L’ULTIMO PARADISO

2019107 min18+ Sindacalismo

Nel 1958, fra gli uliveti della Murgia pugliese, i braccianti lavorano nelle tenute di Cumpà Schettino. Il pagamento delle ceste di olive raccolte è l’occasione per il giovane Ciccio di proclamare davanti a tutti che non è più tollerabile che vengano pagati per pochi soldi mentre tutto il guadagno resta nelle mani dei padroni. Molti braccianti si manifestano solidali con lui e Cumpà deve assolutamente trovare un modo per rendere innocua questa spontanea forma di sindacalismo. Ma don Schettino scopre ben presto di avere un altro grave motivo per odiare Ciccio: proprio lui che è sposato con un figlio, è l’amante segreto di sua figlia Bianca…

Nella campagna pugliese alla fine degli anni ’50, si scatena la prepotenza dei padroni, le vendette dei contadini, e amori adulterini innescano rappresaglie e contro-vendette. Un dramma a fosche tinte molto confuso. Su Netflix


Valori Educativi



Nessuno dei protagonisti maschili (le donne sono solo delle vittime) sembra disporre del dono della ragione: sono tutti in balia di passioni irrefrenabili.

Pubblico

18+

Il film evita di entrare in dettagli cruenti ma non c’è nessun personaggio che possa considerarsi un riferimento positivo

Giudizio Artistico



Ottima l’ambientazione nella Puglia alla fine degli anni ’50, sensibile prestazione di Gaia Bermani Aramal ma per il resto la sceneggiatura che vuole troppo in modo confuso e i personaggi sono ridotti a stereotipi

Cast & Crew

Our Review

L’inizio del film è particolarmente promettente: molto ben filmate le distese degli uliveti pugliesi, ben realizzato l’adattamento delle masserie con gli arredi del tempo e la ricostruzione delle usanze e dei modi di vivere del tempo. Se gli uomini vanno a zappare, le donne si ritrovano al torrente per lavare i panni; quando mariti e figli tornano a casa, secondo lo spirito patriarcale allora imperante, li servono a tavola e le donne mangeranno quando ci sarà tempo. Fra i contadini c’è voglia di andare in America e di ribellarsi ai massari che li sfruttano. La messa in scena  della Puglia alla fine degli anni ’50, come fondale del racconto, può dirsi completo.

Poi il racconto si sviluppa ma il tema della protesta dei contadini passa rapidamente in second’ordine: Ciccio trascura i problemi sindacali per portare avanti la sua storia d’amore con Bianca, alla continua ricerca di un posto segreto dove incontrarsi. Da qui in poi la storia si ingarbuglia rapidamente: omicidi seguiti da vendette, cambio di protagonista, accumulo di infedeltà coniugali, violenze sessuali sulle giovani contadine, senza contare il frequente cambio di stile narrativo: dalla tragedia rusticana si passa a sequenze oniriche e alla magia del surreale. A causa della troppa carne al fuoco, lo spettatore finisce per disorientarsi e si salva solo la performance di Gaia Bermani Amaral nella parte di Bianca che rende credibile una giovanile e cocente passione amorosa.

C’è un altro aspetto che disorienta: la mancanza di una bussola etica. Lo spettatore ha la consuetudine di seguire le vicende del protagonista perché costituisce in genere il riferimento positivo o magari è vittima di un’ingiustizia oppure è un cattivo, cosciente di esserlo. Se escludiamo le donne, viste tutte come vittime di una società patriarcale, gli uomini sono uguali nel loro seguire le proprie passioni incontrollate: odio, vendetta, violenza sulle donne, adulterio.

In una sequenza baricentrica del film, Ciccio e sua moglie Lucia si trovano da soli in chiesa, davanti all’altare. Lei sa tutto della relazione del marito ed è venuta in chiesa per pregare, per capire. Lui sviluppa una tesi insostenibile: vuole bene alla moglie e al figlio ma l’amore per Bianca è un’altra cosa (è una fuga, un sogno, come si esprimerà in altri momenti: evidentemente gli è rimasto qualche residuo non consumato di immaturità adolescenziale). La scena si conclude con un’esibizione di pessimo gusto: per dimostrare che lui si sente senza colpa, Ciccio apre il calice e si mangia un’ostia (consacrata? Non si sa) come fosse una merendina per il pomeriggio.

Grazie alla brava Gaia Bermani Amaral, l’amore fra Ciccio e Bianca si veste di toni iper-romantici, di struggente sogno che non  può realizzarsi, ma anche questa nota idillica si frantuma perché veniamo a sapere che Ciccio ha avuto in precedenza altre donne, è una sorta di seduttore seriale. Se c’è alla fine un messaggio che può essere colto da questo film, potrebbe essere proprio un elogio all’amore libero.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale L'ultimo paradiso
Paese ITALIA
Tematiche (generale)
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