KZ
Dopo l’8 settembre del ’43 l’Italia centro-settentrionale passò sotto il governo della Repubblica Sociale di Salò. Tre giovani del milanese, Guido Valota, Angelo Ratti e Venanzio Gibillini,contrari al regime nazifascista, vennero deportati in diversi campi di concentramento tedeschi. Giudo Valota morì durante una marcia di trasferimento mentre Gibillini e Ratti sono sopravvissuti ed hanno deciso di raccontare, in questa docu-fiction, la loro terribile esperienza.
Due italiani sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti e il figlio di uno dei tanti che non tornarono più raccontano fatti che non dovranno più ripetersi. Particolarmente istruttivo per le nuove generazioni
Valori Educativi
Il film ha il valore di una lucida e forte testimonianza di eventi dl passato recente che non debbono più ripetersi
Pubblico
10+Alcune scene di violenza sui prigionieri potrebbero impressionare i più piccoli
Giudizio Artistico
Tutta la forza nel film risiede nel racconto dei testimoni sopravvissuti a quei tragici eventi. Le parti ricostruite attraverso attori non professionisti risultano deboli nella messa in scena
Cast & Crew
Produzione
Giancarlo Grilli
Sceneggiatura
Filippo Grilli
Our Review
Ci furono in realtà tanti altri campi organizzati con meticolosità tedesca: il film cita Mauthausen, Flossenburg, Dachau ma soprattutto Gusen o Ebensee dove morirono quasi 24.000 italiani. Per ricordare al grande pubblico questa parte poco nota della nostra storia recente è stato realizzato questo film che si avvale della testimonianza diretta di chi ha vissuto quell’esperienza, di visite ai luoghi dove avvennero i fatti, di foto e filmati di repertorio e della ricostruzione, tramite attori non professionisti, dei momenti più drammatici. E’ bello inoltre segnalare che il cast tecnico è stato costituito, con la supervisione di Filippo Grilli, dagli allievi del quarto anno della Formazione Professionale Salesiana di Sesto San Giovanni
“Giustizia e non vendetta” è lo spirito con cui il regista invita a guardare quegli eventi; i testimoni di allora continuano a partecipare a incontri e dibattiti che cercano di far conoscere alle nuove generazioni ciò che non deve più accadere.
Le ricostruzioni degli eventi tramite attori costituisce la parte più debole del film, non tanto nella recitazione degli attori, quanto nella messa in scena. E’ chiaro che si tratta di un lavoro non professionale ma soprattutto nelle sequenze più drammatiche si nota che gli schiaffi vengono dati con cautela o che le pietre trasportate non pesano più di tanto. Il risultato netto è che questi inserti indeboliscono la drammaticità del racconto dei veri testimoni invece di sostenerla. Si tratta comunque di passaggi di modesta entità e la struttura generale del film resta valida.
Particolarmente rivelatrice è la sequenza realizzata a Mauthausen, dove Peppino, il figlio di Guido, mostra la grande piscina dove i tedeschi si concedevano un periodo di relax, contornati di verde e prati ben curati. Peppino si domanda come poteva avvenire tutto questo: poco più in là la gente moriva mentre intorno a quella piscina altri uomini si concedevano momenti di divertimento e di riposo. E’ la banalità del male che ci lascia più sgomenti e il film ci lancia un chiaro invito a non abbassare la guardia e a mantenere una coscienza vigile
Autore: Franco Olearo
Details of Movie
Titolo Originale | KZ |
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Paese | ITALIA |
Etichetta | FamilyVerde |
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