Jiro è un giovane liceale che sogna di progettare aeroplani. Il suo idolo (che incontra spesso nei suoi sogni) è Gianni Caproni, capace di realizzare aerei che guardano al futuro del trasporto passeggeri. Durante un viaggio in treno incontra la giovane Nahoko e quando la terra viene scossa dal terremoto, Jiro riesce a trarla in salvo. I due giovani si perdono di vista; passano gli anni e Jiro, ormai laureato, va a lavorare alla sezione aeronautica della Mitsubishi. Dopo un viaggio in Germania, diventa responsabile della progettazione di un nuovo caccia per l’aviazione militare giapponese. Durante un periodo di vacanza ritrova finalmente Nahoko: entrambi non hanno mai dimenticato il loro primo incontro ma Nahko gli confida un triste segreto…
Un giovane ingegnere aeronautico mette tutto il suo impegno nel progettare nuovi aerei che consentano al Giappone di superare il suo ritardo tecnologico. Una romantica storia d’amore nell’ambientazione realistica del Giappone poco prima della Seconda Guerra Mondiale
Il piccolo Lucas, frustrato ed emarginato, si è da poco trasferito in un nuovo quartiere. Stanco di essere sbeffeggiato dai suoi coetanei e di essere considerato un bambino indifeso dalla madre, Lucas riversa il suo disagio sul formicaio del suo giardino. Ma come tra Davide e Golia, non si dovrebbe mai sottovalutare chi è più piccolo. Infatti, la vendetta delle formiche non si fa attendere: lo stregone Zoc somministra una pozione magica al bambino, che si rimpicciolisce fino a diventare a misura di formica. Portato davanti alla Regina, il “distruttore” – come viene chiamato Lucas- viene condannato a vivere nel formicaio e ad essere addestrato come una qualsiasi formica guerriero. Fortunatamente, si prende cura di lui Ova – la fidanzata di Zoc -, che conduce il giovane umano a scoprire il loro mondo e l’addestramento delle giovani “leve” che si preparano alla vita da formiche operaie e guerriere.
Da qualche tempo le cicogne non portano più bambini. Sul picco del Monte Cicogna è stato impiantato un negozio per ordini online (Cornerstore.com) e le cicogne portano pacchi contenenti gadget, telefoni e oggetti per la casa. Tutto perché, qualche anno prima, una cicogna ha osato venir meno a una regola fondamentale: non innamorarsi del bambino da portare. Junior, la cicogna protagonista del film, lavora per Cornerstore.com e sarà lui a sostituire il boss Hunter alla guida del negozio. Ma prima deve licenziare Tulip, la ragazza umana 18enne e pasticciona, che ha vissuto sempre con le cicogne dopo che una di loro aveva deciso di non consegnarla. Non trovando il coraggio di farlo, Junior assegna Tulip al reparto smistamento lettere, ufficio ormai desueto e impolverato dallo scarso utilizzo. Nate, bambino e unico figlio di una coppia di instancabili lavoratori, desideroso di avere un fratellino con cui giocare, recupera un volantino delle cicogne e scrive una lettera a nome dei genitori con la sua personale richiesta. La lettera arriva a Tulip che esce dal suo ufficio per avvertire Junior. Questi, avendo saputo che la ragazza è uscita dall'ufficio, la raggiunge nel vecchio magazzino dove si creavano i bambini da spedire in tutto il mondo. Per un imprevisto, i due creano un bambino nuovo di zecca, da consegnare ai genitori di Nate prima che Hunter scopra il tutto. Così partono per un lungo viaggio pieno di peripezie con l’unico obiettivo di consegnare la sorellina di Nate alla sua famiglia..
Purtroppo però, proprio nelle scene conclusive i bambini vengono consegnati a vari destinatari tra i quali non sfuggono una coppia di donne, almeno due coppie di uomini (e ho notato anche una donna single); confesso che ho perso il conto, le coppie sono proposte in rapidissima carrellata: è chiaro che sono scene studiate per restare impresse, più o meno consapevolmente, nella mente dei bambini, che si abituano alle famiglie finte.
Arthur è un ragazzo di 10 anni che vive nella fattoria della nonna. Gli piace leggere il diario di viaggio del nonno che è stato in Africa facendo scoperte eccezionali, incluso il popolo dei Minimei. Un giorno bussa alla porta colui che ha comprato tutti i debiti del nonno per potersi impadronire della casa; Arthur deve assolutamente trovare le pietre preziose che il nonno ha nascosto da qualche parte nel cortile....
Il piccolo Miguel ama suonare e cantare. Peccato che i suoi siano calzolai e non sopportino la musica: tutta colpa del trisnonno, che abbandonò la famiglia per fare carriera come chitarrista. Ma è proprio vero che una scelta esclude l’altra? Scoprirlo sarà compito di Miguel, quando per realizzare il suo sogno dovrà guadagnarsi la benedizione dei suoi avi in un rocambolesco viaggio nell’Aldilà…
Come fare a trovare l'unico tuo figlio, rapito da un pescatore subacqueo e poi venduto come pesce d'acquario, quando hai davanti a te un oceano pieno di insidie e l'unico tuo compagno d'avventura è una pesciolina chirurgo smemorata?
