FRANKENWEENIE

201287 min

Victor è un ragazzo intelligente e creativo ma solitario: l’unico suo vero amico è il cane Sparky. Un giorno il cane finisce sotto una macchina e, come si usa nei paesi anglosassoni, viene sepolto in un cimitero per animali. Victor non si dà per vinto: il professore di scienze gli ha mostrato a scuola come la corrente elettrica sia capace di generare una reazione muscolare in una rana morta e ora Victor vuole ripetere l’esperimento con Sparky…

Tim Burton ci presenta una nuovo racconto in bilico fra la vita e la morte con la tecnica della stop motion. La storia non più originale di un cane che viene risuscitato secondo i modi di Frankenstein sembra essere troppo triste per un pubblico di bambini


Valori Educativi



Un cane generoso e coraggioso finirà per attirare la riconoscenza di tutti gli abitanti del paese

Pubblico

Giudizio Artistico



Tim Burton riprende con sicurezza le tecnica già collaudata della stop motion ma la sceneggiatura tende a ripetersi e a perdere di originalità

Cast & Crew

Regia

Sceneggiatura

Tim Burton

Sceneggiatura

Leonard Ripps

Sceneggiatura

Our Review

Ogni film di Tim Burton ci fornisce una piacevole sicurezza: quella di poter assistere a una storia in bilico fra favola e realtà, fra la vita e la morte, con la garanzia di un amore timido ma forte. Cambiano le tecniche adottate (animazioni o personaggi in carne ed ossa), cambiano i contesti: di pura fantasia (come nel mondo di Halloween di Nightmare Before Christmas) o reali (come nell’ultimo, divertente Dark Shadows) ma gli elementi portanti della struttura narrativa si rinnovano restando sempre stessi: c’è un protagonista sensibile, solitario e incompreso  (come in Edward mani di forbice) e c’è la capacità di entrare in contatto con il mondo della pace eterna, un contatto a volte divertente, a volte minaccioso, sempre imprevedibile.

Victor è un ragazzo amante della scienza, ed è molto creativo (realizza storie di fantascienza in super8 con un primitivo 3D che hanno il suo cagnolino Sparky  come protagonista) ma i suoi genitori sono preoccupati: passa troppo tempo da solo, chiuso in soffitta con la moviola e le sue attrezzature per esperimenti. Sarà la morte di Sparky (evento preannunciato da una spettrale Cassandra sua compagna di classe) e l’influenza che ha su di lui il professore di scienze a determinarlo a compiere un esperimento audace: far risuscitare il cagnolino con l’energia elettrica fornita da un fulmine.

Frankenweenie costituisce  una specie di rivincita per Tim Burton: con lo stesso titolo esiste già un  cortometraggio del 1984 realizzato dalla Walt Disney su un’idea di Tim, allora venticinquenne. Il plot di base c’era già tutto: un bambino cerca di resuscitare il suo cane con la corrente elettrica, ma il corto, abbinato ad un altro film Disney, non ebbe molto seguito, bloccato dall’attribuzione di PG (Parent Guided).

Un Tim Burton ormai autore famoso ci riprova destinandolo in prevalenza ai ragazzi ma aggiungendovi non poco della sua sempreverde passione per i classici del film horror (passione già espressa con l’originale e stravagante Ed Wood-1994): di qui la scelta di adottare il bianco e nero, di attribuire al professore di scienze le sembianze di Vincent Price e, a uno dei compagni di scuola che è desideroso di apprendere tutti segreti di Victor, quelle dell’ Igor di Frankenstein.

E’ possibile realizzare un film che risulti gradevole per i ragazzi e che al contempo consenta di essere veicolo per le proprie passioni? C’è riuscito di recente il cinefilo Martin Scorsese con Hugo Cabret che ha riesumato, in una perfetta ricostruzione della Parigi di inizio secolo scorso, il fascino dei primi film di Méliès. Con Frankenweenie  l’operazione sembra riuscità a metà. Le contese e le invidie fra i compagni di classe riportano il tema alle dimensioni del ragazzo Victor e la baraonda finale per l’eccesso di mostri creati con i fulmini (ce n’é per tutti i gusti: i piccoli Gremlin, il gigantesco Gozilla, e un un vampiro ex-gatto) può far divertire i più piccoli ma le troppe viste al cimitero con relativo scavo di tombe, l’uso del bianco e nero, danno alla pellicola un tono prevalentemente melanconico e triste. L’idea stessa della rianimazione per via elettrica finisce per perdere di originalità perché ripetuta troppe volte.

 C’è qualcosa in particolare che manca e che era invece una presenza costante negli altri lavori di Tim Burton rendendo deliziosi film come La sposa cadavere : il calore di una storia d’amore.  Qui abbiamo l’affetto di Victor per il suo cane che sembra risusciti più per l’abbraccio del suo padroncino che per astruse tecniche di laboratorio, ma il melanconico Victor sembra più rassegnato che appassionato e appassionante.

Autore: Franco Olearo

Details of Movie

Titolo Originale Frankenweenie
Paese USA
Etichetta
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