneggiatura
George Miller
John Colee
Judy Morris e Warren Coleman
Our Review
Sorta di brutto anatroccolo con un’insopprimibile passione per il ballo, il pinguino Mambo sfrutta l’ondata di attenzione e simpatia suscitata l’anno scorso dal documentario La marcia dei pinguini, in un certo senso non facendo altro che portare a compimento il processo di “umanizzazione” lanciato dal precedente film.
Non è stato difficile, del resto, per gli autori trasformare in snodi narrativi la curiosa abitudine dei pinguini imperatore di scegliersi il compagno attraverso l’uso del canto (con il vantaggio di poter inserire con naturalezza gli immancabili stacchi musicali che fanno il successo di tanti cartoon), né immaginare lo “scandalo” di un esemplare incapace di fare ciò che ci si aspetta da lui e per questo prima isolato, poi addirittura bandito in nome del rispetto di antiche tradizioni.
Ciò che accade in seguito (l’incontro con dei pinguini gaudenti e più “tolleranti”, il tentativo di scoprire l’origine di un pericolo “artificiale” che appare ben più sinistro dei nemici terribili, ma naturali come foche leopardo e orche marine), in primo luogo segue i binari di un racconto di formazione e emancipazione che presenta non poche forzature e schiaccia in modo sospetto il pedale della condanna alla tradizione spiritual-religiosa (crudele e ottusa) in nome dell’accettazione della diversità.
Dall’altra l’inserimento della tematica ecologista (l’uomo, con il suo sfruttamento sfrenato dell’Antartide mette a rischio la vita dei pinguini, ma proprio la stranezza del pinguino ballerino Mambo induce gli umani a tornare sui loro passi), comune a molto cartoon di questa stagione, finisce per creare uno strano effetto di straniamento.
Lo spettatore, infatti, è chiamato ad identificarsi con il pinguino e a condividerne i patimenti, salvo poi ritrovarsi rappresentato dall’altro lato del vetro di uno zoo nelle vesti di un “aguzzino” più o meno inconsapevole.
Quanto poi al modo in cui il disastro viene scongiurato (la comunità dei pinguini imperatore, compresa la vecchia guardia intollerante, si mette in mostra in un ballo coreografato convincendo gli umani della necessità di sloggiare dall’Antartide), esso appare davvero troppo semplicistico e banale, o forse solo funzionale a trasmettere una sanzione positiva e conciliatoria che lascia a Mambo & C. la prospettiva di vivere in pace su ghiacci ormai liberati non solo dalla minaccia dell’uomo, ma soprattutto, sembrano suggerire gli autori, dalle retrograde limitazioni imposte da vecchi bigotti (non poi molto dissimili da quelli di un film generazionale come Footloose) o dalle illusioni a buon mercato vendute per un sassolino dal pinguino guru che regna sui “latini”.
Detto questo restano godibili alcuni passaggi, soprattutto nella prima parte del film: il rapporto tra Norma Jean e Memphis, genitori innamorati e affettuosi, poi genitori in difficoltà di un piccolo “diverso”, è descritto con una certa sensibilità e ricchezza di sfumature, salvo purtroppo cadere nel cliché al momento del confronto con il contesto generale della vicenda.
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | Hapy Feet |
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Paese | USA |
Etichetta | Non classificato |
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