Dory, il pesce chirurgo dalla memoria labile, dopo aver aiutato Marlin a salvare suo figlio Nemo (in Alla ricerca di Nemo), ha degli improvvisi flashback di quella che era la sua vita serena accanto ai genitori e desidera assolutamente ritrovarli. Convince quindi Marlin e Nemo ad accompagnarla nell’attraversamento dell’Oceano, perché ricorda vagamente che i suoi vivono sulle coste californiane. Per sua fortuna tanti altri amici l’aiuteranno in questa impresa: primo fra tutto il simpatico octopus Hank ma anche lo squalo-balena Destiny, il beluga Bailey e l’anatra Beckey…
Ponyo è una pesciolina molto speciale, nata dagli esperimenti, di un mago che vive nel profondo dell’oceano. Quando un giorno finisce imprigionata in una boccia di vetro sulla spiaggia, è il piccolo Sosuke a liberarla e a prendersi cura di lei. Poi, però, Ponyo è costretta a tornare nell’oceano, ma desidera a tal punto tornare dal suo amico che fugge e, grazie ai suoi poteri, si trasforma in bambina.
La sua fuga scatena la furia dell’oceano e solo l’intervento della mamma di Ponyo, una divinità marina, riuscirà a placare la violenza degli elementi. Ma a questo punto Ponyo dovrà decidere in che mondo intende vivere.
La 14enne Arrietty fa parte della minuscola famiglia di 'Rubacchiotti' che vive sotto le tavole del pavimento di una vecchia casa di campagna, dove 'prende in prestito' tutto ciò di cui ha bisogno. Nella stessa casa vive Sho, un ragazzo affetto da una grave malattia al cuore, costretto al riposo in attesa del giorno dell'operazione. I due, così diversi, finiranno per aiutarsi a vicenda..
Il giovane Jiro, con la testa sempre nei suoi calcoli da ingegnere, è un ragazzo pacifico, pronto ad appianare ogni contrasto, conscio delle responsabilità che gli sono state affidate
Pubblico
10+
Giudizio Artistico
Ancora una volta lo studio Gibli ci regala la bellezza dei suoi disegni e Miyazaki dimostra tutta le sue doti di narratore, anche ora che affronta un tema drammatico
Occorre dire subito che con Si alza il vento ci si trova davanti a un Miyazaki insolito. Non si parla di adolescenza, non si tratta di un film per ragazzi ma di una struggente storia d’amore fra young-adult, per la quale è opportuno dotarsi di un’abbondante riserva di fazzoletti. E’ presente più che mai, anzi, è protagonista, la passione che l’autore ha sempre mostrato per gli aerei ma in questo caso non si tratta di un volare frutto della fantasia ma piuttosto la storia, con molti dettagli tecnici, di come fu progettato il caccia giapponese Zero, un aeroplano a quel tempo d’avanguardia anche se solo per i primi anni del conflitto. Sono presenti anche in questo film, momenti di estatica contemplazione della natura ma Miyazaki ci immerge anche con realismo nella storia del Giappone poco prima del secondo conflitto mondiale: il terremoto del ’23, la crisi economica dl ’29, la miseria della popolazione con la triste realtà di intere famiglie costrette a vivere sotto i ponti. Non mancano riferimenti alla situazione industriale del Giappone di quel tempo, desideroso di raggiungere la supremazia tecnologia dell’Europa. Resta confermata la stupefacente grafica dello studio Gibli: anche ora che l’impegno è quello di narrare un dramma e non una favola, l’immedesimazione a cui perviene lo spettatore è totale e non si ha affatto la sensazione di trovarsi di fronte a un film d’animazione.
Miyazaki ha avuto pieno diritto di cambiare genere in quest’opera che, a suo dire, dovrebbe essere l’ultima, ma se il contenuto della storia è sostanzialmente diverso dai suoi lavori precedenti, l’animo di Miyazaki resta quello che conosciamo. Se il racconto, che abbraccia, nell’arco di due ore, venti anni della vita di Jiro e della storia del Giappone, si fa ammirare per la sua armonia complessiva, ciò è dovuto allo spirito infuso nella storia. Uno spirito che crede nei sogni non come evasione dalla realtà, non come comodo rifugio per quei Peter Pan che non vogliono crescere ma al contrario, come un giusto approccio per vivere con entusiasmo una vita che val la pena di venir vissuta in ogni singolo istante. Se i terremoti, le crisi economiche, le malattie possono essere superate, ciò è dovuto alla capacità dei protagonisti di guardare sempre oltre l’ostacolo. L’aridità o il pessimismo sono banditi nei lavori del maestro: ciò che conta è appassionarsi alla vita e amare tutto ciò che essa offre: l’amore per una donna così come la passione per gli aerei.
Alcune note polemiche che sono state scritte in merito a una presunta nostalgia di Miyazaki per l’alleanza tedesco-giapponese sono vuote di signficato. L’ammirazione per il popolo tedesco è evidente: nella letteratura (con riferimenti espliciti alla Montagna incantata di Thomas Mann), nella musica (Schubert), nella tecnologia (il protagonista, nella sua visita a Dessau può ammirare lo Junker G-38, il primo bombardiere interamente in metallo) ma in modo altrettanto chiaro il film condanna la follia nazista. Ampie sequenze di aerei ridotti a un ammasso di macerie alludono alla follia distruttiva della guerra. Allo stesso modo l’ammirazione per Giovanni Caproni, audace pioniere dell’aviazione civile italiana (il film fa rivivere il primo e ultimo volo del mitico C60, il primo aereo destinato a trasportare passeggeri oltre Atlantico) non porta automaticamente a sottintendere un’ammirazione per il fascismo.
Resta un’ultima domanda da farsi: perché nei drammi d’amore chi si ammala è sempre la donna?
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